Sono passati diversi giorni da quando Jiasyfy è stata liberata dalla prigionia di Zalnan e ha completato la missione affidata al suo gruppo dalla Gilda. Dopo aver toccato il sigillo presente sullo schiavista e aver avuto un dialogo con una divinità malvagia, i suoi salvatori l'hanno riaccompagnata in città e affidata a Shagraz'ar per poi sparire in cerca di nuove missioni. I War Wolfes si sono diretti più a Est, in un paese di montagna in cui si estende un piccolo dungeon sotterraneo chiamato Antro Delle Antiche Ariadnee. La struttura è molto semplice in realtà, si sviluppa sul piano orizzontale per tre stanzoni con due stanze laterali più piccole. Il primo antro è l'ingresso, un antico ed enorme arco accoglie i visitatori facendoli entrare in un vasto salone che in cui sono presenti due file di colonne mastodontiche che mostrano la via da proseguire. Probabilmente in epoche antiche il salone del dungeon risultava decorato, ora è in rovina e la maggior parte delle colonne giace a terra in frantumi, macerie e acqua filtrata dal soffitto coprono il pavimento irregolare e crepato. Nella seconda stanza invece è presente un altare di pietra scolpito in un unico enorme blocco. Anche questo giace a terra rotto e spaccato, i segni di rottura sembrano quasi freschi così come le tracce di sangue e i cadaveri coperti da armature metalliche squarciate che coprono il pavimento. L'ultima stanza è differente: sembra essere un'antica camera da letto, il mobilio di pietra è stato distrutto dal tempo e da un recente e violento scontro, anche qui sono presenti dei cadaveri vestiti con armature di metallo. Tre persone ancora vive parlano tra di loro. «Perché se questo posto è un dungeon non ci sono mostri ma solo questo mucchio di idioti?» domanda Garret Thorngage mentre si porta alla bocca quello che sembra essere un braccio scheletrico con un poco di carne quasi marcescente ancora attaccato, ne strappa un pezzo coi denti e lo mastica rumorosamente.
«Garret... non dovresti mangiare la carne di un lich. È putrida e infetta, evita ti prego...» il warlock Friedrich è appoggiato a una parete laterale e guarda con disgusto il suo compagno Halfling «Elmond diglielo anche tu... ti prego.»
«Garret, quella carne fa schifo. Se proprio devi mangiati un braccio di uno dei suoi uomini» indica un altro cadavere vicino al corpo del lich su cui Garret è seduto «comunque questo dungeon ha perso carica magica diversi secoli fa, i mostri sono stati sterminati tutti. Povere Ariadnee... sapete, era un dungeon in cui comparivano solo questi mostri umanoidi dalle sembianze femminili, sempre coperti da vestiti svolazzanti bianchi. Si diceva che il loro fascino ammaliasse gli avventurieri poi gli staccavano la testa a morsi.»
«La piantate voi due di farmi la predica» deglutisce e azzanna ancora il braccio mozzato «piuttosto, stregone, che hai scoperto dalla testa di questo qui?» con la mano libera colpisce il volto sfondato del non-morto.
«Nulla di che purtroppo. Anche lui aveva un sigillo di Yzrel. Lo ha ucciso subito dopo che ho creato un collegamento tra di noi.»
«Tante belle parole per dire che non sappiamo ancora nulla su dove potrebbe essere...» Elmond si sistema il liuto in spalla e la bisaccia «andiamo?»
Garret getta a terra il braccio mezzo masticato ed estrae l'ascia dal petto del nemico morto, se la mette di traverso sulle spalle, la tiene con la mano insanguinata e si dirige verso l'uscita. Friedrich segue i due Halfling borbottando a bassa voce. «Stai ancora a chiederti come abbia potuto l'Elfa dei boschi a mettersi in contatto con Yzrel vero?» Elmond domanda a bassa voce.
«Non solo quello, sentivo un'aura di necromanzia provenire da lei, molto forte. Come se non avesse fatto un normale rituale per ottenere il potere... è questo che non capisco. A proposito di ragazze, le vittime di questi mercenari?» lo sguardo corre alle due stanze laterali.
«Tutte morte. Malattia, malnutrizione o abusi di ogni genere.»
«Allora sono contento di averli sterminati tutti.»Sono passati dodici giorni da quando mi sono incontrata coi War Wolfes, quando mi hanno riportata da Shag siamo corsi alla stalla per prendere un cavallo e tornare di corsa da Gozza. Avrebbe fatto lui rapporto alla Gilda. Le marce forzate hanno sfiancato i cavalli ma in poco meno di cinque giorni siamo arrivati, naturalmente un funzionario della Gilda, un umano davvero attraente, mi ha interrogata più e più volte e ho sempre dato la stessa versione dei fatti. Saltando sempre la parte in cui rischiavo di diventare una marionetta di una divinità malvagia. Quella sensazione orribile mi ha segnata, non riesco più a studiare necromanzia e non voglio usare una pergamena per le abilità, ho paura di leggere qualcosa che non dovrebbe esserci. Passo le mie giornate stando seduta davanti al boschetto abitato dagli Spriggan, all'esterno della città. Ho perso persino la voglia di allenarmi, ogni tanto Shag o Mokre vengono a farmi compagnia o a cercare di convincermi a duellare con loro ma rifiuto ogni volta. Ho solo bisogno di stare da sola a riflettere.
