Capitolo 11

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Alessandra
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«Ops, mi scusi» Dico velocemente non appena mi scontro con qualcuno.
E' una ragazza, e sembra essere poco più grande di me.
«Fa nulla» Mi dice accenando un debole sorriso. Se ne va.

"Ma io questa l'ho già vista..." Penso tra me e me girandomi verso la lunga fila, che fortunatamente -ma chi è che si magna i gelati all'ora di pranzo?? Ceh, pranzate con un gelato, davvero??- si sta facendo sempre più corta. La guardo meglio: ora sta ordinando un bambino sugli 8 anni, accompagnato dal padre.

Come gusto ha scelto cioccolato e pistacchio con un po' di panna sopra, con l'aggiunta di un biscottino a forma di cono regalatogli dalla gelataia.

Cioccolato e pistacchio, mmh...questi due gusti insieme stanno bene come gli spaghetti stanno bene col ketchup al posto della salsa, vale a dire 0, o meglio, zero per cioccolato e pistacchio, che alla fine non è così terribile;
zero spaccato, ma proprio spaccatissimo, il nulla letteralmente, per spaghetti con ketchup: come si fa a mangiarli assieme?

Apro la bocca, tiro la lingua di fuori, faccia schifata, indice e medio uniti che vanno a sfiorare la lingua, e poi libero chiaramante tutto il mio disprezzo per questo piatto dicendo un "BLEAHH" schifato e anche forse un po' troppo forte, tant'è che la coppietta di vecchietti vicino a me mi sente e se ne va via, guardandomi poi con una faccia impaurita e stranita.
Bah...sicuramente staranno pensando "ahhh sti giovani d'oggi, troppi pochi schiaffi hanno avuto". Ci scommetto, ho la mano sul fuoco. Rimane comunque una figuraccia!

Divento improvvisamente rossa e inizio a muovermi: dove cavolo sta Gae?

Dopo il piccolo malinteso, nell'intento di cercare Gae, sì, questa gelateria è davvero grande, vado quasi, QUASI, a riscontrarmi contro la ragazza di prima.

Ma è giornata?

Mi guarda e nota che sono quella di prima, sorride, rassegnata sicuramente, nota che la sto fissando concentrata, e mi fa confusa:

«Emh...Ci conosciamo?» Silenzio. "E mo' che le dico?? Pensa Ale pensa!" "Ma certo! La verità" :

«O-oh...eeeeh...uhhh....psììì(?)..no..ehmn»
Balbetto cose senza senso, praticamente tutte le vocali, tranne la A, con quella sarebbero al complet-

«AH!»

Okay, come non detto.
È Gae che, spaventandomi con un fazzoletto di carta, mi fa quasi urlare.
Io non mi spavento mai, pensavo avessi un ragno sul braccio, quindi sono giustificata: i ragni fanno paura, punto.
«Accidenti Gae! Pensavo fosse un ragno!»
«Si certo....» Anche lui ora sta guardando la bionda davanti a me, che rimane ancora confusa.

Gae, grazie a Dio, prende parola.

«Sbaglio o sei Rebecca Stavrou?» Le chiede guardandola dritta negli occhi, ecco chi mi ricordava! Dai, l'avevo riconosciuta, un punto per me.
«Sì, sono io...Come fate a sapere nome e cognome?» Ci chiede sorpresa, ma ancora confusa.
«Non vai al classico De Andris, quello qua dietro? Se non sbaglio l'anno precedente eri il capitano della squadra femminile di pallavolo, avete vinto praticamente tutte le partite, bravissime!» Le dice Gaetano entusiasta e con un sorriso a 32 denti, infatti, da quel che ho capito, non si è mai perso una loro partita. Le ammira molto, per vari aspetti.

«Grazie mille, sei gentilissimo...»

«Ah, Gaetano, piacere!» Si gira verso di me.
«Lei è Alessandra, piacere suo» Lo fulmino con lo sguardo.
«Guarda che non sono mica muta» Gli sussuro all'orecchio. Mi guarda con una faccia tipo: "Questo lo dici tu".
Ci giriamo in contemporanea verso Rebecca che sta ridendo, poi, ormai che sembrerebbe si sia lasciata andare, riprende il discorso di poco fa.

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