Capitolo 11

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Quando l'ambulanza arrivò in ospedale, Alex sentì che la bambina stava per nascere.

<< Mamma, stammi vicino. Ti prego.>>

Il parto fu lungo e doloroso. Le bambine ci misero ben tredici ore per nascere. Sì, il presentimento di Giò era vero. Erano due belle bambine identiche. Le chiamarono Anna e Asia. Le prime a prenderle in braccio fu il loro papà. Giò pianse molto per la commozione. E la madre anche. Era tutto perfetto nella vita di Alex adesso.

Dopo tre giorni tornarono a casa. Alex era molto stanca. Non aveva avuto un parto molto semplice, ma Giò e la madre le stavano sempre accanto. 

Al suo 17esimo compleanno le bambine avevano tre mesi. Durante il giorno del suo compleanno Alex ricevette una lettera.

" Cara Alex,

Non voglio farti del male, voglio solo parlarti. La parte malvagia di me l'hai fatta uscire un'anno fa. Ti giuro che non voglio farti del male. Ti prego, vieni oggi pomeriggio al parco.

L'angelo Custode"

Alex non sapeva che fare, però lei sentiva di doverci andare. Voleva sapere se era ancora cattivo, e se lo era, avrebbe preso di mira le sue figlie.

Lasciò le bambine a casa della madre e andò al parco. Alex lo vide. Era seduto su una panchina con un bastone tra le mani e notevolmente invecchiato. Alex si avvicinò e lo guardò negli occhi. Quegli occhi avevano qualcosa di familiare. 

<< Mi hai mentito nella lettera? Sei ancora quel mostro di un'anno fa?>>

<< No Alex. Dopo aver liberato la mia anima dall'oscurità, sono rimasto svenuto per tre giorni. Quando mi svegliai ero tornato in paradiso ed ero molto pentito di quello che avevo fatto. Mi avevano proibito di avere un'altro contatto con te e con il mondo esterno, ma tre mesi fa, quando ho visto le tue bambine, ho capito quello che dovevo fare. Io sono morto quando tu eri molto piccola, e per la mia bontà d'animo, mi fecero diventare un angelo. Poi un'angelo maligno mi convinse ad unirmi a lui ed è successo tutto quello che è successo. Adesso ho rinunciato all'immortalità. Questo vuol dire che fra qualche anno morirò di nuovo e mi butteranno in un girone dell'inferno. Però i miei ultimi anni voglio passarli con te e con le tue due bambine. Quest'uomo malconcio e molto vecchio è tuo padre.>>

Alla fine Alex lo aveva conosciuto. In quel momento non si sentì ne arrabbiata ne confusa. Lo abbracciò con forza e in quel momento Alex sentì che finalmente era serena, tutte le sue ferite più profonde erano riuscite a chiudersi. 

Gli anni a Parigi passavano in fretta, e dall'incontro di Alex con suo padre erano passati tre anni. In questi tre anni Alex si era diplomata e stava studiando all'università, il padre di Alex aveva conquistato il cuore delle bambine, la madre aveva trovato lavoro e stava molto tempo con le bambine. Giò aveva partecipato ad un concorso ed era diventato un prestigioso pediatra francese. Per sposarsi avevano aspettato perché le condizioni economiche non lo permettevano, ma il giorno del ventesimo compleanno di Alex, si sarebbero sposati.

Il giorno era arrivato. Alex si era svegliata molto presto quella mattina perché doveva venire la parrucchiera molto presto per fare i capelli a lei e alle bambine. Alex era stupenda. Dopo essersi truccata e i capelli furono fatti, era il momento del vestito. Non lo aveva scelto lei, era un regalo di sua madre e non aveva idea di come fosse fatto. Quando la madre lo prese dall'armadio e Alex lo vide, scoppiò in lacrime. Era l'abito di sua madre per il suo matrimonio. Il matrimonio di sua madre se lo ricordava. Aveva cinque anni quando sua madre si sposò con suo padre.

Lo indossò e le stava un incanto. I lunghissimi capelli neri lisci le valorizzavano il viso e il vestito le stava a pennello. Era stupenda. Mentre Alex era davanti allo specchio, entrarono come due furetti le bambine che si misero vicino alla mamma e si guardavano allo specchio. Erano bellissime anche loro. Quei vestitini rosa confetto le stavano benissimo. In quel momento Alex le prese in braccio le disse:

<< Siete contente? Guardate quanto siamo belle!>>

<< Ma papà dov'è?>> disse Asia.

<< Papà è a casa della nonna.>>

<< Perché?>>

<< Perché lo sposo non può vedere la sposa prima del matrimonio!>>

<< Ma mamma, papà ti vede ogni giorno, non ce nè bisogno!>>

Alex scoppio a ridere e fece scendere le bambine. Si guardò allo specchio. Quante cose erano cambiate in quattro anni. La sua vita era cambiata completamente. Si ricordò di quando viveva ancora in Italia, di quello che pensava. Diceva che lei non cercava il principe azzurro, lei cercava l'angelo custode e fece un sorriso quando pensò che nella sua vita aveva incontrato sia il suo principe azzurro che il suo angelo custode, infondo erano la stessa persona. 

Alex arrivò davanti alla chiesa, Giò era già dentro che l'aspettava con ansia. Aveva deciso che ad accompagnarla all'altare non fosse suo padre, ma le sue bambine. Ad un tratto Alex sentì la marcia nuziale, era il momento di entrare. Prese per le mani le sue bambine ed entrarono. Giò rimase stupito quando vide Alex, non era mai stata così bella. Arrivarono davanti l'altare, le bambine si sedettero vicino ai nonni e Giò prese per le mani ad Alex.

<< Vuoi tu, Giovanni, prendere come sposa Alessandra, per amarla e rispettarla fino a che la morte non vi separi?.>>

<< Si, lo voglio.>> disse Giò un po commosso.

<< Vuoi tu, Alessandra, prendere come sposo Giovanni, per amarlo e rispettarlo fino a che morte non vi separi?>>

In quel momento Alex chiuse gli occhi. Le passò tutta la vita davanti.

Ricordò quella mattina, quando lei incontrò per la prima Giò, quando scappò dopo quel bacio che gli rubò e quando lui ricambiò quel bacio. Quando le curò le ferite, quando rimase incinta, quando scapparono e quando mise al mondo le sue bambine. Prima di rispondere guardò le sue bambine, poi sua madre e poi suo padre.

<< Si, lo voglio.>>

Cercasi Angelo CustodeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora