A quel tratto Alex sentì la madre dire di non entrare, che non era il momento, ma quell'uomo entrò. Era l'uomo del fazzoletto rosso. Quando lo vide Alex si sollevò e lo salutò. Alex si stupì della reazione di Giò. Giò cercò di cacciarlo ma l'uomo disse: << Lei non sa chi sono veramente.>>
<< Che cosa dovrei sapere? Chi è lei?>> disse Alex.
<< Sono tuo padre.>>
Il padre di Alex si sedette accanto a lei, ma Alex non lo guardò, guardava il vuoto davanti a se e piangeva. Suo padre le iniziò a parlare della sua nuova famiglia e di altre cose, ma Alex non lo ascoltò, quando ad un tratto disse: << Perché te ne sei andato. Tu dopo sette anni torni dicendomi che sei un amico di mio padre e poi scopro che sei mio padre. Cosa vuoi da me adesso?>>
<< Voglio ricostruire un rapporto con te perché ti voglio bene.>>
<< Cazzate, dici solo cazzate.>>
<< Sei mia figlia, è normale che ti voglia bene>>
<< Non sono più tua figlia dal giorno in cui te ne sei andato.>> rispose decisa, senza versare una lacrima.
<< Non mentirmi. So che tieni una tua foto con me dentro la federa del tuo cuscino e che ogni sera la guardi e piangi e aggiungi un piccolo taglio al tuo polso.>>
<< Come fai a saperlo?>> disse Alex guardandolo negli occhi.
<< So che quando eri più piccola dormivi con il pupazzo che ti ho regalato e ogni tanto anche adesso lo fai.>>
<< Mi hai spiato?>> disse quasi gridando.
<< So che al tuo dodicesimo compleanno hai desiderato che in quel preciso momento io suonassi il campanello e sarei tornato nella tua vita. So che qualche anno fa hai pensato di suicidarti.>>
Alex rimase scocciata. Quelle cose non le aveva mai dette a nessuno. Lo guardò e gli disse:
<< Ma chi sei. Come fai a sapere tutto questo. Sono confusa.>>
<< Hai ragione ad essere un po spaventata e confusa. Sono andato via perché mi hanno assegnato un compito: dovevo proteggerti ma da lontano.>>
<< Ma che compito? Dimmi la verità adesso.>> disse Alex.
<< Sono il tuo angelo.>> disse questo e poi sparì.
A quel punto Giò aprì la porta e disse: << Dove è tuo padre?>>
<< Non è mio padre. Comunque è andato via.>>
Passarono un po di giorni prima che fecero uscire Alex dall'ospedale. Ogni giorno parlava con la psicologa e si sentiva ogni giorno meglio. La psicologa consigliò un allontanamento da casa, soprattutto dal padre e consigliò anche che la ragazza passasse molto tempo con la persona che la rende felice. Quella persona era Giò. La madre decise che per un mese avrebbe affittato una casa al mare dove ci sarebbe vissuta sua figlia e Giò. Lei non voleva farlo ma era il meglio per sua figlia. La psicologia era stata chiara: avrebbe tentato di nuovo di suicidarsi e magari in modi più cruenti e non erano sicuri che sarebbero stati nella posizione di poterla salvare.
Alex fu felicissima quando lo seppe. Era il suo desiderio. Quando la madre vide la felicità di sua figlia disse a Giò: << Ti assicuro che se tocchi mia figlia ti va a finire male e se almeno dovete fare qualcosa usate le giuste precauzioni. Hai capito? Te lo dico, so usare un fucile!.>>
Alex si mise a ridere. Ma la reazione di Giò non fu uguale alla sua, sembrò un po'... spaventato.
Finalmente Alex fece le valigie e uscì da quella maledetta stanza che puzzava tremendamente di " ospedale ".
STAI LEGGENDO
Cercasi Angelo Custode
RomanceMi chiamo Alessandra, ma gli altri mi chiamano Alex. Non sono sicura di essere triste, ma nemmeno di essere felice. Chiamatela come volete, depressione, noia, carattere, io so solo che così sto male. Ho 15 anni, e come dice qualcuno, 15 anni persi...