Sharlisse riaprì gli occhi e sentì levarsi il respiro collettivo di tutti i presenti. Seduta sul trono delle tenebre si guardò attorno, soppesando i presenti con sguardo greve.
Erano passati otto giorni da quando le tenebre l'avevano nominata reggente della Foresta dei Sogni Rubati al posto di regina. Che le avevano restituito i propri ricordi e rimosso quelli fittizi che le avevano imposto per aiutarla ad arrivare lì; o forse sarebbe stato meglio dire per ingannarla e convincerla ad affrontare il viaggio. Che le avevano rivelato che quello era il piano fin dall'inizio e che lei era stata l'ultima speranza, perché i suoi fratelli avevano fallito. Otto giorni che le erano sembrati otto mesi.
Quando era uscita dall'abbraccio delle tenebre, sconvolta da quelle verità rivelate, Sharlisse si era trovata davanti una situazione alquanto singolare. Al posto della vallata che era stato il campo di battaglia era sorta verdeggiante una nuova foresta.
Attila, sopravvissuto alla battaglia, l'aveva raggiunta zoppicando con i tre membri della sua famiglia che erano riusciti a non farsi uccidere. Sharlisse non si era fatta illusione vedendoli: erano così deboli che ben presto la vita li avrebbe lasciati, rendendola orfana per sempre.
Al massacro richiamato dal suo canto si erano salvati una manciata di soldati e Lishar. Quest'ultimo era stato trattenuto e legato, dichiarato prigioniero di guerra.
Aveva poi spedito i pochi soldati a recuperare gli abitanti del villaggio e li aveva rimandati dal re con un messaggio: se voleva rivedere Lishar vivo non avrebbe dovuto mai più avvicinarsi alla foresta.
Soddisfatta del proprio operato come reggente, Sharlisse si era ritirata nel cuore della foresta, dove aveva visto con i propri occhi che il grande albero bianco aveva ripreso il proprio colore naturale. L'albero nero troneggiava possente come nei suoi veri ricordi d'infanzia, un piccolo tassello che era tornato al suo posto e le aveva stretto il cuore in una morsa di gioia.
Sollevata da quel dettaglio, la figlia del sangue si era concessa un minuto di riposo, ascoltando le memorie che l'albero nero custodiva.
Si era poi premurata di verificare se il sogno in cui Nathalye aveva provato ad intrappolarla avesse contenuto qualcosa di vero. Aveva scoperto così la pila di cadaveri dei suoi fratelli, di coloro che le tenebre avevano convocato per quella missione prima di arrivare a lei. Non c'erano sopravvissuti.
Con malinconica tristezza era poi tornata al trono e li si era aperta ai ricordi che le tenebre le avevano restituito.
Aveva ricordato il tempo della sua infanzia, quando ogni fonte di calore o luce, al di fuori della protezione degli alberi, erano un veleno mortale. Aveva rivissuto il giorno in cui Diana aveva fatto il voto di esilio, rinunciando per sempre a nutrirsi di sogni in cambio della facoltà di vivere alla luce del giorno. Mille dettagli le erano tornati alla mente, allo stesso tempo balsamo e sale sulle ferite che ancora si portava dentro.
Era vero che non sapeva chi fosse: aveva dovuto rinunciare ad una parte di sé stessa, della propria natura, quando aveva accettato l'esilio. E così era stata infettata dall'umanità che aveva sempre detestato. Ma era stato necessario, altrimenti lei e la sua famiglia non sarebbero mai riusciti a vivere nel mondo umano.
Consapevole della propria imperfezione, Sharlisse non si stupì che le tenebre le avessero taciuto la verità, facendole inseguire una comoda bugia. Come figlia imperfetta poteva reggere il trono, ma non poteva governare. Lei stessa non avrebbe accettato, una volta saputa la verità.
Con l'animo stranamente risollevato dai tasselli che avevano acquistato un senso, aveva curato gli ultimi tre membri della propria stirpe, cullandoli in quello che era il loro ultimo viaggio. Se ne andarono sereni, lieti che lei avesse compiuto la missione e di aver potuto aiutare.
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Sangue e Sogni
FantasyEsiste una foresta immersa nel mistero. La Foresta dei Sogni Rubati, la chiamavano. Nessuno osava entrare all'ombra di quegli alberi secolari. Quella era la patria di Sharlisse, prima che l'esilio la strappasse al suono del vento tra le alte fronde...