«La vedo giù di morale, può provare questa» una mano umanoide coperta di fitte penne nere mi porge una pipa da cui esce un sottilissimo filo di fumo azzurrino «è Embrealeaf, può aiutare a scacciare i brutti pensieri» continua questa voce da ragazzina. Scuoto la testa in segno di diniego «Non fumo grazie» poi alzo lo sguardo e vedo davanti a me un corvo umanoide vestito elegante con una piccola arpa legata al fianco. «Tu chi saresti?» domando sbalordita al nuovo arrivato.
Mi punta addosso i suoi occhi completamente neri per qualche secondo per poi rispondere con una voce decisamente differente da quella da ragazzina che ha usato qualche secondo fa. S'inchina sfiorando il terreno col becco e con voce profonda si presenta: «Sono Kojirō Takahashi un prode guerriero che viene da Est.»
«Chi saresti scusa? E poi perché hai cambiato voce?» il corvo che ha detto di chiamarsi Kojirō inclina la testa ed emette un suono basso e confuso.
«Non sa cosa risponderti. Lui è un Kenku, non ha voce, può solo imitare quello che sente. Credo che non abbia neanche un nome se non quello preso in prestito da un guerriero, Kojirō appunto.» Un umano di grandi dimensioni si avvicina a noi, la sua pelle è scura, gli occhi sembrano dei carboni ma dall'aria benevola, è coperto da una cotta di maglia e tiene una spada lunga legata alla cintura. «Ciao Hartus! Vuoi una birra?» esclama Kojirō voltandosi verso di lui e agitando la mano. Questa volta il suo tono ricorda molto la voce dei nani. «No grazie Kojirō» l'uomo rifiuta con un gesto del capo poi guarda me «spero che non ti abbia disturbata a volte non capita che non capisca gli spazi altrui.» Mi tende la mano e gliela stringo perplessa. «Sei un avventuriero?» indico la spada che porta al fianco. Lui appoggia la mano sull'elsa e sorride «Diciamo di sì, più che altro faccio da guardia del corpo a lui» indica il Kenku col dito, «lui è un bardo e a volte alla fine delle sue esibizioni qualcuno cerca di derubarlo. Il mio compito è impedire che succeda.»
«Capito» ritorno a guardare il boschetto «sa, dicono che all'interno di quel boschetto ci abitino degli Spriggan. Ha mai avuto a che fare con loro durante i suoi viaggi?»
«Spriggan eh, solo una volta di sfuggita quando ero ancora un mercenario. Ero ferito, ero scappato dal massacro dei miei compagni e mi ero rifugiato sul limitare di un bosco molto simile a questo. All'interno ho visto un movimento all'interno e le voci dei miei inseguitori, l'ultima cosa che ricordo è la frase urlata da uno di quegli uomini "Una volta ucciso l'ultimo difensore assalteremo la città e ci prenderemo la pietra sacra". La sacra reliquia che si diceva fosse sepolta appunto nel bosco alle mie spalle. Impugnai la spada e urlai che non avrebbero fatto del male al bosco. Pensavo ci fossero degli animali poi una freccia mi ha colpito al fianco, sono caduto e il mio campo visivo è diventato verde per un istante poi nero. Quando mi sono ripreso ero nella casa del curatore e mi ha raccontato che da solo ho sterminato un intero plotone nemico. Gli era venuto il dubbio che fossi andato in Berserk e mi hanno fatto usare una pergamena per le abilità. Hanno trovato dei livelli da Mago Verde e nessuno ha mai capito come fosse possibile. Solo dopo tempo ho capito che gli Spriggan del bosco mi avevano visto come un alleato e aiutato, probabilmente mi hanno anche curato leggermente dandomi del potere magico. Posso dire di essergli debitore.»
«Come mai mi hai raccontato tutta questa storia?»
«Me lo hai chiesto tu» ride.
«Intendo... perché mi hai raccontato questo tuo segreto? In questa società umana ho notato che le creature arboricole sono considerate un tabù e tu stai raccontando questo segreto a una perfetta estranea.»
«Pwrché anche tu hai un segreto che nascondi molto bene. Ti devo dire la verità ragazza. Non è un caso se io e il mio compagno ti abbiamo trovato. Giorni fa abbiamo sentito parlare di te e lui si è incuriosito, una ragazza che ha incontrato Yzrel ed è sopravvissuta. Devi sapere che sia Kojirō vogliamo la distruzione totale del culto che lo venera. È l'unico modo che abbiamo per uccidere una divinità.»
«Perché?»
«Dei cultisti hanno attaccato il villaggio vicino alla catena di confine e ha sterminato tutti gli abitanti. Tra di loro c'era la mia famiglia e la prima persona che lo ha aiutato.»
