I Predatori

5 1 0
                                    

I buster arrivarono guidati da due soldati, nonostante il loro rumore fosse ridotto era comunque troppo alto per non essere sentito dai predatori. Li nascondemmo fra le radure dell'entrata di Antia e decidemmo che sarebbe stato molto più saggio proseguire con i loro cavalli. 

Così facemmo, li andarono a recuperare e tutti ci mettemmo in cammino verso il monte Cimax. Il sole era alto e luminoso ma eravamo in mezzo alla pianura e molto vulnerabili. A guardare il paesaggio che ci circondava alla luce del sole non sembrava potesse nascondere tante insidie, anzi dava l'idea di un luogo tranquillo. Ci avvicinammo e ogni tanto il grido dei predatori si sentiva nell'aria. Come se volessero farci sapere che loro comunque c'erano.

 Arrivammo ai piedi del monte, una nuvola velocemente oscuro' il cielo facendo venire i brividi a tutti, in pochissimi secondi la bella giornata di sole divento' una buia autunnale. Gli antiani ci fecero cenno di fermarci e di rimenere in silenzio, sarebbero andati loro in perlustrazione. 

"Comandante non crede che non sia prudente rimanere qui immobili, siamo un facile bersaglio?","credo che sia più prudente fare quello che ci dicono per il momento, loro conoscono meglio questi posti e anche i predatori", nessuno era tranquillo ma non vi erano molte possibilità. Volarono in cielo perlustrando il percorso che avremmo fatto con i cavalli, la strada sembrava libera, tornarono in formazione e ci diedero l'ok per proseguire. Il cielo non era completamente coperto ma le nuvole scure avanzavano e sembrava una cosa studiata a tavolino, mano mano che ci addentravamo lungo il monte Cimax l'oscurita avanzava, le nostre possibilità di salvarci da un'eventuale attacco dei predatori diventavano sempre più scarse. Eravamo dentro la loro terra. 

La vegetazione non ed molto diversa da Antia, ma era ..... rovinata, come se fosse stata maltrattata. Improvvisamente il cielo si oscuro' le nuvole nere coprirono completamente il cielo e un vento gelido inizio' a soffiare. Un misto tra le grida e gli avvoltoi che si alzarono in cielo, tanto forte e deciso da far ghiacciare il sangue. Ci fece sentire deboli e indifesi. Le prime goccie d'acqua iniziarono a cadere una dopo l'altra sempre più insistentemente. Gli antiani si alzarono in cielo, gli uomini armati di lance mentre le due donne impugnarono gli archi. Ci fecero cenno di proseguire. Continuammo a salire verso la cima mentre loro ci facevano da scudo, dovevamo raggiungere la cima al più presto, dovevamo trovare i semi delle sequok ma ora la paura di essere attaccati era concreta. Un grido provenne da destra rispetto alla nostra carovana, poi sinistra, ovunque. La pioggia faceva vedere distorta la visuale faticavamo a tenere aperti gli occhi. Un grido mi spacco' un timpano e mentre cercai di vedere da dove arrivava il soldato af ianco a me venne preso dagli artigli di un predatore, il cavallo dallo spavento si imbizzarri' e comincio' a correre verso la pianura come se fosse impazzito. In un attimo un'altro predatore fu su di lui e se lo porto' via. Un'altro grido, l'antiano si mise da scudo fra me e la mia fine, si gonfio' il petto, vedevo poco ma riuscii a distinguere quello che fece. Si accese come una palla di fuoco e respinse il predatore con il calore che sprigiono' dalle mani. E così fece con gli altri predatori,loro attaccavano e allo stesso tempo cadevano carbonizzati, gli antiani accesi come il sole respingevano i terribili rapaci. 

Le antiane ci fecero cenno di proseguire e sotto un diluvio riprendemmo il cammino scappando da quell'inferno. Guardai la cima del monte ma le nuvole cariche d'acqua ne impedivano la visuale , la cima era oltre. Salimmo , io avevo perso il controllo del gruppo, il finimondo si stava scatenando li vicino a noi dovevamo rimanere uniti, avevo comunque paura. Ebbi la sensazione di aver lasciato alle spalle la ferocia dei predatori, più salivamo e più mi convincevo che stavamo allontanandoci dalla zona pericolosa. Mi sbagliavo, dalla cima come due kamikaze puntati verso di noi giungevano due di quegli orribili animali, mi abbassai verso il cavallo per evitare la presa di uno, alzai lo sguardo per vedere dove era andato, lo sentii gridare e lo vidi tornare verso di me a peso morto come se un fulmine lo avesse impietrito, era immobile non volava cadeva. Diedi due colpi con il tallone al cavallo per farlo aumentare di andatura,"via scappate muovetevi da qui", ci stava piombando addosso, liberammo velocemente la nostra posizione. Cadde a terra frantumandosi, ando' in mille pezzi si sbriciolo'. Continuammo la nostra marcia cercando di allontanarci sempre di più,"voi andate noi resteremo qui per fermarli e impedirgli di raggiungerci, raggiungete la cima e prendete le sementi , noi comunque oltre le nubi non potremmo venire e nemmeno loro. Fate il più presto possibile vi aspettiamo qui, dopo dobbiamo tornare a Antia", la guardai negli occhi, era una combattente ma aveva comunque lineamenti dolci, "attenta", alle sue spalle un predatore le andava incontro velocemente, si irrigidì e divenne completamente bianca, dagli occhi partirono due getti che congelarono completamente il predatore, e in un baleno fece la fine del suo compagno, cadde a terra inerme e si frantumo' in mille pezzi, si giro' verso di noi e mentre era ancora in trasformazione ci disse di andare. 

FuturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora