Prologo

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L'imbarcazione sembrava enorme e il cielo terso alle sue spalle contribuiva a darle un'impressione di grandezza. 
Sembrava uno sfondo monocolore, perfetto nella sua unicità di azzurro, messo apposta per far risaltare la nave, che si stagliava in quell'orizzonte sconfinato.
"Sbrigati Korai! O faremo tardi!"
Lo stupore nel vedere una così incredibile imbarcazione paralizzó il giovane ragazzo dai capelli castani, che sentendo la voce del padre  tornó a caricare i bauli sulla nave destinata a loro, quella piccola accanto.
La famiglia Raisegher si stava preparando per il loro viaggio annuale di piacere.
Non erano in tanti, ma i genitori e il figlio che la componevano erano così rumorosi e allegri da non aver bisogno di altra compagnia all'infuori della loro.
L'equipaggio era ormai avvezzo a quella famiglia bizzarra. Una ciurma di dieci persone affittava la propria nave a dei ricchi signori e li portava in viaggio. Era un buon modo per arrotondare dal momento che pagavano bene. Quell'anno, peró, c'era stato un cambiamento. Avevano appena cambiato imbarcazione prediligendone una più grande, proprio quella che il ragazzo stava ammirando, e per rientrare nelle spese avevano deciso di vendere quella vecchia.
I signori Raisegher facevano proprio al caso loro.
Non si può dire se fossero persone perbene o meno, erano uomini abituati al duro lavoro di mare, con un passato più o meno oscuro, al cieco e fedele servizio del loro copitano. Come se la loro personalità fosse il riflesso della sua, come se non potessero esistere senza di lui.
Una ciurma a tutti gli effetti. Ed era proprio questo che piaceva al signore Raisegher, la loro reciproca fedeltà.
Il capitano Jeff, nei precedenti viaggi, aveva sempre affiancato il signor Raisegher nella navigazione che, se avesse potuto, sarebbe partito volentieri da solo.
Ma la condizione per affittare l'Atlantica, la piccola nave, era accettare minimo tre marinai a bordo, compreso il capitano.
Questo perché Jeff, come un buon capitano che si rispetti, aveva a cuore due cose: il denaro e la sua nave.
I soldi facili come quelli dell'affitto dell'imbarcazione facevano sempre comodo, ma non poteva certo lasciare completamente in balia di inesperti la sua povera nave.
O meglio, lui considerava inesperto chiunque non fosse un capitano o non lavorasse su una nave a tempo pieno.
Il Signor Raisegher in realtà se la cavava abbastanza bene dopo tutti gli anni di esperienza passati sulle navi, ció grazie al suo mestiere che lo aveva sempre portato a viaggiare per lavoro, in quanto commerciante di beni pregiati.
La trattativa fu conclusa senza problemi e, dopo una stretta di mano formale, la piccola famiglia salì sull'imbarcazione che li stava aspettando.
Korai non poteva credere ai suoi occhi, avevano una nave tutta loro!
Era bellissima, di un legno lucido e chiaro, le parti laterali della nave erano assicurate da ringhiere di colonne basse mentre la cabina del capitano era immensa!
Mentre toccava tutto quello che aveva sottomano sentiva come le dita incontrassero sul legno liscio delle piccole insenature, come il mare calmo increspato dalle onde.
Del resto l'Atlantica era una nave di seconda mano ed era normale che il legno fosse scheggiato in alcuni punti.
Ciò gli piaceva ancora di più!
Il nome dell'imbarcazione non era stato cambiato perché, come tutti i marinai che si rispettino, bisogna essere superstiziosi e per scaramanzia il nome di una nave non si cambia. Inoltre era un bel nome, quindi nessuno sollevó obiezioni al riguardo.
Era una nave vissuta, che aveva visto avventure a solcato diversi mari.
Come avrebbe voluto, un giorno, fare lo stesso!
Il mestiere del padre non era qualcosa che si ereditava, bisognava avere talento con le persone e Korai si sentiva a proprio agio solo con chi conosceva bene.
La madre Loredai, una donna dal viso pallido e delicato, sapeva dell'inclinazione del figlio e lo incoraggiava a trovare la sua strada, aiutandolo a far ragionare il padre.
Con i suoi modi gentili e affettuosi era sempre in grado di convincere Arold, il marito, un uomo grassoccio dalle guance rosse, ma dal viso bonario e sorridente.
Sembravano davvero una famiglia bizzarra, che non c'entravano niente l'uno con l'altro, ma in realtà erano perfetti insieme.
Tutti, poi, avevano una passione comune: il mare.
Loredai, vestita quasi come una pastorella col suo cappellino e ombrello parasole azzurro polvere, ammirava le onde del mare, poco prima di preparare il pranzo per tutti.
Aveva il compito di curarsi della nave, come un mozzo.
Arold invece governava il timone, fiero di essere al centro della nave e guardare l'orizzonte, come un vero capitano.
Korai, invece, sentiva di avere il ruolo più importante di tutti, lui era la ciurma intera, il marinaio dalle mille mansioni. Si occupava delle cime, delle vele, della rotta da seguire e tutto ciò che serviva per una navigazione sicura.
A differenza del padre era alto, con un corpo atletico dalle spalle larghe.
Nonostante la sua fisicità però, il viso era ancora quello di un giovane ragazzo di 17 anni, dagli occhi nocciola e le lentiggini.
Pieno di grandi sogni, aspettative e, forse, di ingenuità. 
La navigazione proseguiva lenta ma costante e infine si fece sera.
Per muoversi non avevano bisogno degli strumenti della natura, come le stelle, poiché avevano con sè gli strumenti dell'uomo, una bussola e le carte di navigazione.
Sistemata la rotta per la sera, si sedettero tutti insieme a chiacchierare.
Erano felici.
"Mamma, delle volte mi chiedo come una persona delicata come te sia propensa a stare così tanto tempo per mare con tutte le fatiche che comporta,  senza tutte le comodità di una vita sulla terraferma!"
Disse Korai mentre guardava la madre versarsi un po' di tè, con quelle sue mani bianche e delicate, che mai avevano fatto lavori pesanti o faticosi.
"Sai caro, per vivere una bella esperienza come questa del mare devi essere disposto a sacrificare qualcosa.
Fin da bambina sono affascinata dalle legende che si narrano sui fondali e i luoghi più misteriosi, il mare mi attira per il suo mistero e la sua magia.
Nonostante ciò, non rinuncio certo a molte cose. Ho voi e i miei infusi di thè, direi che non posso lamentarmi" concluse sorridendo con dolcezza e delicatezza, dote che le apparteneva particolarmente.
"Oh Oh, invece a me piace guidare la nave come un vero capitano! Anzi, lo sono proprio considerando che ora questa nave è nostra adesso!" Disse ridendo il padre "il mare offre opportunità di ricchezza figliolo, nuove terre, nuovi prodotti da commerciare. E come capitano posso decidere dove andare e quali carichi prendere sulla mia nave, tenendo per me tutto il guadagno senza pagare marinai o l'affitto della nave. Questo è quello che si chiama investimento!"
Del resto Arold era un commerciante e la sua vena per gli affari faceva parte della sua natura, oltre che della sua discendenza.
Raisegher significava "Viaggiatore" e lui e suo figlio avevano la stessa inclinazione, anche se per motivi diversi. Del resto, uno era spinto dal denaro mentre l'altro dalla curiosità, ma questo è solo un dettaglio.
"Io invece voglio esplorare questo mondo. Ho fame di scoperte, voglio sapere cosa c'è all'orizzonte!" Disse Korai alzandosi in un impeto di entusiasmo. Stava fissando la luna e le stelle davanti a sè, sapeva che si trovavano al di sopra di luoghi inesplorati e lui avrebbe voluto essere il primo a metterci piede.
Il padre avrebbe preferito che il figlio avesse più senso pratico, ma crescendo era sicuro l'avrebbe acquisito "Sì, da grande potrai viaggiare. E magari nel mentre, andando nelle tue terre inesplorate, potresti scoprire qualche prodotto perfetto da commerciare"
"Sono sicura sarà così, solo aprendo nuove porte si hanno nuove opportunità. Inoltre, tutto ciò che si fa con passione è destinato ad avere successo"
Loredai cercava sempre il modo di mediare tra padre e figlio, del resto ciò che volevano non era poi così diverso: entrambi vivevano per i viaggi.
La cena finì consumando della carne cotta grazie alla cucina attrezzata della nave e dei pomodori conditi, ultimo prodotto commerciato dal marito che avevano riscosso molto successo.
Quello era un viaggio di piacere dopotutto, una volta all'anno partivano per fare una traversata in mare e scoprire un posto nuovo.
La loro direzione, stavolta, era Yuruga. Terra esotica e ricca di popoli e culture diverse. Una vera città cosmopolita.
Una volta tolte da tavola le stoviglie si coricarono.
L'indomani sarebbero dovuti arrivare.

Non si respira. Korai apre gli occhi e tossisce, la sua camera è piena di fumo.
Cosa sta succedendo?
Scende dal letto e corre alla porta dei genitori "Mamma! Papà!"
Bussa disperatamente ma non rispondono
"Mamma! Papà! Svegliatevi, la nave va a fuoco!"
Da spallate violente alla porta, ha paura.
Saranno svenuti?
Continua a colpire la porta, un colpo dopo l'altro, la spalla fa male, il fumo avanza, non respira.
"MAMMA, PAPÀ" il fumo gli sta bruciando gli occhi, le lacrime iniziano a scendere, sta tremando.
Finalmente qualcuno apre, è il padre.
"Korai dobbiamo scappare!"
Il padre non si reggeva in piedi, il fumo gli aveva fatto perdere i sensi e a fatica era arrivato alla porta, le urla di suo figlio lo avevano svegliato.
Korai tossisce.
Tutti e tre corrono per le scale salendo verso prua.
I gradini sono pochi, la porta è lì davanti, la aprono.
Fuoco.
"Non c'è via di scampo!" Grida Korai disperato
"VAI NON FERMARTI!"
Il padre lo spinge tra le fiamme, bruciano.
"CORRI!" Urlano i genitori.
Korai sparisce dietro quel muro di fuoco.
Eesegue l'ordine.
Corre, ha paura, fa male.
Si getta a mare.
"MAMMA PAPÀ".
Piange, grida i loro nomi disperato. Nessuno risponde.

La mamma si guarda le mani rosse, bruciate e tremanti.
Gli occhi del marito non mentono, anche lui ha il terrore della morte.
Si abbracciano per un'ultima volta, cercando di darsi conforto mentre il fuoco li brama incessante.
Sentono la voce di Korai che li chiama, un'ultima lacrima scende dalle loro guance mentre evapora insieme al fumo, una lacrima destinata a Korai.
Erano riusciti a salvarlo.

Le due figure sulla nave stanno bruciando, ma ce n'è una terza.
Dall'altra parte della nave, dove il fuoco non è ancora del tutto arrivato, una figura sembra danzare tra le fiamme.
Sembra una giovane donna. La sua figura oscura si muove illuminata dal fuoco, e mentre Korai piange disperato e chiama il nome dei genitori con le sue ultime forze, alla fine perde i sensi, con quell'ultima immagine nella sua mente.

La figlia del PirataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora