Epilogo

20 19 15
                                    

Alla fine non è andato tutto bene.
Però c'è ancora il terzo libro.
Forse lì andrà bene.
Melania Vitale

Fu un insistente bussare alla porta di James a farlo alzare dal suo letto. Canticchiando allegramente si diresse alla porta della sua camera e roteò gli occhi. "Santi dei, che insistenza, amor- oh, per Zeus, scusami." Si corresse, imbarazzato nel vedere suo padre con in mano un vassoio davanti la sua porta invece che il suo fidanzato. "Stavo aspettando Irwin, sai, è in ritardo. Doveva venire a prendermi perchè oggi dovevamo fare la cena di prova-..."

James non riusciva proprio a capire perché suo padre lo stesse guardando in quel modo, come se avesse detto un'enorme idiozia. Certo, lui ed Irwin avevano avuto le loro liti, sia ad Alvagar che a New York, ma ora erano tornati e tutto andava bene. Quindi perché Ade era così preoccupato? "James," cominciò quello, le sopracciglia corrucciate, come se stesse studiando qualcosa. Irwin adorava studiare, non potè fare a meno di pensare James. Ultimamente aveva insegnato teatro in una scuola a New York con lui. James aveva capito che Irwin era stato un po' preoccupato che non volesse più voluto tornare ad Alvagar con lui, ed effettivamente ci aveva pensato davvero, ma alla fine aveva deciso di tornare. Perchè lo amava.

"James, figliolo, ti prego, dimmi che sai che giorno è oggi e cosa è successo." La voce del dio lo distolse di nuovo dai suoi pensieri. "So che è difficile dirlo a voce alta, ma anche il tuo psicologo dice che lo devi fare. Hai saltato gli appuntamenti della settimana scorsa e di questa... eravamo preoccupati."

James si allontanò, allarmato. "Papà, che intendi? Stai bene?" Si accigliò, poggiando una mano sulle spalle di suo padre, "Io non ho uno psicologo." Adesso sì che si stava spaventando. Sicuramente sconfiggere Althea era stata un'esperienza traumatica, e anche la botta di Irwin era stata piuttosto brutta, ma ora lui stava bene. Uno psicologo serviva a superare qualche trauma, e lui non ne aveva: stavano tutti bene! Perché quindi avrebbe dovuto avere bisogno di uno psicologo?

Gli occhi blu di Ade si riempirono di lacrime. "Sì, sì che lo hai." E ora perché la sua voce stava tremando in quel modo? "Per favore, figliolo, devi pensare a cosa è successo a Irwin, te lo ricordi, giusto?"

James annuì, non sopportando che suo padre lo stesse trattando come un mentecatto. "Certo che lo ricordo. Althea lo ha scagliato contro una roccia, poi lei è morta, lui ha perso i sensi, lo abbiamo portato in ospedale e-," la sua voce, per qualche motivo, a quello si incrinò un poco. Non sapeva nemmeno lui perché. "E si è svegliato da qualche giorno."

A quello, il labbro di Ade ebbe un fremito. "No, James. Irwin si è svegliato da due mesi, ormai." Wow. Il tempo passava veramente così velocemente? James ridacchiò, non riuscendo a credere che fossero passati due mesi e che lui li avesse percepiti solo come qualche giorno. Era proprio vero che quando stai con le persone che ami il tempo passa velocemente. Certo, era un po' strano che l'ospedale lo stesse dimettendo solo dopo due mesi, no? Vabbè, ci sarà sicuramente stato un motivo: era l'ospedale migliore di Alvagar per una ragione, dopotutto. "Ti ricordi? Dai, lo so che te lo ricordi." Continuò ad insistere il dio.

L'uomo annuì lentamente, perché la testa stava cominciando a girargli leggermente. Certo che lo ricordava: non aveva mai avuto tanta paura in vita sua!

«Irwin, Irwin!» aveva urlato, nel vederlo schiantarsi contro il muro. Non aveva perso tempo e gli era andato incontro, prendendo tra le mani la sua testa sanguinante. «Perchè non si sveglia? Perchè non si sveglia?» la vista era offuscata dalle lacrime, non capiva bene cosa stesse succedendo, sapeva solo che Irwin stava male e che sua sorella aveva finalmente chiuso gli occhi per sempre.

Oliver si era stretto nelle spalle, il cuore che batteva a mille nel petto. «Non lo so, Jam- dobbiamo portarlo in ospedale.»

«Chiamate mio padre: non permetterò che degli umani mettano le mani addosso ad Irwin. Se verrà operato, sceglierò io il medico. E sarà di Alvagar.» Aveva avuto un capogiro in seguito. Tutti si erano scambiati uno sguardo preoccupato. «Allora, lo chiamate?!» aveva chiesto, nervoso.

