2. Giallo come noi
Rebecca
Il giallo è il colore che ricorre più spesso nelle sequenze che cullano i miei mostri facendoli addormentare. E' un po' quella luce che cerco di far entrare nella mia quotidianità. Tra le difficoltà che sono tutte quelle sfumature sbiadite, impreviste, che devo necessariamente affrontare e gestire. Quelle che provo ad evitare, a non raccontare alla me stessa che guardo riflessa nel vetro di una finestra aperta su un mondo che creo un giorno dopo l'altro.
Mettere tutto in stand by, tergiversare, fare lo slalom tra quello che non riesco a inquadrare, non credo sia la strada giusta. Me ne rendo conto adesso, mentre il silenzio riempie a stento i vuoti del cuore, in questo momento solo nostro con le dita intrecciate e i pensieri sintonizzati sulla stessa frequenza. Non posso continuare ad evitare i miei sentimenti adesso che riguardano anche Matteo. Dovrei trovare il coraggio di tirarli fuori, anche se a modo mio. Chissà se il giallo esplosivo di questo istante, quello che fa scoppiare il cuore di gioia solo per la sintonia che stiamo condividendo, posso riuscire a raccontarlo.
"Giallo come l'ombrello che ci riparerà dalla pioggia?" mi sussurra ed il cuore sembra impazzito.
"Giallo come quegli stivali con cui saltelliamo sulle pozzanghere" provo a giocare con una battuta, sperando non scorga la nota di imbarazzo nella mia voce.
"T'immaginavo a piedi nudi e a dire il vero anche senza l'ombrello. Quello che si ripara tra i due sono sempre io".
"Chiudi gli occhi e butta l'ombrello anche tu. Adesso lo senti?"
Il silenzio, il cuore che batte non so se è il mio o quello di Matteo che ha davvero chiuso gli occhi, perché adesso le sue dita stringono più forte le mie. E quel brivido parte involontario, non riesco a fermarlo. E' solo un attimo ed il mio corpo racconta più di quello che riesco a dire con le parole. Non ho il coraggio di respirare figuriamoci di aprire gli occhi.
Come mi sono infilata in questo casino?
Il cliché della ragazzina problematica innamorata del suo migliore amico è materiale per le serie televisive che guardiamo insieme prendendo in giro i protagonisti. Io non ho malizia né furbizia, non riesco a filtrarmi, non con lui. E adesso come me ne tiro fuori?
"Al mio tre apriamo gli occhi?" lo sento dire piano ed il mio cuore impazzito non smette di battere all'idea che mi leggerà tutto in faccia.
Matteo
Non posso fingere di non aver sentito il mio cuore mancare un battito dopo averle stretto la mano quando l'immagine di noi a piedi nudi sotto la pioggia mi ha sfiorato l'idea.
Quei suoi occhi in cui mi perdo, i capelli bagnati, la maglietta attaccata ad un corpo che abbraccio da anni e che adesso manda in tilt il mio sistema operativo fatto di certezze, una formula dietro l'altra, solo ad immaginarlo.
"Al mio tre apriamo gli occhi?" lo dico talmente piano che ho il dubbio di averlo solo pensato. Lei non risponde ma trema e a quel punto smetto di provare a capirci qualcosa. Smetto di trovare schemi e soluzioni, di tentare di inquadrare l'ignoto.
"Uno, due, tre" e mi ritrovo perso nel mare in tempesta degli occhi che amo da sempre, gli unici in grado di farmi sentire adeguato e non solo strambo o fuori posto in un mondo che non mi è congeniale da che ho memoria.
Non serve dire nulla, forse ci stiamo dicendo troppo senza volerlo.
Riprendo a respirare quando lei stacca le dita dalle mie, mi sorride e gioca con una ciocca di capelli. E' cosi familiare questo gesto che l'ansia sparisce in un battito di ciglia e riesco a tornare al presente.
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Il pezzo che manca 🧩
RomanceRebecca e Matteo sono amici da sempre, condividono la scuola ed affrontano insieme segreti appena svelati e i mostri sotto il letto che bussano la notte alla porta aperta di un cuore al quale manca un pezzo. Tra formule matematiche e colori, sogni e...