«Non ti sto chiedendo la vostra storia ma perché mi avete cercata. Come avete saputo di me? Nessuno oltre alla Gilda sapeva cosa fosse successo. Ditemelo!» mi volto verso di lui e lo guardo con gli occhi umidi, sto urlando me ne rendo conto.
«Elmond ci ha parlato di te, corvaccio» la voce del Kenku è aspra e dura, è quella di Garret.
«Anche voi avete incontrato quello sgradevole Halfling?» domando arrabbiata.
«D'aspetto è sgradevole lo ammetto ma è un buon compagno ti pregherei di non denigrarlo più di così.
«Compagno?» Domando sbalordita.
«Noi siamo parte dei War Wolfes. Abbiamo un obiettivo in comune» mette la mano sotto la cotta di maglia ed estrae un piccolo stemma di metallo. Faccio per ribattere ma il gracchiare da corvo di Kojirō ci interrompe.
«Ho capito amico mio. Signorina, è giunto il momento di abbandonarci. Per ora.»
Nota il mio sguardo interrogativo e la domanda muta. «Il mio compagno è un bardo con abilità da necromante, non ha trovato in te tracce di corruzione. È per questo che ti abbiamo cercata. Anche per dirti di non temere l'oscurità che avanza. Non è sempre un male. Dipende da come la usi, prendi l'esempio del tuo maestro. A proposito, fatti controllare il livello. Non è un caso se gli Spriggan si sono mostrati a te quest'oggi. Arrivederci ragazza necromante.» Entrambi mi voltano le spalle e se ne vanno salutandomi con un gesto della mano. In lontananza sento il suono dell'arpa del Kenku.
Non ho assolutamente capito cosa sia successo però la sua frase mi ha aiutata a far chiarezza nei miei pensieri, non è il problema la mia magia necromantica ma come la userò. Mi alzo in piedi e corro verso la bottega di Gozza.Jiasyfy - 107 anni
Dewooan
Talenti di razza: Cacciatore esperto
Cacciatore notturno
Insonnia
Arciere: 7
Commerciante: 5
Sopravvivenza: 9
Cacciatore: 13
Necromago: 19
Intelligenza 32
«Sei davvero cresciuta nell'ultimo periodo. Questa terribile esperienza ti ha aiutato davvero, ti ha ferita certo ma ti è servita» Gozza mi colpisce la schiena con una pacca che mi sbilancia in avanti e batto le mani sulla scrivania per evitare di cadere.
«Ahia... mi hai fatto male bestione...»
«Complimenti Jiasyfy!» Mokre mi svolazza intorno felice mentre Shag è imbronciato, i suoi livelli sono cresciuti di poco, molto poco.
«Gozza... voglio riprendere ad andare nei dungeon. Voglio che Shagraz'ar migliori le sue abilità magiche. C'è un posto in cui può utilizzare le sue magie fino lo sfinimento?»
«Si. Si chiama la Casa dell'Arciduca. Nome molto figo per un dungeon sotterraneo di un piano, le creature che nascono all'interno sono molto particolari: tutti dei Lich. Non hanno molta forza fisica e basta colpirli alla testa e vanno giù. La magia li brucia ed è adatto per chi deve far pratica con la difesa magica e offensiva, infatti ci potete trovare dentro dei party di maghi alle prime armi.»
«Davvero?» Shag è molto interessato e gli occhi gli brillano «quando partiamo?»
«Ho un'ultima richiesta prima di andare. Gozza puoi insegnarmi qualche incantesimo per visualizzare l'aura?»
«E questa dove l'hai sentita?»
«Un amico» rispondo molto vaga «ho fatto qualche ricerca prima di tornare a casa e ho scoperto che bisogna essere dei necromanti di buon livello.»
«Sai a cosa serve?» annuisco «ammetto che potrebbe tornarti utile. Va bene.» Prende da un cassetto una pergamena e ci disegna sopra un simbolo. «Ripeti dopo di me Zeig mir die Wege der Seele.»
«Zei mir die Wege der Seele.»
«Ora morditi la punta del dito e imprimi la tua firma di sangue nel mezzo del simbolo. Questo sarà il tuo sacrificio. Eseguo con la mano tremante, quando sollevo la mano dalla pergamena l'impronta scarlatta del mio dito risalta nel mezzo del simbolo. Fissando il dito noto una flebile nebbia verde pallido. «Gozza... credo che abbia funzionato. Ho visto una nebbiolina verde intorno al mio dito.»
«Ora guarda Shag e concentrati ripetendo quello che hai detto nella firma.»
«Zei mir Wege der Seele» e guardo intensamente il mio compagno: una leggera nebbia rossa lo circonda. Lo descrivo a Gozza.
«Perfetto ragazza mia! Allena il tuo senso e riuscirai a percepire la presenza delle persone anche attraverso le pareti»
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In Den Kerker
FantasyLe avventure di un'elfa e dei suoi pards. Una squadra scalcinata che dimostrerà che non bisogna necessariamente seguire tutti i canoni per fare strada