Capitolo ventisei

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L'unico rumore presente nella caverna erano le lame di James e Loki che scintillavano alla luce incerta, rispecchiando la tensione e la determinazione nei loro occhi.

James brandiva la sua spada oscura con maestria fluida, i movimenti agili e precisi come se stesse danzando con la morte stessa. Ogni fendente, ogni parata era eseguita con una precisione mortale, un riflesso del suo lungo addestramento sia a scuola che con suo padre, il quale non lo lasciava finire se non imparava a fare la mossa del giorno. Le sue parate erano fulminee e sicure, respingendo ogni attacco con grazia e determinazione; la sua figura, prevalentemente avvolta nell'ombra, ma talvolta illuminata quando si spostava più verso la luce della luna, era una manifestazione vivente di pericolo controllato e disciplina ferrea.

Loki, dall'altra parte, era un vortice di furia controllata. La sua spada fendeva l'aria con una potenza devastante, tanto che ad Irwin parve addirittura sentire uno venticello scompigliargli i capelli, ad un certo punto; ogni colpo era mirato a sfruttare la sua forza soverchiante per sopraffare l'avversario. I suoi occhi, fiamme di rabbia e determinazione, brillavano con intensità sotto le sopracciglia aggrottate. Il suo volto, scuro con una maschera di astuzia e malizia, rifletteva la sua abilità nel manipolare il combattimento a suo favore. Ogni movimento di Loki emanava un'aura di pericolosa determinazione, mentre cercava di superare l'elegante maestria del suo avversario con la pura forza e aggressività del suo stile di combattimento.

"James è un ottimo spadaccino." Notò Jack, osservando i movimenti fluidi che l'uomo faceva con il polso, nonostante l'evidente stanchezza. "Se ti ha allenato lui, sarai veramente bravo." Ammiccò verso Danny, che si strinse nelle spalle.

Non era convinto di essere così bravo, nonostante la strega oscura sostenesse il contrario: gli diceva sempre che non era sicuramente al suo livello ma che, presto, ci sarebbe arrivato, se avesse continuato ad allenarsi. Il punto era che non avevano avuto molto tempo per allenarsi, anche se ora Danny avrebbe dovuto...

A distrarlo dai suoi pensieri fu ennesimo rumore metallico, causato delle spade che si scontravano nel silenzio della grotta. Nessuno di loro spettatori osava fiatare, troppo timorosi di interrompere la concentrazione di James. La strega oscura e Loki si misuravano con intensità, cercando debolezze e opportunità nei movimenti dell'altro, ogni incontro delle lame era una danza mortale di strategia e forza.

"Sei bravo, lo devo ammettere." Parlò Loki, schivando un fendente di James abbassandosi.

"Lo so." James aveva intenzione di rimanere concentrato. Era esausto, le gambe erano deboli e non si sentiva più le braccia; la spada sembrava essere diventata più pesante del previsto, ma avrebbe dovuto resistere. Almeno fino a quando Danny fosse stato in grado di muoversi autonomamente.

Il duello continuò senza sosta, un gioco di attacco e difesa che sembrava non avere fine. Loki era un degno avversario, anche senza i suoi poteri da dio: a scuola, tutti avevano sempre lodato James per essere veloce e imprevedibile, ma lui stava riuscendo a tenergli testa reagendo e, addirittura, a volte anticipando le sue mosse, complice il corpo agile e piccolo di Althea.

James approfittò di una sua momentanea distrazione per dare un'occhiata a Danny, che annuì. Probabilmente, gli altri interpretarono quel gesto come un'incitazione a James ma, in fondo, lui sapeva cosa significava. Danny era pronto.

La strega oscura aspettò che Loki caricasse il suo colpo per spostarsi e lasciare spazio a Danny, che si lanciò contro il dio brandendo la spada che James gli avevano appena passato.

"Ma che diavolo?!" Urlò Jack, tentando di inseguirlo. Fu Oliver a bloccarlo: evidentemente aveva capito qualcosa che lui ancora ignorava. "Daniel! Cosa stai facendo?"

Loki digrignò i denti in direzione di James. "Avevi detto che mi avresti sfidato in un duello!"

James schioccò la lingua sul palato, felice che il dio ci fosse cascato. "Vedi? Una cosa che amo di voi cattivi è che pensate di essere così bravi e imbattibili che nemmeno il dio dell'inganno si è reso conto dell'inganno da me ideato." Loki, con espressione confusa, parò un affondo formidabile di Danny mentre James, che si teneva appoggiato al muro per un braccio, e con il fiatone, continuò: "Io ho detto che il duello sarebbe stato tra te e una strega oscura, ma non ho mai specificato quale." Quando ebbe concluso, il sussulto che lasciò la bocca di Irwin lo fece sorridere.

La Guaritrice Di Alvagar -Il Medaglione Di Alvagar 2- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora