Pianeta fantasma

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All'alba della seconda rotazione dal mio ricovero ero troneggiante sulla plancia di uno star destroyer Imperial I, gli ufficiali della marina stavano preparando la nave alla partenza mentre i miei assistenti e sottoposti dell'ISB continuavano a schedare i rapporti sui droidi impazziti e sull 'accaduto nel mio appartamento. La nave iniziava lentamente a lasciare i cieli dell'ecumenopoli avvicinandosi ai limiti dell'atmosfera, mentre all'interno un'intera legione di soldati si stava preparando; i droidi topo sfrecciavano veloci per i corridoi mentre gli assaltatori li seguivano, i mezzi da sbarco negli hangar finivano la messa a punto mentre i TIE venivano riforniti e preparati per scortare lo sbarco. Al centro dell'hangar principale svettava su di un'impalcatura un nuovo prototipo di TIE, sapevo che era lo stesso modello fornito agli inquisitori, si trattava di un Advanced V1. Rispetto agli altri caccia era più piccolo e compatto, con le ali arrotondate, pieghevoli e prive dei collettori solari esterni, montava un armamento di prima scelta e un supporto vitale tale da rendere inutile la tuta pressurizzata dei normali piloti di TIE. 

<<Rotta tracciata signore>> disse un ufficiale dalla sua postazione

<<Avviare il salto nell'iperspazio>> dissi con gli occhi brillanti dall'emozione

Le stelle iniziarono ad allungarsi in fasci luminosi, l'immensa nave stava accelerando ad una velocità incredibile, lo spazio si stava deformando al nostro ingresso nel condotto iperspaziale, i corpi celesti sfrecciavano dietro di noi in bagliori bluastri mentre lo star destroyer si stava avvicinando alla nostra meta. Una destinazione ignota e spazzata via dalle mappe stellari a causa di una nebulosa ci aspettava alla fine di quel tragitto, un pianeta fantasma custodiva il segreto dell'apparizione di quei droidi e del perché avevano creato il panico su Coruscant.

<<Stiamo per arrivare ai confini della nebulosa signore>> disse Sen avvicinandosi a me

<<Preparate i caccia ei mezzi da sbarco! Tenente Sen a lei il controllo della nave >>dissi uscendo dalla plancia e andando a passo spedito verso l'hangar principale

Nel mentre la nave uscì dall'iperspazio e ci trovammo a poche centinaia di metri da una nube iridescente colma di punti luminosi. I gas e le polveri di mille colori si muovevano placide come se stessero ribollendo, i venti spaziali le facevano oscillare rimescolando quell'immenso corpo celeste in continuo mutamento.

<<Trentatreesima squadriglia, pronti al mio segnale>> dissi preparando la caccia al decollo

I motori del TIE advanced V1 sfrigolavano, i computer di bordo e di mira finivano la configurazione, check dei comandi e sfrecciai nello spazio mentre la caccia emetteva uno stridio cupo simbolo dei TIE; la squadriglia mi seguì a ruota scortando dei trasporti con attaccati quattro AT-AT. Entrai con la navicella nella nebulosa mentre le altre navi mi stavano dietro, subito incontrammo le prime difficoltà, detriti rocciosi; dei grossi ammassi di pietra sbucavano dal nulla in mezzo a quel denso mix di polvere e gas, mentre la visibilità calava gli ostacoli si facevano sempre più frequenti e imponenti finché non trovammo degli asteroidi sospesi nella nebulosa. Più andavamo a fondo in quel corpo celeste e più le comunicazioni si facevano difficili, alcuni caccia iniziarono a schiantarsi sugli asteroidi, i venti spaziali si facevano sempre più intensi e governare le navi diventava quasi impossibile, all'improvviso un fragore, i due trasporti si Erano schiantati l'uno contro l'altro generando una grossa esplosione che innescò del gas nella nebulosa facendo propagare una minacciosa nube di fuoco, le fiamme inghiottirono uno ad uno gli altri caccia finché non rimasi da solo a combattere contro il tempo per sfuggire dalla morte . La nebulosa di Crysten era diventata un'immensa fornace, molti detriti stellari si trasformarono in lingue di plasma che guizzavano anche all'esterno della nube di gas danneggiando lo star destroyer, le comunicazioni si interruppero del tutto, la nave madre esplose in un mare di rottami che vennero arsi dalle fiamme dei gas, nemmeno i gusci di salvataggio permettevano ai membri dell'equipaggio di sopravvivere, mentre io continuavo a sfrecciare tra le fiamme di quell'inferno alla disperata ricerca di Histya. Le lingue di plasma colpirono anche il mio caccia e alla fine rimasi senza i comandi a galleggiare in una piccola regione della nebulosa priva di gas e poveri, era una zona limpida, quasi fosse una radura nel cuore di una foresta; a troneggiarne ne cuore di quella nebulosa la mia tanto agognata meta, Histya, un pianeta prevalentemente desertico ai cui poli spiccano dei grandi oceani di un azzurro brillante, il mio caccia, parzialmente distrutto, galleggiava placido nello spazio attratto dalla gravità del grosso pianeta finché non arrivai nell'atmosfera dove mi accolse una brusca tempesta di sabbia. Il caccia precipitava verso il suolo coperto dalla sabbia che sfrecciava nel forte vento, la discesa era sempre più rapida e non avevo modo di fermarla, mi sarei schiantato da qualche parte nel deserto, da solo e senza risorse. Si poteva dire che ero già morto, ma la speranza per me sarebbe stata l'ultima a morire, se i droidi venivano per davvero da lì allora ci doveva essere per forza un insediamento e io lo avrei trovato, anche a costo di morire. 

All'improvviso mi schiantai, la tempesta ancora infuriava, l'oblò del caccia TIE era completamente oscurato e non riuscivo ad intravedere nulla all'esterno, il vento fischiava acuto trascinando con sé nuvole rossastre di polvere e detriti. Non potevo fare nulla tranne che aspettare, così chiusi gli occhi e iniziai a meditare concentrandomi sui miei ricordi, sugli incubi della purga al tempio Jedi.


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