Dopo qualche ora Alex e Giò si svegliarono. Alex notò subito che le cicatrici non c'erano più e che anche i segni della lotta sul volto di Giò erano spariti. Si ricordarono delle fatine e non riuscivano a credere della loro esistenza, ma subito decisero di crederci, infondo avevano appena combattuto contro un angelo e avevano vinto, quindi...
Si alzarono e Alex si fece una doccia. Mentre si vestiva pensò ad una cosa. C'era la possibilità che, quel giorno alla casa al mare, era veramente cambiato qualcosa dentro di lei, ma non ne era completamente sicura. Si sedette attorno al tavolo. Non poteva essere successo. Non poteva restare con il dubbio. Uscì di casa e lasciò un biglietto a Giò dove c'era scritto che andava a fare un giro.
Prima di arrivare all'ospedale Alex dovette prendere due metrò, ma alla fine era arrivata. Fece gli esami del sangue e tornò a casa. I risultati li avrebbe dovuti andare a prendere tre giorni dopo.
Quei tre giorni sembrarono ad Alex infiniti. Era ansiosa. Il giorno del ritiro delle analisi Alex aspettò che Giò uscisse per andare a lavoro prima di uscire lei.
Riprese le stesse due metrò, ma il tragitto le sembrò sempre più lento. Finalmente arrivò davanti all'ospedale. Adesso non aveva ansia, aveva paura. La sua vita sarebbe cambiata completamente se il risultato del test sarebbe stato positivo. Ma doveva saperlo.
Quando Giò tornò a casa trovò Alex seduta attorno al tavolo con le mani sui capelli e piangeva davanti ad un foglio.
<< Che è successo? >>
Giò ripetè molte volte la domanda ma Alex non piangeva e non distoglieva lo sguardo nemmeno per un secondo da quel foglio.
Ad un tratto Giò prese il foglio e lesse il contenuto.
<< Adesso forse mi vorrai lasciare, vero?>> disse Alex mentre si alzava e si dirigeva verso la porta. Giò a quel punto le prese la mano e le disse:
<< E' il più bel regalo che tu mi possa fare.Ti amo Alex, lo vuoi capire? Ti amo, ti amo e ti amo! Non mi stancherò mai di dirtelo. Ti amo.>>
Eh si. La sua vita era cambiata per sempre. Alex aspettava un bambino.
Passarono 3 mesi. Alex era al quarto mese di gravidanza e stava benissimo. Stavano arrivando le vacanze di Natale e Alex era emozionatissima perché sua madre stava per arrivare. Era molto tempo che non la vedeva, e, con la scusa della gravidanza, Giò l'aveva costretta a lasciare la scuola e aveva detto che avrebbe preso il diploma dopo la nascita del loro bambino. Adesso Alex era all'aeroporto e stava aspettando sua madre. Era ansiosa, non sapeva del bambino. Quando vide la madre in lontananza esplose di gioia e corse per abbracciare sua madre, anche se il medico glielo aveva impedito. Si abbracciarono intensamente e poi la madre disse: << Prometto di non uccidere a Giò. Oh mamma diventerò nonna!>> le toccò la pancia già molto evidente e la abbracciò di nuovo. Arrivarono all'appartamento e Alex disse:
<< Questo per ora è il nostro appartamento, ma Giò ne sta cercando un altro più grande, visto che adesso saremo in tre o in quattro.>>
<< In quattro?>> disse la madre con aria dubbiosa.
<< Sì. Giò ha la sensazione che siano due gemelle.>>
Pranzarono insieme e parlarono, parlarono molto. Avevano molte cose da raccontarsi. Poi, verso le due del pomeriggio, Giò tornò a casa. In realtà si spaventava un po della madre di Alex, e infatti, la prima cosa che disse fu questa: << Tranquillo, non ho armi con me. Anzi ti ringrazio perché hai reso mia figlia come un fiore.>>
<< Signora, quando un uomo ama una donna è così, la rende felice e io voglio rendere felice la mia futura moglie.>> rispose Giò.
<< Sì mamma, appena compio 18 anni io e Giò ci sposeremo.>>
Alex guardò la figlia. Non era più la sua bambina. Adesso era una donna e, dopo pochi mesi, una madre.
La madre era felice. Sua figlia stava bene. Era questo che importava.
Passarono altri 5 mesi. La madre di Alex era rimasta a Parigi per fare compagnia alla figlia e per vedere la sua nipotina. Aveva trovato una casa in affitto vicino a quella di Alex. Aveva deciso che voleva rimanere a Parigi per vedere sua figlia e sua nipote crescere.
Un giorno, mentre Alex e la madre pranzavano, ad Alex le si ruppero le acque. Subito sua madre chiamò l'ambulanza e Giò.
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Cercasi Angelo Custode
RomantikMi chiamo Alessandra, ma gli altri mi chiamano Alex. Non sono sicura di essere triste, ma nemmeno di essere felice. Chiamatela come volete, depressione, noia, carattere, io so solo che così sto male. Ho 15 anni, e come dice qualcuno, 15 anni persi...