Capitolo 9

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Scesa dall'autobus, nonostante l'orario, mi dirigo da una sola persona.

Mentre cammino per raggiungere la destinazione, non riesco a placare la mia rabbia e il mio fastidio.

Le parole di mia madre mi hanno rattristata, non so nemmeno come abbia fatto a sapere dove lavorassi.

Il comportamento di Dylan è stato strano e freddo. Il rifiuto del mio aiuto mi ha fatto male, le sue parole e come le ha dette mi hanno fatto male.

Poi alla vista di quella ragazza esplosiva, dai capelli rossi, mi ha dato un certo fastidio. Il mondo in cui lo ha baciato, lo ha guardato...

Ma sopratutto la frase di Dylan mi ha spezzato il cuore.

"È solo la babysitter di mia figlia."

Mi risuonano ancora in mente.

Fortunatamente a distrarmi da quei pensieri, da quella parole, c'è l'arrivo a destinazione.

Salgo le scale della palazzina, quando suono il campanello e vedo la figura che ho davanti non posso fare a meno che andargli tra le braccia e scoppiare a piangere.

Alvin in un primo momento è confuso, ma appena mi ha tra le braccia, mi stringe forte a sé.

<<Alyssa che succede? Cos'è successo?>>

I miei singhiozzi non fanno altro che aumentare, sono stanca a causa del lavoro e sono stanca di stare male.

Alvin mi porta dentro con sé, chiudendosi la porta alle spalle. Mi allontano un po' dalla sua figura per pulire via le lacrime dagli occhi.

In quel poco di frangente osservo l'appartamento, l'ho interrotto nella sua lezione di yoga.

<<Alvin...scusa se ti sto disturbando...ma...>>

Dico singhiozzando ma lui scuote subito la testa.

<<Non dirlo neanche per scherzo, forza siediti così bevi un bicchiere d'acqua e mi dici cos'è successo.>>

Annuiscono sedendomi sul divano, lui nel frattempo va a prendere un bicchiere d'acqua. Appena ritorna me lo porge ed io lo bevo a piccoli sorsi.

Alvin si siede accanto a me e mi scruta un po' preoccupato.

Faccio un bel respiro e lo guardo, pronta a sfogarmi con lui.

<<A pomeriggio ho lavorato da Josh e stasera dovevo staccare, quando sono uscita fuori per andare in dormitorio, ho trovato mia madre ad aspettarmi.>>

Alvin non mi interrompe, ascolta in silenzio attentamente.

<<Sono rimasta sorpresa perché io non le ho mai detto dove lavorassi, comunque non è questo il punto. Il punto è che mi ha guardata con disgusto, ovviamente avevo appena finito di fare un turno e le mie condizioni non erano delle migliori. Ha iniziato a dire che non dovevo fare questo lavoro e bla bla bla. Ma le cose che mi hanno più ferita sono state le sue parole, ha detto che senza il lusso, la ricchezza e così via, non c'è la farei mai...che devo dare una chance a Vincent perché è ricco e quindi mi devo sistemare...>>

Alvin è sconcertato, la sua espressione lo dimostra.

<<Santo cielo, tua madre è forse impazzita? Forse la crisi di mezza età le è andata alla testa...>>

Alzo le spalle.

<<Ma non è tutto...>>

Faccio un secondo respiro profondo per poi continuare il mio racconto.

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