Capitolo 7 (pt.I)

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⚠️ Come sempre vi ricordo di riempire la stella e lasciare un commento ⚠️

† Callum †
🪷
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Sputai il fumo della sigaretta e alzai lo sguardo verso la luna piena.

Il cielo ricoperte di stelle era calmo, non una nuvola a macchiarne il manto mentre la luce della luna irradiava le strade buie e pericolose della città.

Per quanto mi sforzassi di rendere i quartieri, un tempo malfamati, più sicuri, c'era ancora chi preferirà crogiolarsi nelle vecchie abitudini.

«Chi cazzo vi ha permesso di spacciare la vostra merda eh?» ringhiò Deliv, urlando furibondo a pochi centimetri dal suo viso.

Avevamo ricevuto l'ennesima soffiata. Un gruppo di ragazzi che bazzicava il Venenatum si era messa a spacciare tra i vicoli di Camden. Robaccia. Cocaina tagliata con la xilazina, una sostanza che viene usata a scopo veterinario, ma i suoi effetti collaterali sono ben peggiori di una semplice botta di cocaina.

Non avevano idea di ciò che stavano spacciando, o meglio, a giudicare dalle ulcere cutanee che presentava il ragazzo tra le mani di mio fratello e lo stato di torpore nella quale versava, lo sapeva e anche bene.

L'aspetto smunto, il pallore delle sua pelle, le occhiaie marcate e gli occhi spenti, sommati a quelle ferite evidenti sul suo corpo, lo rendevano uno zombie. Un morto che cammina.

La xilazina era stata rinominata la droga degli zombi e guardando come si era ridotto il ragazzo davanti a me, ero riuscito a comprenderne il reale significato.

Deliv non si fece intenerire dal suo aspetto, si era infuriato a tal punto da avere la bava che gli colava dalla bocca.

«Hai venduto questo schifo a dei ragazzini, pezzo di merda.» urlò ancora, colpendolo sul fianco all'altezza del costato.

Strinsi i pugni, respirando affannosamente.

Quello schifo aveva mandato in ospedale alcuni ragazzini di a malapena sedici anni.

Era stato Vervet ad avvisarci, il cugino aveva assistito all'overdose di un suo compagno di classe.

«Io non ho fatto niente.» sbiascicò riuscendo a malapena a formulare la frase.

Tra la droga che gli circolava in corpo e colpi inferti da Deliv, aveva perso ogni barlume di vita.

«E chi cazzo si è messo a spacciare alla Camden High School eh?.»

L'afferrò per la maglia, alzandolo di qualche millimetro da terra e lo sbatté contro il muro, colpendogli la bocca dello stomaco con un gancio.

Il ragazzo tossì, un rivolo di sangue misto a bava gli schizzò fuori dalla bocca sporcandole e i suoi, occhi ormai spenti, si gonfiarono a causa del colpo.

Non riuscì a rispondere, troppo stanco e privo di forze.

Deliv lo sbatté con ancora più impeto contro il muro.

La testa del ragazzo scattò indietro e colpì la superficie dura del palazzo.

Rimbalzò un paio di volte e Deliv gli assestò l'ennesimo colpo, questa volta sullo zigomo, che si aprì come una voragine.

La pelle gli si lacerò in pochi istanti, dilatandosi fino quasi a mostrarne l'osso al di sotto.

Le nocche del mio gemello si macchiarono di sangue che si scurì a contrasto con l'inchiostro nero dei suoi tatuaggi.

𝐂𝐀𝐋𝐀 𝐋𝐔𝐍𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora