Decise di uscire a fare una passeggiata, doveva rilassarsi.
Quando Alex arrivò al parco si sentì sollevata, ma ad un tratto si sentì seguita. Aveva paura di voltarsi e ad un tratto vide che il polso stava ricominciando a sanguinare. Era impossibile, le cicatrici erano quasi sparite e non si era tagliata più da quando era finita all'ospedale.
<< Oh guarda. Le ferite si sono riaperte. Chissà perché...>> Alex sentì quelle parole dietro di se. A quel punto si dovette girare per forza. Era lui.
<< Esci dalla mia vita!>> disse Alex gridando.
<< Non potrai scappare da me.>>
Giò aveva seguito Alex per tutto il tempo e, quando vide quell'uomo, si mise a correre e lo fece cadere a terra. A quel tratto successe qualcosa di spaventoso e sconvolgete: tutto il sangue che le era uscito era ritornato nelle vene e le ferite ritornarono come prima. Alex non sapeva cosa era successo, l'unica cosa che sapeva era che Giò l'aveva salvata.
Ad un tratto l'uomo si dissolse nell'aria.
Alex e Giò tornarono a casa sconvolti. Ad un tratto Giò prese il computer e iniziò a fare delle ricerche. Dopo due ore Giò scoprì che era una specie di angeli ribelli, che venivano nella terra per prendere con loro delle ragazze che soffrivano e questi angeli potevano prendere le sembianze di qualunque persona. Tutto era chiaro. Quello non era il vero padre di Alex, era un angelo ribelle e Giò aveva scoperto come sconfiggerlo.
Giò prese un coltello dalla cucina, si sedette vicino a Giò e le disse: << Basta un piccolo taglio un po' profondo. Fallo per te e fallo anche per me. Io ti amo e non voglio perderti.>>
<< Ti amo Giò>>
<< Ti amo Alex>>
Alex si tagliò. Aveva promesso di non farlo più, ma questa volta non lo aveva fatto per dolore, lo aveva fatto per vivere con Giò.
Subito dopo aver fatto il taglio, Giò lo coprì con il fazzoletto rosso.
<< Adesso andiamo. Dobbiamo attivare il piano.>> disse Giò.
Prima di uscire, Giò aprì un cassetto e prese un coltello. Si sentiva come un'assassino prima di uccidere la sua prima vittima. L'unica cosa che lo consolava era che non stava per ucciderlo, voleva solo salvare la sua compagna.
Uscirono di casa e andarono al parco. Giò rimase molto dietro rispetto ad Alex, dietro un cespuglio.
Alex tolse il fazzoletto dal polso e iniziò a camminare. Ad un tratto si accorse che era dietro di lui. Non si girò subito, l'angelo avrebbe capito tutto. Ad un tratto si girò e lo vide dietro di lei.
<< Cara Alex, nemmeno qui a Parigi hai trovato la felicità, ma quanto mi dispiace! >>
<< Che cosa vuoi da me>> disse Alex con aria calma. A quel punto capì tutto. E a quel punto scattò il piano. Giò si mise a correre per afferrarlo e fargli uscire un po di sangue. A pochi centimetri di distanza, l'angelo si girò, prese Giò dai fianchi, poi prese Alex e si mise in volo. Atterrarono sopra una nuvola nera.
<< Se dobbiamo combattere dobbiamo combattere ad armi pare. Tu come arma hai un coltello e io ho questa nuvola. Sto giocando in casa e ho intenzione di vincere. Ti dirò come andranno le cose. Io ti ucciderò, così Alessandra sarà così triste che a quel punto potrò prenderla e ucciderla. Ti piace come idea?>>
Alex era spaventata. Non sapeva come poteva aiutare Giò, quando ad un tratto si toccò le tasche. Aveva uno specchio.
Giò e l'angelo iniziarono a combattere. L'angelo era avantaggiato, ma Giò era molto bravo. Aveva pensato a come difendersi. Ad un tratto l'angelo prese Giò dalla testa e lo buttò a terra nel bordo della nuvola.
<< Ecco la prima parte del mio piano sta per essere compiuta. Ciao ciao! >>
Alex con le lacrime agli occhi, prese lo specchio, lo ruppe tra le sue mani, si mise a correre e con il pezzo di vetro più grande gli fece un taglio sulla schiena. Dopo di che Alex tirò Giò da un piede e spinse l'angelo nel vuoto. Alex aveva le mani piene di sangue e piangeva, ma non per il dolore, perché aveva avuto paura di perdere il suo amore per sempre. Si misero seduti e Giò la cercò di tranquillizzare dicendole che stava bene. Ad un tratto si sporsero dalla nuvola e videro l'angelo sopra una nuvola, svenuto.
Ad un tratto Alex e Giò videro spuntare delle piccole fate bianche che si porsero nelle loro teste. Quelle fatine li fecero addormentare e li fecero spuntare a casa loro, seduti sul divano. Oltre a questo le fatine curarono le ferite di Alex e fecero scomparire sia le cicatrici sulle mani, che quelle sui polsi.
STAI LEGGENDO
Cercasi Angelo Custode
RomanceMi chiamo Alessandra, ma gli altri mi chiamano Alex. Non sono sicura di essere triste, ma nemmeno di essere felice. Chiamatela come volete, depressione, noia, carattere, io so solo che così sto male. Ho 15 anni, e come dice qualcuno, 15 anni persi...