🫐 Capitolo 10 🫐

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|| Jeno ||

L'indomani mattina, mi svegliai, feci le solite cose e poi andai verso scuola. I miei erano già a lavoro come al solito loro.
Erano le 07:35. Decisi di andare verso l'infermeria e quando arrivai non la vidi.

Stavo per andarmene, ma quando mi girai me la ritrovai davanti. Letteralmente. Ero in panico e non sapevo che fare.
«Chi cerchi?» mi chiese sorpassandomi tranquillamente e sedendosi su uno dei lettini.
«Ehm... diciamo che-»
«Volevi vedermi?»
«Ecco, bhe... in un certo senso-»
«Ragazzo, che ci fa lei qui? Non dovrebbe essere in classe dato che tra poco suona la campanella?»

Era l'infermiera. Anche questa volta venni salvato.
«Lei non dovrebbe tornare anche in classe?» mi scappò dalla bocca.
Potevo semplicemente andarmene senza dire nient altro e invece?
Tch.

«Deve prendere la pillola per guarire più in fretta»
«Capisco... allora... io vado...» risposi continuando a complicare le cose.
Me ne andai facendo un veloce inchino.
Mi sedetti subito al mio posto non appena entrai in classe.

«Eccoti finalmente, tra poco suona la campana» mi disse il mio compagno di banco.
«Karina mi ha chiesto di te, proprio due minuti fa se n'è andata»
«Uh? Chi?» dissi fermandomi e guardandolo panicando.
«La tua tipa, ma che ti prende? In questi giorni sei diverso»
«Lascia stare» dissi evitando di rispondere.

«Comunque mi ha detto che appena finiscono le lezione viene a prenderti qui in classe perché deve parlarti.» conlcuse.
«Di cosa, te lo ha detto?» domandai.
Egli fece spallucce.
«Cazzo... sicuramente per ieri...»
«Ieri? Cosa è successo ieri? Le hai per caso detto di prendervi una pausa?» Ridacchiò
«No!»

Suonò la campanella e il professore entrò, infatti ci alzammo tutti, ma subito dopo anche Jinhi entrò. Sorrisi mentalmente e calai lo sguardo.
Anche questa volta il mio vicino di banco se ne accorse.
«Che idiota» gli sentii dire in sussurro.

Ci sedemmo tutti, compresa Jinhi.
Cominciarono le lezioni tranquillamente e poi quando finirono la vidi scappare via come un fulmine verso l'infermeria.
«Di nuovo?» pensai. Poi mi tornò in mente che doveva togliere il gesso. «Oddio, vero! Scappò così veloce perché doveva togliere il gesso oggi!» mi tornò in mente anche quello che prima mi disse il mio compagno di banco e scappai. Ma indovinate dove?
Tra tutti i posti possibili presenti in questa scuola, decisi di andarmene proprio in infermeria.

«Perdonatemi, fatemi entrare!» dissi con l'affanno facendole spaventare.
«Oh Santo cielo... di nuovo tu?!» mi disse la più grande.
«Vi prego... non saprei dove andare altrimenti»
«Che è successo» mi disse Jinhi senza guardarmi.
«Ecco, diciamo che sto scappando da Karina...» ammisi.

Spalancò gli occhi.
«Tu che scappi dalla tua ragazza? Perché mai dovresti farlo» disse.
«Non puoi farti gli affari tuoi?»
«Senti, potresri andartene a casa-»
«Ha le chiavi di casa mia. Quindi può entrare se vuole-»
«Jeno, so che sei qui ti ho visto correre per venire da questa parte. Fatti vedere!» sentimmo.

Guardai Jinhi facendole capire di pararmi il culo e sospirò.
«Non credo ci sia un posto adatto per nascondersi qui» disse l'infermiera.
«Qualsiasi cosa.» dissi.
«Me ne sto già pentendo perché so già che ci andrò io sotto come al solito... ma potresti distenderti sotto il lenzuolo del mio lettino accanto a me. Alzerò le gambe in modo tale che non possa vederti, però devi collaborare. Quindi devi coprirti anche la testa.»

Non me ne fregava niente, l'importante era che riuscivo a salvarmi da quella lì.
«Non mi importa»
«Vieni...» disse insicura.
Mi avvicinai a lei e poi riprese a parlare.
«Sai che non dovrei difenderti dopo tutto quello che mi hai fatto, vero?»
Annuii rimanendo a testa bassa.
«Entra» continuò.

Solo quando entrai sotto il lenzuolo, mi accorsi della pessima decisione. Eravamo troppo vicini e per qualche strano motivo provai di nuovo quella sensazione.
Cercai di stare il più calmo possibile.
«Infermiera, ha per caso visto un ragazzo- TU?!» la sentii esclamare.
Si stava chiaramente riferendo a Jinhi.

«Colpa tua.» disse. Si stava cacciando di nuovo nei guai, non dovrebbe risponderle con questo tono.
«Che vorresti dire» le disse.
«Tu sei venuta qui»
«Di certo non per te. Non rispondermi più in questo modo. Io stavo cercando il mio Jeno.»
«Il tuo Jeno? Ma se non vuole farsi vedere ci sarà un moti-» le diedi un pizzicotto. «aish...» disse.

«Ma che ti prende.» le disse Karina.
«Piccolo dolore alla spalla. Adesso vai via altrimenti l'infermiera non può togliermi il gesso»
«Non mi importa. Dimmi dov'è Jeno perché potrei farti del male. So che è venuto qui.»
Si accorse di me sotto le lenzuola perché si era avvicinata a lei togliendole il lenzuolo di dosso.
«Cazzo...» pensai.

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sᴇᴄᴏɴᴅ ᴄʜᴀɴᴄᴇ ;; ʟᴇᴇ ᴊᴇɴᴏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora