Capitolo 3

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Giò la stava aspettando con un mazzo di rose rosse enorme. Alex rimase sorpresa e lo invitò ad entrare a casa sua mentre cercava un vaso per quelle rose. La madre si stupì quando Alex le presentò Giò e quando vide quell'enorme mazzo di rose. Quando Alex trovò un vaso e sistemò le rose, uscirono di casa ed entrarono in macchina. Prima che Giò mettesse in moto Alex gli disse:

<< Non sarebbe il caso di baciarmi?>>

<< Certo signorina!>>

e si abbandonarono ad un bacio senza fine.

Quella sera fu stupenda per Alex. Non era mai stata così felice. In realtà non sapeva come era essere felice, ma ora ne aveva un'idea. Passarono una sera stupenda. Era tutto quello che Alex sognava da piccola. Adesso era seduta a fare i compiti per la scuola, nonostante l'ora. Si addormentò sopra i libri. La mattina dopo si svegliò prima del solito e arrivò puntuale a scuola. La professoressa di Italiano non ci credeva. Si sedette nel suo banco, prese il telefono e vide che le era arrivato un messaggio. Era di Giò.

" Ciao Alex. Pomeriggio ci vediamo? Voglio chiederti una cosa."

Alex rispose subito.

" Certo. Vediamoci alle 5 alla yogurteria in centro."

Alex era sempre molto diretta.

Quelle ore le sembravano infinite. Voleva vederlo. Lui la faceva stare bene. Non provava quella sensazione da quando suo padre se ne era andato. Erano passati sette anni. Non ricordava nemmeno il viso di suo padre. Era lui la causa di tutto. Ma adesso stava riconquistando un po di felicità.

All'una la campanella suonò. Si affrettò ad uscire e, quando si trovò fuori davanti la scuola, vide il signore che le aveva dato il fazzoletto lì davanti che l'aspettava.

<< Che cosa vuole da me?>> disse Alex.

<< Rivoglio il mio fazzoletto...>>

<< Non ce l'ho qui con me.>>

<< ...e voglio parlare con te.>>

<< ma lei è...>>

<< Conoscevo tuo padre.>>

Quando sentì quelle parole Alex rabbrividì.

<< Conoscevi mio padre?>> disse Alex con una lacrima sul viso.

<< Si. Mi ha mandato lui. Devo parlarti.>>

<< Parliamo mentre torno a casa>> disse Alex con aria preoccupata.

Parlarono a lungo e Alex pianse tanto. Era la ferita più grande che aveva. Forse era l'unica. Era quello il problema. Quando Alex arrivò davanti casa l'uomo disse:

<< Tagliandoti non risolvi niente. Devi essere felice. Le ferite non si chiudono con il tempo, ma con la forza e il coraggio.>>

Alex alzò lo sguardo e l'uomo non c'era più.

Entrò in casa e si buttò nel letto. Doveva riprendersi, non aveva mai parlato di suo padre.

A quel tratto il cellulare squillo. Era Giò.

" Scendi, sono qui sotto"

Alex si affacciò dalla finestra e lo vide. Scese e questa volta non era venuto con un mazzo di rose, ma con un pacchetto di cioccolatini.

<< Mi vuoi fare ingrassare?>> disse Alex ridendo.

<< No, voglio solo solo chiederti una cosa. Prometti di non scappare via.>>

<<Mi devo preoccupare?>>

<<Promettilo!>> disse Giò con tono nervoso.

<< Promesso>>

<< Da quando ti ho visto mi sono innamorato di te. Vuoi essere la mia ragazza?>>

Alex non riusciva a crederci. Un ragazzo come Giò non poteva innamorarsi di una come lei. Senza fiatare Alex lo prese con forza e lo baciò.

<< Adesso andiamo?>> disse con voce dolce Giò.

<< Andiamo.>>

Giò e Alex salirono in macchina e Alex scoppiò a piangere.

<< Che hai? >> disse Giò.

<< Ti stancherai di me. Tutti lo fanno. Mio padre è il prossimo sarai tu.>>

<< Non succederà. Te lo giuro.>>

Entrarono nella yogurteria e si sederono. Alex aveva paura. Aveva paura di soffrire. Tutti si allontanavano da lei. Prima o poi lo facevano. 

Cercasi Angelo CustodeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora