Ad un tratto Giò richiamò la sua attenzione e le disse che le doveva dirgli una cosa. Alex era incuriosita e lo invogliò a parlare. Giò le raccontò una lunga leggenda. Questa leggenda parlava di bambini che soffrivano senza sapere il motivo e che poi arrivavano degli angeli che li rendevano felici.
<< Tu sei una di quelle bambine. Stai aspettando il tuo angelo. Non ti dico che il tuo angelo sono io, ma ti renderò felice. >> disse Giò.
<< Sì, in realtà lo aspetto.>>
<< Ti amo Alex. Ti amo. Questo volevo dirti. Ti amo.>>
Alex tornò a casa e si buttò a letto. Aveva un po fame, allora aprì la scatola di cioccolatini che le aveva regalato Giò. Dentro non c'era cioccolata, c'era una lettera. La aprì e iniziò a leggere.
" Cara Alex,
Se stai leggendo questa lettera ho avuto il coraggio di dichiararmi. Ti amo dal primo momento che ti ho vista. Ma non è questo il fatto. Devo dirti una cosa importante. Ho conosciuto tuo padre. È qui in città e voglio convincerlo a parlare con te. Non avevo il coraggio di dirtelo di persona. Perdonami."
Alex buttò la lettera a terra, aprì la federa del suo enorme cuscino e tirò una foto di lei con suo padre. La lanciò a terra e si mise a piangere.
Passarono dei giorni e Alex non uscì dalla sua stanza. Era troppo triste e in ansia. All'inizio faceva entrare solo sua madre, ma dopo qualche giorno nemmeno lei. Erano tre giorni che non mangiava e che non beveva e quindi la madre fece sfondare la porta.
La trovò a terra, le braccia coperte di sangue e completamente incosciente. Chiamò subito un'ambulanza e Giò.
Ci mise tre giorni prima di svegliarsi. La madre e Giò le stettero sempre vicino. Giò non era mai andato a casa, era rimasto tutto il tempo al suo fianco.
Quando Alex si svegliò la prima cose che vide fu Giò che dormiva sulla sua mano. Guardò sua madre che piangeva di gioia e cercò di mettersi seduta, ma le braccia le facevano male un casino. A quel punto Giò si svegliò e la baciò.
<< Perché hai fatto questo?>> disse la madre.
<< Non voglio parlare. Lasciatemi sola con Giò. Per favore.>>
La madre lasciò la stanza e Giò iniziò a fare le solite domande ma Alex lo fermò dicendogli: << Avevo promesso a me stessa di non tagliarmi più. Volevo stare bene, ma è stato più forte di me. Ti prego promettimi che quando esco da qui troviamo una casetta tutta nostra, dove potremmo stare insieme. Promettimelo. Io ti amo e con te sono felice.>>
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Cercasi Angelo Custode
RomantikMi chiamo Alessandra, ma gli altri mi chiamano Alex. Non sono sicura di essere triste, ma nemmeno di essere felice. Chiamatela come volete, depressione, noia, carattere, io so solo che così sto male. Ho 15 anni, e come dice qualcuno, 15 anni persi...