Draghi?

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I Draghi, creature leggendarie che esistono fin dagli albori dei tempi. Creature coperte di squame resistenti alla magia e agli attacchi diretti, in grado di sputare fiamme altro dalle loro gigantesche fauci, le loro ali membranose gli permettono di spiccare il volo e di percorrere grandi distanze in poco tempo nonché di piombare fulminei dall'alto contro le prede. I loro colori sono vari e ad ognuno è legato un elemento, il loro respiro è in grado di generare fiammate carbonizzanti, bufere o illusioni e nei casi dei draghi più anziani anche di cambiare le condizioni metereologiche. Solo i paladini e gli avventurieri di classe più alta hanno la capacità di affrontare un drago adulto e neanche in gruppo hanno la certezza di vittoria. Innumerevoli sono stati gli aspiranti eroi che hanno perso la vita per cercare di avere gloria con l'uccisione di una di queste creature.

«Ti rendi conto di quello che ci stai chiedendo di fare?!» urlo a Gozza mentre il carro avanza tranquillo lungo la strada sterrata.
«Si, vi ho chiesto di andare a soggiogare un drago e io vi sto accompagnando. Semplice no?» mi risponde l'orco con un sorriso.
«Si ma... noi siamo alle prime armi, come pensi che potremmo mai soggiogare un drago? Diglielo anche tu Shag.» Solo che il mio compagno non mi sta ascoltando, è impegnato a guardare la pergamena che ha richiesto al nostro datore di lavoro. La pergamena di livello è cambiata dopo lo scontro con i goblin e ora recita:

Shagraz'ar - 19 anni

Delizan


Talento di razza: Rigenerazione

Ladro: 4

Illusionista: 6

Individua trappole: 1

Magia delle fiamme: 1

Magia del fulmine: 1

Magia della mente: 1

Guerriero: 1

Lanciere: 1

Fromboliere: 1

Assassino: 3

Intelligenza: 16

Il suo livello è aumentato e le sue abilità migliorate. Nonostante lui bramasse fin da piccolo di diventare un avventuriero solo ora si rende conto di cosa ciò implica.
«Lascialo perdere per il momento, è troppo preso a guardare le sue abilità. Quello scontro vi è servito, anche a te molto. Potresti vedere il miglioramento se prendessi un'altra pergamena.»
«Così da indebitarmi ancora di più? Non ci penso.»
L'orco sorride poi ritorna a leggere il suo libro. È divertente guardarlo: è un bestione muscoloso originario di una razza la cui guerra e combattimenti sono l'unica ragione di vita e lui si dedica allo studio, cercando di evitare a tutti i costi la violenza. Il carro sobbalza ma lui non batte ciglio. Lo scontro con l'hob è stato questa mattina, siamo stati tre ore nella grotta e ce ne sono volute una per andare e una per tornare. Abbiamo ancora circa dieci ore di luce, spero che combatteremo il drago di giorno. «Signori» il conducente si volta e ci guarda «tra poco arriveremo» mi sorride vedendo che sono preoccupata. Mi avvicino e gli sussurro all'orecchio in modo che Gozza non mi senta: «Non possiamo far finta di perderci?»
«Ahaha! Signorina, ha paura di incontrare Mokre?»
«I-intende dire che il drago ha un nome? M-ma è una specie di protettore che è impazzito o simili? Soprattutto è sicuro andare in quel villaggio se c'è un drago lì in zona?»
«Sono circa tre anni che è comparso Mokre, all'inizio ha creato panico poi grazie al grande Go-za'ar è stato soggiogato, comunque non c'è alcun problema con lui, la tratta e la cittadina sono sicure.» Ride ancora e mi fa cenno di sedermi in cassetta con lui. Scavalco e mi siedo davanti, sopra le orecchie del mulo vedo la strada svolgersi finché dopo una curva si può notare la nascita di una piccola civiltà. Bucolico, non c'è altro modo per definire il panorama. La strada sterrata continua sinuosa attraversando l'agglomerato di case di legno e pietra, le abitazioni degli umani sono tutte molto simili: alte uno o due piani con piccole finestre, porte di legno intarsiate e fiori su ogni davanzale. le uniche costruzioni differenti sembrano essere le stalle che sono decisamente più grandi e meno elaborati come edifici, la segheria costruita lungo il piccolo fiumiciattolo con la sua ruota ad acqua che gira placida assecondando la corrente, l'ultimo edificio più grande degli altri è quella che sembra essere una locanda. Rastre è solo un piccolo paese di passaggio se ci si sposta verso la costa est da Rujk. Di solito i mercanti si fermano di rado in questa cittadina perché si trova solo a tre ore di carro dalla città. La locanda la si riconosce perché l'edificio è allungato e sopra la porta d'ingresso c'è una piccola insegna con disegnato un boccale e una bottiglia incrociate sopra la scritta ​​La locanda del mulino. Arriviamo alla piazza principale del paese e il conducente ferma il carro, noi scendiamo e ci offriamo di aiutarlo a scaricare le provviste che ha comprato per il suo bestiame ma rifiuta «Ci ripagherete rimettendo in riga Mokre» fa schioccare le redini dirigendosi verso la sua casa ridacchiando.
«Gozza... ci devi spiegare perché se la ridacchiava cosi tanto parlando del drago» Shag mette via la sua pergamena e si stiracchia mentre guarda l'orco.
«Ma come fate a essere così tranquilli? Dobbiamo affrontare un cavolo di drago! UN DRAGO!»
«Ascolta Jiasyfy... se dovessimo davvero affrontare un drago ci penserebbe Gozza e io e te fuggiremmo.»
«Io mi oppongo... sono qui come osservatore. Sarete voi due ad affrontare Mokre e a soggiogarlo. Sono stato chiaro?» l'orco ci mette una mano sulla spalla e ci guarda entrambi. Dimostrate che vi meritate delle armature nuove. Ve le regalerò io.» Abbasso lo sguardo sulle nostre corazze di cuoio macilente, masticate e strappate. «Ci sto» accetto controvoglia. L'orco ci fa cenno di dirigerci verso una delle case più grandi con l'ingresso sulla piazza ma, a metà strada veniamo intercettati da un uomo. È abbastanza avanti con gli anni, i capelli sono striati di grigio e iniziano a diradarsi sulle tempie lasciando scoperta una fronte solcata dalle rughe e bruciata dal sole, solleva le mani in un gesto di saluto e noto che sono callose e coperte di terra. «Benvenuto Nobile Go-za'ar. Chiedo perdono per il mio abbigliamento poco consono» è vestito con dei pantaloni di tela coperti da uno strato di polvere, una camicia bianca chiazzata di sudore le cui maniche sono arrotolate lasciando scoperti gli avambracci.
«Non devi preoccuparti Foshen so che lavori nei campi tutto il giorno. Piuttosto, ho letto la tua richiesta. Significa forse che Mokre ha combinato qualcosa?»
«Purtroppo si» abbassa il capo sconsolato, «in tre anni dalla sua comparsa non è mai successo nulla e ora... dieci giorni fa... la mia... Yahshu... non c'è più...»
«Mi spiace molto per la tua perdita» Gozza gli batte la mano sulla spalla in un goffo gesto consolatorio poi si volta verso di noi «lui è il sindaco di questa cittadina, è lui che ha mandato la richiesta.»
«Ah bene! Volevo giusto parlare della ricompensa. Non crede che trenta monete d'argento siano un po' poche per soggiogare un drago? Voglio dire, è un drago.»
Gozza incara la dose. «In effetti il ragazzo ha ragione, trenta monete d'argento non sono molte per il lavoro che state chiedendo. Questi due avventurieri meritano di più.»
«M-m-ma è quello che siamo riusciti a raccogliere, è una colletta comune. D-dovete capire... in un solo due giorni abbiamo perso otto capi di bestiame, un pezzo di campo coltivato, due stalle e una parete del magazzino, stiamo andando verso la stagione del raccolto e siamo in difficolta...» il povero Foshen sembra sull'orlo delle lacrime, hanno perso molto in pochi drastici minuti, bestiame, edifici e sua moglie. Guardo inorridita i miei due compagni, inizio a tremare carica d'ira e con uno scatto afferro Shagraz'ar per il colletto e punto l'altro indice contro Go-za'ar «Voi due dovreste vergognarvi!» inizio a strillare «vi stanno richiedendo aiuto e voi cercate di lucrarci sopra? Siete gli avventurieri peggiori che io abbia mai visto! Da te Shag me lo sarei aspettato ma da te Gozza... ASSOLUTAMENTE NO!» mi volto verso Foshen «accettiamo la sua quest.» Il volto dell'uomo sembra illuminarsi «Allora credo che vi debba qualche spiegazione. Mokre è apparso qui tre anni fa, il nobile Go-za'ar era presente e lo ha "soggiogato" infatti abbiamo vissuto in pace per tutto questo tempo, ci aiutava nelle faccende, i bambini giocavano con lui e tutto sembrava andare per il verso giusto. Finché dieci giorni fa non c'è stato un incendio, il fienile del mio vicino Kruger ha preso fuoco e l'incendio ha imperversato attaccando la mia stalla e delle sterpaglie che c'erano lì intorno. Il vento ha fatto sì che le fiamme attecchissero anche sulla mia stalla, siamo corsi tutti cercando di spegnere le fiamme, abbiamo formato una catena umana per portare secchi d'acqua dal fiume ma abbiamo impiegato troppo tempo per spegnere le fiamme. Gli edifici erano già crollati sopra in nostro bestiame e contro di noi, ed è stato in quel momento che la mia Yahshu» tira su col naso.
«Non si preoccupi, ci penseremo noi a mettere fine al terrore» non ne sono assolutamente convinta, mi vedo già come cibo per draghi «più che altro, perché ci avete impiegato dieci giorni per chiedere il nostro aiuto?»
«Perché nessuno di noi ha visto Mokre causare l'incendio. Finché la signora Maru non ha notato il segno di un'ustione su suo figlio Zazat. A quanto pare il piccolo voleva tenere nascosto l'accaduto. Allora abbiamo fatto una riunione degli anziani del paese e abbiamo raccolto il denaro.»
