Il dio Ade stava tamburellando nervosamente le dita sul bracciolo della poltrona di stoffa dove era seduto, mentre cercava argomenti a suo favore per convincere la moglie della sua tesi. "Sono via da due settimane!"
Il fatto era che il re di Alvagar, loro futuro genero, aveva lasciato le redini del regno al dio degli Inferi e ad una strega oscura mentre con i suoi tre amici andava alla ricerca del suo futuro marito James, scappato da Alvagar in seguito ad un litigio. Sembrava la trama di una commedia scadente, ma in realtà era tutto ciò che Irwin aveva spiegato ad Ade e ad Arcadia nella lettera che gli aveva spedito nella loro umile casa nella Foresta prima di scomparire per due settimane nel mondo dei non-magikòs.
Ora, Ade non era esattamente un tipo paranoico, ma conosceva i suoi polli: James probabilmente aveva avuto voglia di tornare nel momento stesso in cui aveva scoperto dell'esistenza dei cacciatori di streghe (Ade era al corrente della loro esistenza da anni, ma aveva preferito non dirgli nulla per gustarsi la sua sorpresa una volta che lo avesse scoperto) ed Irwin, testardo per com'era, lo aveva trovato in cinque giorni. Forse meno se non aveva dormito.
Aveva anche considerato l'eventualità che, nonostante fossero felici di ritrovarsi, potessero essere ancora arrabbiati l'uno con l'altro, quindi aveva dato loro altri tre giorni di tempo per smaltire totalmente la rabbia. Il resto sarebbero state solo frecciatine velate, ma ad Alvagar. Non a New York.
Quindi, se gli idioti non erano ancora tornati era perché avevano problemi nel mondo dei non-magikòs. E quando Ade espose quella teoria a sua moglie Arcadia, lei scoppiò a ridere. "Tesoro, ti prego." Ridacchiò, riponendo il suo grembiule da cucina nella credenza. "Sono adulti. E sono tutti insieme."
Il dio si accigliò. Era proprio quello il suo cruccio. Li conosceva da anni e, anche se li osservava dall'Oltretomba, si era reso conto che non ne combinassero mai una buona. "E secondo te perché sono preoccupato? Quelli, in cinque, non fanno mezzo cervello!"
Arcadia, almeno su quello, sembrò d'accordo. "Punto su Joan ed Eleanoire." Replicò, facendogli roteare gli occhi al cielo.
"Ovviamente: Eleanoire è la più furba di tutti, mentre Joan è quello più razionale, ma questo non impedirà loro di farsi ammazzare lo stesso." Spiegò, cercando di far trapelare il suo disappunto sulla situazione. "Se Irwin o James proponessero qualcosa di potenzialmente mortale -no, inutile che mi guardi così: sono le persone con meno istinto di conservazione che io abbia mai conosciuto-," aggiunse, all'occhiata torva della moglie. "Logan, Eleanoire e Joan non esisterebbero a seguirli!" Il dio naturalmente aveva preso spunto da qualcosa che era già successo. I ragazzi si conoscevano da più di dieci anni e Ade faticava a ricordare una volta in cui non si fossero cacciati in qualche guaio a causa delle pessime idee della coppia-che-scoppia, così lui chiamava Irwin e James.
Arcadia sbuffò. "Senti, perché non li raggiungi? Ti assicuri che sia tutto okay e poi torni indietro." Si strinse nelle spalle, sperando che così il marito si calmasse. "Magari ne stanno approfittando per un viaggetto a New York."
Ade sospirò. Effettivamente non era una brutta idea, pensandoci bene. Avrebbe fatto un piccolo salto nel mondo dei non-magikòs, giusto per assicurarsi che suo figlio e la sua combriccola di idioti incoscienti stessero bene, e poi sarebbe ritornato ad Alvagar. Sì, ottima idea.
Sorrise alla moglie. "Penso che questa sia una delle tue migliori idee, tesoro!" Esclamò, indossando in fretta e furia il cappotto. Aprì la porta di casa, pronto ad uscire, ma qualcosa glielo impedì. "Oh, sul serio?" Esclamò, guardando verso la moglie che lo stava tenendo ancorato sul pavimento di casa. Era un dio, avrebbe potuto liberarsi facilmente se avesse voluto, ma lo sguardo di sua moglie lo preoccupò: era uno di quegli sguardi che significavano "stai fermo o divorzio". Era un dio, sì, ma ci teneva a rimanere sposato. Perciò, rimase fermo.
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La Guaritrice Di Alvagar -Il Medaglione Di Alvagar 2-
FantasyPer dimenticare di aver appena mandato il proprio matrimonio all'aria, James Marblewing decide di scappare verso New York senza niente se non il suo amato cavallo, che ormai è una macchina. Ovviamente non si aspettava di affezionarsi ad un sedicenn...