Capitolo 17.

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Arrivati davanti casa non gli do il tempo di aprirmi lo sportello ed esco furiosamente dall'auto, intenzionata ad entrare senza di lui, ma sono consapevole che a quest'ora saranno tutti al decimo sonno e non posso suonare al campanello, perciò decido di aspettarlo con un broncio. Attraversa il vialetto e mi raggiunge senza dire nulla, io lo guardo sorridermi e mi rendo conto solo alla fine di averlo fissato per tutto il tempo con un sorrisetto sulle labbra.
Sempre la solita stupida.
Apre il portone e prima di lasciarmi entrare fa una specie di inchino di fronte a me.
«Milady», indica la porta con un sorrisetto da stronzo, ma io sbuffo e lo sorpasso, arrivando in camera nel giro di dieci secondi.
«Vedo che apprezzi molto i miei gesti da gentiluomo».
È arrivato dietro di me in un attimo, senza nemmeno farmene accorgere.
La sua voce è molto più fredda e roca di quello che aveva fino a qualche minuto prima, e non capisco perché.
O forse sì.
Sussulto al suono di quel tono gelido e poi mi si mette di fronte per farsi ascoltare, mentre sistemo la giacca nell'armadio.
«Non capisco di cosa parli».
«Già, tu proprio non capisci».
In un attimo va via.
Approfitto della sua assenza, perciò mi cambio in fretta e mi strucco, non facendo caso alle mille chiamate di Stella che riempiono il mio cellulare nel frattempo.
In tutto ciò è l'una e un quarto.
Quando finisco di mettermi a mio agio richiamo la mia migliore amica e dopo averle spiegato tutto vado a dormire.
-
Mi sveglio di soprassalto alle 05:05 del mattino.
Perché proprio adesso?
Mi accorgo che piove nuovamente ed inizio a sentire freddo, perciò mi alzo e, a piedi nudi, prendo la felpa di Marcus dall'armadio, indossandola sopra il pigiama.
Prima di riaddormentarmi, però, sento un rumore in camera sua e mi incuriosisco: È sveglio?
Decido di mandargli un messaggio, per togliermi questo dubbio che è simile ad un martello che batte senza sosta sulla mia testa.

D. Sei sveglio?

Risponde dopo qualche secondo.

M. No, Marcus sta dormendo. Sono il suo fantasma adesso.

Ridacchio senza far rumore e mi stringo nella sua felpa, inalando tutto il suo profumo e sorridendo al pensiero di averlo qui con me, quando all'improvviso un lampo attraversa la mia finestra e per poco non mi sfiora.
«Cazzo, che spavento», dico a bassa voce tra me e me, portandomi una mano al petto e serrando le palpebre.

D. Mh, ho capito. E quale sarebbe il tuo nome?
M. Sono Chase.

Sorrido ancora, e poi gli rispondo.

D. Come mai questo nome, Chase?
M. Se ti dicessi che è il primo nome che mi è venuto in mente sarebbe deludente come risposta?
D. Forse.

Il temporale continua a persistere sui miei vetri ormai appannati e stavolta mi metto sotto le coperte.

M. Hai la mia felpa, vero?
D. Sì, perché?
M. Sai, sta diluviando.
D. Lo vedo...Sai, ho degli organi di senso che mi sembra si chiamino occhi.
M. Ne stavo quasi dubitando.
D. Che stupido.
M. Va' a dormire adesso, è molto tardi.
D. Per tua informazione, Chase, fino a poco fa stavo dormendo tranquillamente...ma mi sono svegliata casualmente alle 05:05. Sarà fatto apposta secondo te?
M. Chissà, magari qualcuno ti stava pensando un po' troppo e il destino ha voluto fartelo sapere.

Le sue frasi ironiche non le capisco mai, che vorrà dire?
Scherzavo, forse ho capito.

D. Veramente sei tu che me lo stai facendo sapere, idiota, non il destino. E comunque...sarà di sicuro Finn.

Vediamo che dice...mi diverto troppo.
Okay, forse sarò stata un po' stronza, ma non penso che se la prenda per così poco, no?
No?
Sta per rispondere, lo avverto dai tre puntini in fondo alla chat che continuano a muoversi fastidiosamente, ma ad un tratto ci rinuncia e non scrive più nulla.
Perché non risponde? Non è neanche più online...
Si sarà offeso in qualche modo? È proprio permaloso...stavo solo scherzando.
(Come se non lo fossi anch'io, tra l'altro).
Continuo a pensare che, nonostante le nostre diversità, forse abbiamo molte cose in comune che dovremmo far notare invece di nasconderle.
Mi rimetto a dormire e mi sveglio la mattina dopo, alle nove in punto.
Non trovo nessun messaggio da Marcus, quindi intuisco che si è davvero infastidito.
È proprio un orgoglioso del cazzo a non riscrivermi.
Chissà se mi avrà pensata, o perlomeno se avrà preso in considerazione il fatto di rispondermi mentre io dormivo...
Appena mi alzo metto a posto la stanza e mi sistemo un attimo in bagno. Poi decido di andare a vedere se Marcus dorme o non ha chiuso occhio fino ad adesso. Penso più la prima, essendo che appena chiude occhio va in letargo per ore consecutive. (Sempre se chiude occhio, perché è capace di passare la notte completamente in bianco).
Confermo la mia prima ipotesi, perché appena entro in camera sua lo trovo addormentato con il viso distrutto dopo ieri sera. Riesco a notare le evidenti occhiaie, un taglio che gli attraversa il labbro superiore, uno che taglia perfettamente a metà la punta del suo sopracciglio sinistro e capelli scombinati come sempre.
Semplicemente lui.
Dopodiché vado in cucina per la colazione e trovo Arianne che farcisce le ciambelle con una sac a poche piena di crema.
«Buongiorno, tesoro. Tutto bene ieri sera? Marcus non ha proprio dormito stanotte e...pensavo fosse successo qualcosa tra voi. Mi sono alzata per andare in bagno alle quattro ed era più che sveglio, nemmeno un briciolo di sonno», spiega un po' preoccupata quando si accorge della mia presenza, finendo però con una risatina e accentuando l'ultima frase.
Mi sa che è abituata a questo...
Perché cazzo passi le notti in bianco, Marcus?
Perché non mi dici cosa ti succede?
«No, non è successo nulla. Anch'io stanotte ho faticato a dormire, ma solo a causa del frastuono del temporale», mento.
«Ho capito...vuoi una ciambella? Le ho preparate qualche ora fa, mi sono svegliata molto presto oggi», cambia discorso lei, porgendomi una delle quindici delizie di fronte a me.
«Certo, sembrano buonissime, grazie», rispondo sedendomi a tavola, dopo aver preso un po' di succo dal frigorifero.
Mentre sto al cellulare lei esce dalla cucina per sistemare la camera da letto ed io torno in camera mia.
Ho fatto il letto ed ho anche sistemato tutto appena sveglia, perciò direi che è il momento di fare una doccia.
Preparo tutto il necessario e faccio una doccia calda, perché anche se siamo a giugno la temperatura è molto fredda dato che ultimamente diluvia come fosse inverno inoltrato.
Quando finisco indosso una tuta insieme ad una t-shirt oversize e sistemo il casino che ho creato in bagno.
Oggi é mercoledì, sono qui da domenica ed è come se fosse già casa mia.
Adoro come questa famiglia me ne faccia sentire parte in qualche modo.
Si sono fatte le dieci, perciò decido di guardare un nuovo film sul computer e, quando partono i titoli di coda, noto una notifica da Instagram sul cellulare.
Eric.

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