𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟕

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«Povera Margaret...era una brava ragazza...»

La professoressa Gottardo aveva uno sguardo molto scuro, tanto che iride e pupilla non si riuscivano a distinguere, ma avevano lo spettacolare dono di definirsi appena un raggio di luce le illuminava l'occhio, apprendendo l'osservatore: erano un inteso e intelligente blu mare, molto, molto scuro.

«Mi parli di Margaret. La dottoressa Placido mi ha informato che la vostra non era una rapporto docente-allieva, ma proprio un'amicizia che andava oltre l'ambiente scolastico.»

La donna annuì. «Si. Fino a un anno fa ci sentivamo abbastanza e l'ho sempre sentita come una ragazza volenterosa e con grinta, per quel che il suo carattere faceva trasparire. Sempre stata molto introversa, ma in ciò che adorava mostrava molta dedizione.»

Per questioni di distanza là detective e l'ex docente si erano incontrate ad un ristorante a metà strada tra l'ufficio di una e l'abitazione dell'altra.

Un modesto locale di ristorazione, molto familiare e gradevole che Hanna non conosceva.

«Cosa le raccontava Margaret?»

«Un pò di tutto, ma nell'ultimo periodo che ci siamo sentite mi aveva accennato di un libro che stava scrivendo in collaborazione con qualcuno.»

«Qualcuno?»

«Si, una persona conosciuta online che reputava molto singolare dalla creatività stimolante a tal punto da indurla a scrivere un racconto insieme. Purtroppo non mi ha mai detto chi fosse e come si chiamasse.»

«Non sa se é qualcuno dell'istituto? O accennato un dettaglio in merito.»

«No. Ma sono certa che non fosse una persona di mia conoscenza o del suo corso universitario appena concluso.»

«Cosa le diceva di questa persona?»

«Che era molto singolare, estroversa e ricca di fantasia.»

«E poi?»

«E poi non l'ho più sentita. Mi sono preoccupata molto, ma sembrava irraggiungibile. Quando l'ho sentita l'ultima volta si era giustificata dicendo che era impegnatissima e non riusciva ad avere un po' di tempo libero dal lavoro... ma sentivo che c'era qualcosa che non andava.»

Hanna l'ascoltò attenta «Da cosa lo percepiva?»

«Quando qualcosa non andava o che fosse particolarmente giù di morale, Margaret si isolava. Ha sempre preferito risolversi le cose da sola, senza dare disturbo a nessuno.»

«Ho parlato col professor Ofman.» disse Hanna guardandola.

L'ex docente mutò il suo sguardo in seguito a quel nome e le sue labbra si strinsero in una linea dura. «Mh...cosa le ha detto, il professore?»

Hanna si limitò a inclinare appena il viso «Niente di particolare: l'andamento scolastico, il suo comportamento e il suo feeling con i compagni di classe.» osservò con attenzione le movenze della Gottardo notando un particolare disappunto nella donna «Doveva dirmi qualcos'altro?»

La Gottardo si morse il labbro e nascose le mani sotto la tovaglia: era infastidita. «Margaret e il professore avevano una relazione clandestina.»




Marilena emise un lungo fischio quando Hanna terminò di raccontarle gli ultimi aggiornamenti dell'indagine.

La detective Style non amava le visite a sorpresa in ufficio in orario di lavoro, ma Marilena sapeva quando era in pausa e quindi fu inevitabile che Hanna se la ritrovò all'uscio dello stabile con il suo sorriso sottile e un po' monello.

«Non capisco come si riesca ad innamorarsi del proprio professore... poi di chimica.» commentò con leggera indifferenza Marilena.

Si erano dirette verso il piccolo parco pubblico a pochi isolati dall'ufficio di Hanna, occupando una panchina vicino al cancello d'entrata.

«Avevo notato uno strano comportamento nel professore, ma non mi ha detto nulla in merito. Era come se parlare di Margaret lo mettesse a disagio, cosa che mi aveva insospettito.»

Marilena, come ormai aveva imparato a conoscere Hanna, era magra, si... ma aveva un vizio a mangiare spesso e in ogni circostanza. Anche in quell'occasione non si stupiva nel vederla consumare un pacchetto di cracker Pavesi al gusto pizza. «Probabilmente era solo un passatempo per il docente e non per Margy.»

Hanna annuì distratta «Dovrò parlare nuovamente col professore.»

Passò del silenzio tra le due giovani donne, framezzato dal suono del traffico alle loro spalle. «Dovrò anche capire chi è questa persona misteriosa con cui stava collaborando per una storia...»

Marilena alzò un sopracciglio con stupore «Si aggiungono sempre più elementi intriganti alla vicenda.» scese nuovamente un silenzio carico di pensieri finché Marilena riprese a parlare «Io però volevo ricordarti che tra pochi giorni diventi vecchia.»

Hanna fece un sorriso tirato e sarcastico alzando gli occhi al cielo. «Molto premuroso da parte tua.»

«Ovviamente. Preoccuparmi di ricordarti gli aspetti importanti della tua vita è il mio compito.» Marilena si appoggiò col gomito allo schienale della panchina e dondolò il pacchetto della merendina «Siamo amiche.»

Hanna annuì con un sorriso divertito, scuotendo il capo «Con questo premuroso promemoria, cosa volevi dirmi?»

«Proprio perché gli anni passano, voglio renderti quel giorno indimenticabile.»

La detective aggrottò la fronte «Quando dici così devo temere qualcosa di...teatrale?»

Marilena scosse il capo schioccando la lingua al palato «No, cara... devi solo temere e basta.» concluse strizzandole l'occhio «Non chiedermi nulla che non posso dirtelo.»

«Tranquilla, non è mia intenzione. Accetto il mio destino per com'è.» disse Hanna ridendo.

«Uffa, che peccato.» si lamentò ironica Marilena «Volevo dirti una frase d'effetto.»

Il sorriso di Hanna si fece più marcato «Che genere di frase?»

«Organizzare una festa di compleanno è come progettare un assassinio, non lo si fa mai a voce alta.»

«Paragone molto curioso.»esclamò Hanna in una risata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 07, 2023 ⏰

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