Uno sbaglio da non rifare||capitolo6

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Andrea:"Ludovica aspetta."
Mi afferrò per il braccio e io mi voltai verso di lui. Rimanemmo in silenzio per un paio di secondi a fissarci negli occhi. Poi sferrai la presa ricomponendomi.
Ludovica:"dimmi"
Rimase zitto.
Ludovica:"vuoi dirmi qualcosa o posso pure andare? Vanessa mi aspetta."
Andrea:"no niente..vai"
Ludovica:"tu sei un tipo molto strano."
Andrea:"non sei la prima a dirmelo."
Sorridemmo.
Ludovica:"allora ciao.."
Andrea:"ciao.."
Uscii dal bar e trovai Vanessa già seduta sul motorino,poi le diedi le chiavi e mi riportò a casa.
Ludovica:"mamma,papà sono a casa"
Mamma:"eccoti finalmente. Com'è andata oggi?"
Ludovica:"beeeene."
Mamma:"alle 8 si cena quindi se stai salendo poi non farti chiamare più volte."
Ludovica:"va bene mamma tranquilla."
Le diedi un bacio e salii in camera mia.
Avevo tanti dubbi in testa.
Perché Andrea mi aveva afferrata per il braccio? Cosa avrebbe voluto dirmi? E perché non lo aveva più fatto? E perché continuava sempre a fissarmi con quei suoi occhi dannatamente verdi.
Erano domande a cui non sapevo dare delle risposte,ma continuavano a ronzarmi in testa.
Sentii squillare il cellulare. Era Mattia.
Risposi subito. Parlare con lui mi faceva stare bene e ovviamente lui era l'unica ragione per cui io sorridevo ma mi mancava da morire.
Rimanemmo a parlare per molte ore poi riattaccai e scesi per la cena.
Quella sera mangiai un pochino in più rispetto alle altre sere. Poi aiutai mia madre a sparecchiare e pulire le stoviglie. Dopodiché risalii in camera mia ma mi diressi verso il bagno perché avevo bisogno di farmi una doccia calda.
L'acqua calda che scendeva sulla mia pelle mi rilassava e tanti pensieri invadevano la mia mente. Pensavo ad Andrea,ma non sapevo cosa mi portava a pensarlo,e poi pensavo a Mattia,che mi mancava più di tutto e più passavano i giorni più avevo paura che tra noi avrebbe potuto finire.
Spensi l'acqua ed uscii dalla doccia.
Mi misi il pigiama,anche se faceva davvero caldo,ma a maggio è normale,e poi mi misi a dormire e crollai subito.
Quella notte feci un sogno strano. Sognai me in un immenso campo di girasoli che,per un motivo che ancora non ricordo,ad un tratto mi misi a piangere e anche il cielo iniziò a piangere,scatenando un temporale.
Mi risvegliai al mattino quasi di soprassalto. Quel sogno mi aveva turbata. Comunque non ci pensai a lungo e lo scordai.
Mi alzai,mi preparai,scesi a fare colazione e poi papà mi accompagnò a scuola.
Arrivai a scuola e ad aspettarmi c'era già Vanessa.
Vanessa:"buongiorno Ludo!"
Ludovica:"buongiorno! Entriamo?"
Vanessa:"si andiamo così aspettiamo il prof dentro."
Ludovica:"come mai?"
Vanessa:"devo avere dei chiarimenti sulla lezione di ieri."
Ludovica:"okey andiamo!"
Ci avviammo verso la classe. Vanessa sembrava strana comunque non diedi molto peso a lei.
Entrammo in classe e combinazione chi c'era? Andrea. Mi sentivo un po infastidita,sembravano cose fatte apposta.
Vanessa:"buuuongiorno. Tu che ci fai qui di prima mattina? Tua madre ti ha buttato dal letto?"
Andrea:"molto simpatica. Sono qui perché ieri ho scordato un quaderno e volevo vedere se c'era ancora ed infatti l'ho trovato."
Poi a Vanessa squillò il cellulare.
Vanessa:"scusate è una telefonata importante esco un attimo"
Le mandai un'occhiata fulminante. Poi lei uscì ed io rimasi sola con Andrea.
Andrea:"quella ragazza è strana."
Ludovica:"beh se è per questo anche tu."
Andrea:"come?"
Ludovica:"ieri mi hai afferrata per il braccio pensavo dovessi dirmi qualcosa ma alla fine ti sei tirato indietro. Beh sei strano anche tu."
Andrea:"non sono strano. E dovevo dirti davvero una cosa."
Ludovica:"ah si? E cosa?"
Andrea:"io. . ."
Ludovica:"tu cosa?"
Andrea:"io . . . Ecco . . . (Sbuffò) volevo invitarti alla festa del mio compleanno."
Ludovica:"grazie sei molto gentile! E quando è?"
Andrea:"domani sera,alle 8 al bar dove lavoro. C-ci sarai?"
Ludovica:"non so,ti farò sapere."
Andrea:"va bene"
Poi suonò la campanella ed entrarono tutti.
Tanti dubbi,tante domande,e alla fine cosa doveva dirmi? Semplicemente un invito. Alla festa del suo compleanno.
Bah,Ludovica cosa ti aspettavi?
Tanto imbarazzo per un semplice invito ad una festa di compleanno. Lo avevo detto io che era strano.
Avevo voglia di tornare a casa,ma la campanella dell'ultima ora sembrava non suonare mai. Poi finalmente quando suonò uscii e tornai a casa a piedi come il giorno precedente.
Quando arrivai difronte al cancello che portava a casa mia trovai attaccato al cancello un bigliettino ma non c'era scritto niente,c'era solo disegnato un cuore. Aprii il cancello e vidi disegnate per terra delle frecce l'una dietro l'altra.
Camminai fino all'ultima delle frecce e poi . . . (Continua) vota e like :*

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