Intervista a StFrancisFolly

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Intervista a StFrancisFolly , la cui storia BRITISH STEEL si è classificata prima agli Awards 2023, categoria "Alessandria" (narrativa generale)

Per cominciare: complimenti! La tua storia ha vinto la categoria Alessandria!

Sì, non credevo di riuscire ad arrivare in prima posizione. Onestamente, so di aver scritto qualcosa di valido, ma arrivare primo mi stupisce sempre.


Parlaci un po' di te

Allora parto da quello che ho scritto anche nella bio del mio profilo.

Chiamatemi Ismaele, uso sia i pronomi maschili che femminili. Sono del 2004, e sono un perito industriale fresco di diploma. Scrivo più o meno da quando sono al mondo, infatti non mi ricordo un periodo della mia vita in cui non ho scritto. Tra fan fiction, one shot cringe e esperimenti fallimentari. "British Steel" è la prima storia di cui sono fiero e secondo me davvero valida. Sono un metallaro doc, ma in generale amo la musica. Vario dagli Slayer a Neil Young senza problemi; ho anche un culto per i Pink Floyd, tanto da definirli la band migliore di sempre.

Sono anche una persona profondamente spirituale, amo le religioni e la ricerca di qualcosa di più grande di noi. Infatti, prima di "British Steel", ho esplorato (anche se abbastanza superficialmente) la religione ebraica in un'altra mia storia, che ora sto riscrivendo da capo. Non a caso il nome che ho scelto, Ismaele, non solo è una citazione a Moby Dick, ma letteralmente significa "Dio ascolta".

In tutte le mie storie cerco di inserire un po' di me: i miei ideali politici, il mio amore per le classi sociale più basse, i lavoratori, gli esclusi, i reietti, o anche le persone che semplicemente non ce la fanno, o addirittura del tutto spregevoli. Credo che in ogni persona ci sia qualcosa da salvare.


Com'è nata la tua storia? Cosa ti ispirato?


Le ispirazione per "British Steel" sono state molteplici. In primis, come ho detto prima, il riguardo che ho per la classe operaia. Roger infatti è un operaio in una fonderia, così come Donnie, e io stesso ho fatto un mese di alternanza scuola lavoro in una fonderia di alluminio, e tra poco inizierò un apprendistato proprio lì. Quella fonderia infatti è stata di grande ispirazione proprio per la costruzione del luogo di lavoro e anche delle dinamiche sociali che si instaurano all'interno di uno stabilimento così grande, che funge quasi da seconda realtà per chi ci lavora dentro, considerando anche la pesantezza del lavoro e l'alienazione dell'operaio.

Poi, altra ispirazione fondamentale è stato "The Wall", disco del '79 dei Pink Floyd. Credo che tutti lo conoscano superficialmente, ma in realtà è un'opera estremamente profonda, e che va a toccare dei temi che mi sono molto cari. L'isolamento, la mancanza di comunicazione, la paura... E, come da titolo, questo "muro" che ci costruiamo intorno, che dovrebbe proteggerci ma che finisce per ucciderci. Infatti tutta la storia è costellata di citazioni all'opera, in particolari l'immagine ricorrente di telefoni che suonano e nessuno che risponde dall'altra parte.

Un altro tema importante che ho sviluppato nella storia è chiaramente l'omosessualità. In realtà questo è nato del tutto per caso, Roger non è nato come personaggio gay, ma nel periodo in cui ho iniziato la storia ho subito una profonda ingiustizia a causa del mio orientamento sessuale. Anche se non è stato il motivo scatenate per l'inserimento della tematica nella storia, diciamo che dopo quello che è successo ho deciso di farlo diventare uno dei temi portanti di tutta la narrazione. Anche la condizione di Prudence, non tanto la sua maternità perché grazie a Dio di figli non ne ho, ma la sua relazione con Roger è stata molto ispirata da eventi personali.


A che pubblico pensi sia rivolta? A chi la consiglieresti?

Questa è una domanda a cui mi trovo sempre in difficoltà a rispondere. Penso che chiunque possa leggere questa storia, perché va a toccare tanti argomenti in cui tante persone possono rispecchiarsi. La maternità, l'inadeguatezza, il lavoro, l'omosessualità, i ruoli di genere, le relazione con age gap... Però capisco anche che può essere pesante. In fondo ci sono scene di violenza e un linguaggio abbastanza esplicito. Idealmente, credo che il pubblico di riferimento sia il range tra i 18-35 anni, i tra i "young adult" e i "new adult".


Puoi svelarci qualche progetto futuro?


In realtà sto già scrivendo due cose, già online sul mio profilo. Una, "Padre Figlio Spirito" è del tutto inedita. E' ambientata nell'America rurale tra gli anni '60 e '70, e cerco di analizzare quelli che sono i fondamenti della cultura americana nei cosiddetti "red state", gli stati repubblicani. Il mio tocco però ce lo devo sempre mettere perché comunque è una storia LGBTQ+.

L'altro progetto, come ho detto prima, è la riscrittura di "Shomer". Sono stato in Israele di recente, e questo ha risvegliato la mia spiritualità, oltre che la mia passione e vicinanza all'ebraismo. E' ambientata nel sottobosco parigino, nei quartieri più degradati. Oltre ai problemi "spirituali" per così dire, vorrei mettere in contrapposizione quelli "secolari": vivere in un mondo che non ti accetta per quanto tu lo possa rincorrere, i problemi d'immagine e la glorificazione dei disturbi alimentari, scoppiata proprio nel periodo di narrazione, la mancanza di un posto nella socità, e la cultura underground e pop degli anni '90 e primi 2000 con cui sono cresciuto. 


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