Capitolo Due

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Un violento mal di testa fu tutto ciò che percepì al suo poco immediato risveglio. Si guardò attorno, come non ricordasse dove si trovasse e perché. Le tende della sua stanza erano ancora tirate e il buio era un qualcosa di estremamente piacevole per i suoi occhi. Provò a fare mente locale qualche attimo, ma tutto ciò che sentiva in essa era un feroce ronzio. Si mise seduto su quel materasso caratterizzato da coperte sfatte - segno che aveva passato una nottata poco tranquilla - e si guardò attorno, dopo aver acceso la luce della lampada affianco al letto.

Dai, Tom, si incoraggiò mentalmente, fai uno sforzo e ricordati.

Ma niente. Blackout.

Posò i piedi nudi sul freddo pavimento e si accorse che vestiva ancora dei jeans, della maglia e della felpa. Qualcosa non quadrava, ma decise che l'avrebbe scoperto strada facendo.

Si alzò dal letto con serie difficoltà. La stanza vorticava brutalmente attorno a lui e una sgradevole sensazione di nausea gli attanagliava lo stomaco.

Il solito coglione, si disse nuovamente, che beve come una spugna.

Sbuffando appena, si diresse verso la porta della sua camera, per poi aprirla mestamente.

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Il legno freddo del bancone della cucina premeva contro la sua guancia, ma Ellie non vi dava peso. Si era finalmente assopita; stava visitando mondi ultraterreni, fatti di cartoni animati e tanta felicità. Inutile dire che non riusciva ad addormentarsi accanto a Bill, non dopo quello che era successo quel pomeriggio con Tom.

Un tocco caldo e delicato sulla spalla: un gattino che si strusciava addosso a lei, facendole le fusa. Di nuovo quel tocco, ancora più insistente, fino a che gatto e fusa non sparirono dalla sua visuale, riportandola fulmineamente alla realtà.

Sollevò di scatto la testa dalla penisola e respirò con affanno, mentre apriva gli occhi per mettere bene a fuoco la situazione attorno a lei.

Si era addormentata in cucina. Mai le era capitata una cosa simile, prima di allora.

-Non volevo spaventarti.-

Quella voce le procurò una fortissima morsa allo stomaco, mentre innumerevoli brividi si diffondevano lungo il suo corpo. Voltò appena la testa alla sua sinistra e trovò Tom in carne ed ossa, affianco a lei, che la scrutava con discrezione. Aveva un viso sbattuto, tipico di chi si era appena svegliato da un lungo sonno post sbornia pesante.

-Tom... no, scusami, mi sono addormentata.- balbettò velocemente la mora, gesticolando più del dovuto, mentre cercava di recuperare la tazza di camomilla di fronte a lei.

-Bill sta russando?- le sorrise lui.

A quell'affermazione, Ellie si immobilizzò a fissare il vuoto.

Non ricordava nulla... proprio come aveva previsto.

Sentì un dolore lancinante al petto e chiuse momentaneamente gli occhi. Perché la prendeva in quella maniera? D'altronde aveva immaginato che il ragazzo non avrebbe rammentato nulla di tutto ciò che era successo quel pomeriggio. Eppure, un gran senso di malinconia la pervase; anche quel bacio, dunque, era stato un qualcosa voluto dalle circostanza e non dal ragazzo.

-Sì... sta russando- mormorò con dispiacere, senza guardarlo.

-Io credo di aver esagerato con l'alcol. Ho il classico mal di testa post sbornia.- sorrise Tom, del tutto ignaro della verità. Anche Ellie si sforzò di sorridere, ma quell'ulteriore affermazione era assai lontana dal divertirla.

𝘐𝘕 𝘋𝘐𝘌 𝘕𝘈𝘊𝘏𝘛 -Tom Kaulitz-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora