Uno sbaglio da non rifare||capitolo9

511 31 9
                                    

Mattia si fermò ad aspettarmi e mentre io avevo la testa china a terra intenta a raccogliere il bracciale sentii un enorme boato,e quando alzai gli occhi mi sentii mancare le forze e tremare. Mattia era sdraiato a terra,con graffi sulle braccia e sulle gambe. Una macchina lo aveva preso in pieno. Non capivo niente. Mi venne solo D'urlare e chiedere aiuto.
Ludovica:"aiuto aiuto!chiamate un ambulanza! Help help"
Chiamai i miei genitori che arrivarono subito e poco dopo arrivò l'ambulanza. Mi avvicinai a Mattia,lo chiamavo,mi appoggiai a lui con la testa sul petto. Sentii che respirava e il suo cuore batteva. Lo misero nell'ambulanza.
Ludovica:"mamma voglio andare con lui."
Papà:"Ludovica no"
Ludovica:"io vado con lui cazzo!"
Piangevo,singhiozzavo,non capivo nulla di nulla.
Arrivammo all'ospedale dopo circa 20 minuti. Per tutto il tempo tenni la mano forte a Mattia e ogni tanto sentivo che lui me la stringeva. Quando fummo arrivati all'ospedale Mattia perse conoscenza e lo portarono in una sala per probabilmente rianimarlo.
Mi sentivo sempre più debole. Arrivarono anche i miei genitori e aspettammo tutti che qualcuno uscisse ad informarci. Io lo avevo visto Mattia,aveva solo graffi alle gambe e alle braccia,ed aveva un taglio sul sopracciglio.
Dopo mezz'ora uscì un medico e ci disse che Mattia era entrato in coma. L'impatto con la macchina lo aveva scaraventato a terra e aveva battuto la testa provocando un trauma cranico. Quel taglio al sopracciglio era una lesione penetrata nella testa ed ora Mattia era in coma ed avremmo dovuto solo pregare fino al suo risveglio.
Mi sentivo in colpa. Se quel maledetto bracciale non mi fosse caduto forse Mattia a quest'ora sarebbe accanto a me e questa brutta storia non esisterebbe. Rimasi per tutta la notte accanto a Mattia. Non volli ne mangiare né bere niente. Piansi soltanto accanto a lui tenendogli forte la mano e mi addormentai con la testa china sul suo petto. I miei genitori chiamarono i genitori di Mattia che non appena seppero tutto si precipitarono subito da noi. Furono nostri ospiti ma la mia casa divenne l'ospedale,divenne la sedia accanto a Mattia. Il giorno seguente all'accaduto in ospedale mi raggiunse anche Vanessa che mi stette molto vicina. Cercò anche di farmi mangiare ma bevvi soltanto una camomilla e nient'altro. In ospedale c'eravamo io,i miei genitori, i genitori di Mattia e Vanessa e stavamo tutti lì intorno a Mattia. Poi arrivò un infermiera,ci chiese di uscire perché doveva fare una flebo a Mattia. Uscimmo tutti.
Uscii fuori a prendere una boccata d'aria. Vidi arrivare da lontano un motorino,scese un ragazzo. Non mi sembrava nessuno di familiare quindi rientrai in sala d'attesa e mi sedetti su un divano rosso. Dalla porta d'ingresso entrò Andrea. Non so ero scioccata o se il trauma cranico lo avevo io,ma lo vidi arrivare. Aveva un jeans di quelli caduti,una maglia celeste,i suoi capelli biondi col ciuffo alto e quegli occhi verdi,che li riconoscerei ovunque.
Andrea:"Ludovica,come stai?"
Alzai lo sguardo ma non risposi. Si sedette accanto a me.
Andrea:"Ludovica lo so che adesso non vuoi parlare,e forse io sono l'ultima persona,però sappi che ci sono."
Appoggiò la sua mano sulla mia.
Alzai lo sguardo.
Ludovica:"grazie Andrea.."
Scoppiai a piangere e mi abbracciò. Non mi scostai e ricambiai quell'abbraccio di cui in quel momento avevo davvero bisogno. Poi l'infermiera uscì dalla camera e mi staccai da Andrea rientrando velocemente in camera. Lui mi seguì.
Andrea si avvicinò a Mattia e vidi quel verde dei suoi occhi quasi lucido.
Mamma:"Ludovica sei qui da ieri sera,devi tornare a casa. Devi riposare,farti una doccia calda. Vai a casa."
Ludovica:"no,voglio stare qui."
Papà:"Ludovica ascolta tua madre. Vai a riposarti e poi torni."
Forse avevano ragione,da ieri sera avevo chiuso gli occhi a malapena,mi sentivo stanca,confusa,dovevo tornare a casa a farmi una doccia e riposare e poi sarei tornata da Mattia.
Papà:"dai vieni ti accompagno."
Andrea:"mi scusi...io sto andando via...quindi se Ludovica vuole...l'accompagno io."
Papà:"Ludovica te la senti?"
Ludovica:"si..va bene"
Acconsentii. Tanto doveva solo portarmi a casa. Mi avvicinai a Mattia e gli diedi un bacio in fronte.
Poi uscii insieme ad Andrea e ci dirigemmo nei parcheggi dove c'era il suo motorino.
Andrea:"ecco il casco,siediti e tieniti a me."
Mi sedetti sul motorino. Misi le braccia intorno alla sua vita e poi partimmo.
Mi sentivo talmente confusa e stanca che non so neanche come ma mi addormentai sulla schiena di Andrea.
Quando arrivammo davanti casa mia Andrea mi svegliò.
Andrea:"Ludovica..siamo arrivati."
Mi svegliai. Tolsi il casco e scesi dal motorino.
Ludovica:"grazie Andrea."
Andrea:"non devi neanche dirlo,se hai bisogno io ci sono."
Ludovica:"grazie..allora ciao."
Mi voltai e mi incamminai verso casa.
Mentre richiudevo la porta scorgevo con gli occhi che Andrea era ancora lì.
Entrai in casa e mi guardai allo specchio. Non sentivo il suo motorino che ripartiva,o forse dalla troppa stanchezza non sentivo più niente ormai.
Mi sedetti sul divano e mi assopii tra mille pensieri. Pensavo a quello che era accaduto a Mattia,pensavo ad Andrea,pensavo a tutto e mi sentivo sempre più strana.
Non mi accorsi però che la porta non si era chiusa,ma era rimasta leggermente aperta quindi . . . (Continua)
Commentate e votate ❤️

Uno sbaglio da non rifare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora