Ant2

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Il viaggio fu di venti minuti dove ricevemmo istruzioni di come ci saremmo dovuti comportare appena arrivati all' aereoporto della città, li ci attendeva un Jet privato che ci avrebbe portato a destinazione. Arrivammo assieme ad altri due elicotteri ,atterrammo contemporaneamente, riconobbi il dott. Smith ,era la sua equipe.

 A bordo dell'aereo venimmo separati in due diverse sistemazioni non ci venne data la possibilità di comunicare. Prima di partire ci vennero assegnati i posti dove essendo già stati preparati. vi erano sopra delle tute mimetiche monocolore con degli anfibi militari, le indossammo e i nostri vestiti li mettemmo in sacche chiuse da lasciare nei vani sopra i sedili.

 "Mi sembrano esagerate tutte queste precauzioni, non partiamo per la guerra" , "il punto cara Kate e' che siamo in guerra, la nostra operazione ne deve scongiurare una, ma per farlo ha bisogno che questa missione non venga scoperta" , mi guardò con aria perplessa non ne era convinta, ma se li fece andar bene. "Pivello non avrai paura di volare vero?" ,"ggguarda che sssssono pppppparacadutista io ccccosa cccredi?" ,"hahaha speriamo che quando apri il paracadute non si intacchi come te altrimenti ..... Sai che frittata hahaha"," cccretino". 

Eravamo pronti a partire ci scandirono 120 secondi al decollo. Markus ascoltava musica, Malone leggeva, con stati d'animo diversi stavamo per prendere il volo verso quella che era la missione più importante della nostra vita, fino a quel momento avevamo superato molteplici ostacoli, tantissime sfide ma questa ci portava al di fuori del nostro laboratorio in un contesto tutto nuovo. Anche io non ero convinto di quello che avevo detto a Kate, non ero sicuro di nulla. 

La spinta dei motori ci schiacciò verso i sedili, poi leggeri come l'aria partimmo. Eravamo in volo e dopo pochi minuti il passaggio dalla cupola era imminente, era sempre affascinante assistere da vicino il trapasso all'esterno. Quando avveniva la sensazione che si aveva era quella di vuoto d'aria, poi dopo il trapasso tutto tornava normale. Volammo per circa due ore, non avevamo idea in quale direzione e comunque ad alta quota diventava difficile comprendere qualcosa, nel nostro volo tutto era reso impossibile dalla completa mancanza di finestrini. 

Kate si era addormentata poco dopo il decollo e come lei anche Markus dormiva, gli altri erano assorti nei loro passatempi. Provai a socchiudere gli occhi, non mi sarebbe dispiaciuto assopirmi ma non ne fui capace. "Signori siamo in procinto di atterrare, vi prego si seguire le istruzioni che troverete nella carpetta gialla situata nella tasca del sedile che avete davanti. Fra 5 minuti esatti iniziate la procedura. Grazie", tutto era pianificato, ognuno di noi eseguì le istruzioni del comandante di volo. "indossate il casco che troverete nella valigetta sotto il sedile, prendete il cercapersone attivatelo e allacciatelo alla cintura, indossate i guanti. Ora sedetevi e allacciatevi le cinture di sicurezza, 2 minuti". "Ma e' un casco senza visuale, non si vede nulla?", "infatti, non vogliono che abbiamo punti di riferimento, in nessuna maniera dobbiamo sapere". Prima di isolarmi guardai tutti i ragazzi e gli feci un cenno con la mano in segno di saluto. Venni ricambiato mentre i soliti Tach e Markus si continuavano a beccare come sempre. "Sessanta secondi signori" , mi sedetti guardai Kate e mi infilai il casco. La sensazione di isolamento fu totale, ebbi modo di potermi concentrare su quelli che potevano essere i sensi senza la vista, non vi ero abituato tutti i minimi rumori mi sembravano irriconoscibili. Riuscii ad avvertire la discesa, improvvisamente e il vuoto diede maggiormente la sensazione di caduta veloce verso il basso, Kate mi strinse la mano. Mi fece piacere. Un rumore d'acqua iniziò a sentirsi ai lati dell'aereo stesso come se dovessimo ammarare. Ero sicuro acqua che correva. Ma come poteva essere possibile? Rumori meccanici si fecero sempre più forti come se dei portelli si stessero aprendo o chiudendo, non ero in grado di distinguerli. "Fra poco saremo arrivati, vi segnaleremo quando potrete togliervi il casco", una voce si annunciò all'interno del casco che era microfonato. Capimmo comunque che eravamo arrivati, l'aereo si fermò e spense i motori. "Arrivati, potete togliervi il casco e slacciare le cinture", non era cambiato nulla a parte il fastidio agli occhi provocato dalla forzatura al buio il resto dell'aereo era isolato dall'esterno a tal punto da lasciarci senza risposte. "Scusami per prima non volevo, ma il vuoto mi fa paura", " non preoccuparti ho avuto la tua stessa sensazione", si apri' il portellone per farci uscire e mentre in silenzio ci alzammo dall'entrata sbuco' Jane. "Buonasera e benvenuti a Futura, vi prego di seguirmi vi mostrerò i vostri alloggi e poi i programmi della giornata", "la conosci?", "si e' la segretaria di Mankok e l'ho conosciuta l'altro giorno alla riunione", ero sorpreso di vederla ma non del tutto. 

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