«Capisco. Shag, preparati ci dobbiamo dirigere verso la tana di Mokre» mi volto di nuovo verso Foshen rendendomi conto che non so dove trovare il drago. «A proposito, dove lo possiamo...» non finisco la frase, sento puzza di fumo «Shag! Lo senti anche tu questo odore?» solleva il muso squamoso e inspira violentemente l'aria due, tre volte. «Sì, è fuoco. Andiamo!» estrae la sua arma e mi fa cenno di seguirlo. Corriamo verso la fonte dell'incendio con Foshen e Gozza che ci seguono, mi sembra di vederli sorridere. Ci troviamo davanti a una scena infernale: dei covoni di paglia sono in fiamme, le fiamme danzano alte nel cielo e volute di fumo denso e nero si alzano dallo steccato di legno che sta lentamente bruciando. Le fiamme hanno spaventato gli animali che ora emettono versi disperati cercando di sfondare i recinti in cui sono tenuti, dei ragazzini guardano l'incendio spaventati, gli occhi vitrei e sgranati, le bocche spalancate in un urlo muto. Tra il crepitare del fuoco, grazie al mio udito più fine, riesco a sentire dei movimenti. Fisso intensamente le fiamme, una lingua di fuoco guizza verso il lato dell'incendio e colpisce il recito degli animali causando un altro focolaio e ulteriore panico nelle bestie, altre lingue di fuoco inceneriscono il terreno incocco una freccia e la scaglio tra le fiamme. Pessima idea: il muro di fuoco si alza ulteriormente e una voce gutturale attraversa le fiamme crepitanti raggiungendo le nostre orecchie e facendoci tremare. Mi rendo conto che non riesco a muove un singolo muscolo talmente è forte il terrore che mi attanaglia «COME OSATE SFIDARE IL GRANDE MOKRE» lascio l'arco e cado all'indietro, piccola, insignificante e tremante, Shag invece riamane in piedi paralizzato in una posizione di guardia, visto così sembra fin eroico se non fosse per l'estremo tremore che si nota dalle sue mani. Le fiamme si scuriscono, una figura colossale, probabilmente nascosta dall'edificio, si sta preparando ad attraversarle. Un muso rettile coperto da scaglie rosse si para dinanzi a noi, sbuffa del fumo dalle narici e fa passare la grossa lingua sui denti aguzzi pronto ad assaporarci. Non riusciamo a muoverci, a parlare, a far nulla. Finché il grane Mokre non riprende la parola «Io sono il grande Mokre! Io sono un drago! TREMATE!»
«Mokre! Smettila!» gli urla Gozza da dietro di noi, mi volto a fatica per guardare che magia avrebbe lanciato contro il mostro, poi mi ricordo che i draghi sono immuni alla magia. «S-siamo s-spacciati» balbetto a fatica. L'orco ride di gusto senza mai smettere di fissare il bestione «È ora di smetterla, Mokre.»
La risposta del drago non tarda ad arrivare, questa volta con una voce acuta, quasi da bambino, quell'acuto gracidante e fastidioso «M-ma... io sono un drago.»
«No Mokre, non lo sei. Sei un coboldo. La tua magia ti permette di prendere le sembianze di un drago ma non lo sei.» Il grande drago sparisce in un istante, al suo posto c'è una piccola creatura dalle pelle rossastra coperta di scaglie, il muso leggermente allungato e una lunga coda che frusta ripetutamente l'aria. Gli occhi sono gialli e brillanti, dalla bocca escono dei sottili denti aguzzi, è coperto da una tunica nera sbiadita, strappata e sbrindellata con segni di diverse cuciture come se qualcuno tentasse di riparargliela. «Ma...» fa per dire, l'orco lo blocca e gli indica le fiamme. Il coboldo mette il broncio ma alza le mani e intona rapido un incantesimo «Ich, der große Mokre, Monarch der Flammen, befehle euch, euch auszulöschen und euch mir anzuschließen» le fiamme iniziano a girare vorticosamente verso di lui, formano serpenti fiammeggianti che gli avvolgono le spire intorno le braccine per poi venire risucchiati dai suoi palmi.
«Bravo Mokre» Gozza gli si avvicina e appoggia la mano sulla sua testa «però il signor Foshen mi ha detto che hai causato gravi danni alla città, che otto mucche sono morte pure la sua Yahshu. Ti sei scusato?»
«No... non ho fatto apposta» il piccolo coboldo sembra essere sull'orlo delle lacrime.
«Perché no?»
«Avevo paura che mi cacciassero via...» poi scoppia in un pianto disperato, cade col sedere a terra e inizia a ululare mentre le lacrime gli colano dagli occhi lungo le scaglie.
Foshen lo prende in braccio come farebbe con un bambino. «Su dai, non fare così. Se ce lo avessi detto subito non avremmo chiamato il signor Go-za'ar. Il problema è che poi sei sparito quindi pensavamo che tu avessi perso la ragione. Capisci?»
«S-si... sniff» si pulisce il naso con una manica della tunica. Intanto Gozza mi allunga una mano per aiutarmi a rialzarmi, mi pulisco dalla polvere e parlo a bassa voce: «Perdonate quel coboldo nonostante abbia causato la morte di sua moglie?»
Foshen mi guarda stupito «Mia moglie? Mia moglie è lì» mi indica una donna paffutella che si è avvicinata a guardare il trambusto insieme a un'altra quindicina di persone.
«Quindi chi è Yahshu?»
«La mia mucca da concorso, perché?»
«Quindi... io e lui» indico Shag «siamo stati ingaggiati per far da balie a un coboldo che si crede un drago?»
«Perché non lo avete specificato nella quest?!» Shag è su tutte le furie, sembra essere pronto a colpire il sindaco. L'uomo fa per dire qualcosa ma Gozza s'intromette: «Foshen, credo sia meglio che tu porti Mokre a casa, poi parliamo della ricompensa.» Si volta verso la folla «E voi tornate al lavoro. Sciò» sventola le mani e aspetta che tutti se ne siano andati. Io e Shag facciamo per contestare la sua decisione ma ci zittisce con lo sguardo. «Capisco che siate arrabbiati per il fatto che non vi ho detto tutta la verità, però dovete sapere che Mokre non è un semplice coboldo. Lui ha davvero la potenza distruttiva di un drago in sé. È nato con i poteri di uno stregone delle fiamme e può utilizzare le magie senza aver bisogno di catalizzatori, è in grado di sparare fiamme dalla bocca e di volare. Nonché di creare delle illusioni veritiere, come avete potuto constatare. Tre anni fa quando l'ho conosciuto aveva appena dato fuoco a metà villaggio solo perché diceva di essere un drago e nessuno gli credeva. Sono riuscito a tranquillizzarlo e i cittadini lo hanno adottato. Ora, dopo pochi anni è già in grado di creare un muro di fiamme però non è in grado di controllarsi. Direi che ha bisogno di una guida. Questa cosa è davvero spaventosa, un drago in miniatura che necessita di una guida. Ahaha» ci squadra «credo che sarebbe un'ottima aggiunta per il vostro party.»
«Cosa?!» esclamiamo all'unisono. Intanto abbiamo raggiunto una stalla intatta dalla quale sta per partire un carretto con destinazione Rujk, Gozza prima di rispondere a noi chiede un passaggio all'uomo.
«Si esatto, avete capito giusto. Voglio che si unisca a voi, dopotutto la potenza di fuoco di un drago potrebbe servirvi.» Finisce la frase quando quell'idiota di Foshen e Mokre arrivano da noi. L'uomo camminando e il coboldo svolazzando a un paio di metri da terra. «Scusate ma non voleva saperne di dormire.»
«Io sono un drago, i draghi non dormono a comando» spiega.
«Se lo dici tu, comunque questa è la ricompensa, grazie e scusate il disturbo per una questione così di poco conto.» Mi mette in mano un sacchetto pieno di monete d'argento.
«Non deve scusarsi, se avesse scritto "Badate al coboldo" credo che non avremmo risposto» accetto le monete con un sorriso.
«Ho una domanda da farti Mokre» domanda a bruciapelo Gozza «vuoi unirti ai miei allievi per partire all'avventura?»
Il coboldo esegue una piroetta a mezz'aria e fissa l'orco negli occhi. «Avventura?»
«Sì, avventura. Girare per i dungeon e per il mondo. Magari potresti incontrare i draghi.»
«Accetto» non ci pensa nemmeno un secondo prima di rispondere, poi atterra e si avvicina a noi, tende la mano fatta da tre dita prima a me e poi a Shag e si presenta «Mokre, grande drago rosso e voi siete?»
«Io sono Shagraz'ar, mentre l'elfa che prima ti ha bersagliato con una freccia è Jiasyfy.»
«Piacere mio» gli tendo la mano poi salgo sul carretto. Gozza e Shag mi seguono mentre Mokre svolazza felice.
«Ragazzi» inizia Gozza mentre il carretto ondeggia sul terreno, «le trenta monete tenetele voi, vi aggiungerò qualcosa per comprare delle corazze nuove. È il minimo che possa fare per ripagarvi.»

«Yeah! Vai così!» io e Shag urliamo felici.

Siamo arrivati a Rujk al crepuscolo, ci siamo fiondati alla taverna all'esterno delle mura. Non vedo l'ora di raccontare tutto a Nixif.

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