«James... stai bene?» qualcuno lo stava chiamando. Non era sicuro di chi fosse. Tutto intorno a lui era confuso. La stanza sembrava girare. Ciò lo faceva ridere, perché non era possibile che la stanza stesse girando. Forse era lui a girare. Infatti era proprio così: perché era appena caduto a terra e, poco dopo, era svenuto.

Quando si era svegliato, aveva subito riconosciuto le pareti dell'ospedale di Alvagar. «Irwin?» era stato il suo primo pensiero, guardando con occhi colmi di speranza verso Eleanoire, felice che si fosse finalmente svegliato.

«È ancora in sala operatoria. Tu come stai, tesoro? Hai bisogno di qualcosa?» aveva cominciato a frugare nella sua borsa alla ricerca di cibo, ma James aveva scosso la testa:

«Ho bisogno di sapere come sta Irwin.»

La porta si era aperta pochi minuti dopo, lasciando uscire il lettino e dei medici al fianco di Irwin, addormentato. «Sta... bene?» James non aveva perso tempo ad alzarsi, nonostante il giramento di testa, e a rincorrere il medico.

«Lord Marblewing,» aveva cominciato il chirurgo a testa bassa, «Il re è in coma. Ma è normale dopo una botta del genere. Siamo fiduciosi che si riprenderà.»

Era passata una settimana. Una settimana che James si alternava con i loro amici per fare da guardia ad Irwin quando quest'ultimo aveva aperto gli occhi e-...

"James?" Ade lo stava scuotendo per le spalle, adesso, per distoglierlo dai suoi ricordi. La strega oscura si stava innervosendo. Odiava essere scosso, sopratutto visto che aveva ancora quel fastidioso mal di testa. "Figliolo, dai, pensa con me: cosa è successo dopo che Irwin si è svegliato dal coma?"

James corrucciò le sopracciglia. "Io sono tornato a vivere qui, lui al castello perché ha delle cose da sbrigare e ora lui è andato a caccia con Eleanoire e-..."

''James, James, no. Dai, lo so che lo sai.'', pregò, la voce bassa mentre gli spiegava lentamente ''Althea ha scaraventato Irwin contro un muro prima di morire. Tu sei svenuto per lo stress, ricordi?" Al cenno della testa di James, Ade sospirò di sollievo. "Lo abbiamo portato in ospedale e non si è svegliato per una settimana. Ora è al castello, viene seguito dai migliori medici. Irwin non... Irwin non ha idea di chi tu sia, James.'' sussurrò, incrociando i suoi occhi blu. ''Lo sai, vero? Dimmi che stai solo... dimmi che è solo un meccanismo difensivo. Stiamo impazzendo tutti dal dolore, ma non..." si fermò, incapace di continuare. La strega oscura si era eclissata da tutto e da tutti, ultimamente, ed erano tutti in pensiero per lui. Lo guardò con occhi supplichevoli: "James. Per favore.''

James ricordava di stare aspettando su una sedia della sala dell'ospedale che Irwin si svegliasse. Si era svegliato, aveva solo un po' di dolore alla testa, niente di che, avrebbero solo rimandato il matrimonio. James se lo sarebbe potuto permettere. Non gli importava quanti soldi avrebbe perso o cosa avrebbero detto gli invitati. Poteva aspettare Irwin. Lo avrebbe aspettato per sempre. Perché suo padre era in ansia e diceva quelle brutte cose? Era uno scherzo di cattivo gusto, quello, visto e considerato che stavano tutti bene. James stava bene. Irwin stava bene.

Proprio qualche giorno prima Irwin gli aveva detto che lo amava e che era dispiaciuto di essere scappato prima del matrimonio; si erano baciati amorevolmente e-... improvvisamente sentì gli occhi riempirsi di lacrime, e ogni fibra del suo corpo tremò, ma non seppe nemmeno lui perché. Prese un respiro profondo che gli squarciò i bronchi fino a dilaniarlo dall'interno e rendere il suo corpo solo stracci di sangue e fibre nervose. ''Papà'', mormorò, e gli occhi di suo padre si accesero.

''Sì. Sì, dimmi. Qualsiasi cosa al mondo ti serva, figlio mio. Dimmi. Sono qui.''

''Hai portato il pranzo.", notò, guardando il vassoio che suo padre aveva posato sulla sua scrivania.

L'altro ingoiò a vuoto, annuì una volta sola: "Sì. Da quanto è che non mangi? La mamma mi ha detto che ieri hai chiesto solo due mele. Perchè due, James?"

James lo ignorò, troppo concentrato nel fissare il vassoio con solo una porzione di tutto. "E' un po' poco, per due persone.'' ragionò, mentre Ade abbassava le spalle e la voce di James, alienata e confusa, chiedeva:

''Hai... hai sentito Irwin? E' uscito stamattina per andare a caccia con El. Ti ha detto quando torna per mangiare con me?''

La Guaritrice Di Alvagar -Il Medaglione Di Alvagar 2- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora