16. Grigio, Giallo e Verde
Rebecca
Tra le braccia di Matteo dimentico persino dove ci troviamo, cosa ci circonda e chi può vederci. Anche se ci stiamo semplicemente baciando, persa tra i brividi e le farfalle impazzite che svolazzano facendo un gran rumore, apro appena gli occhi come per accertarmi che tutto sia al posto giusto. Ed è lì che la vedo e il panico mi blocca all'istante. Quello sguardo spento io l'ho già visto, ma l'occhio nero no. Non faccio in tempo a dire nulla, avverto a stento la voce del mio ragazzo 'Becca che succede?' e poi il buio.
Ho i capelli intrecciati, le mani che tremano e le parole che non vengono fuori. I bambini hanno ripreso a dire che sono strana ed io non so difendermi da quelle banalissime accuse, non ho armi, combatto a mani nude un mondo fatto di giudizi non richiesti e risatine che spengono ogni tentativo di provare ad essere un po' più come loro.
Non so nemmeno perché quelle stupide parole non vengono più fuori quando e come vorrei. Le sento in gola e poi bloccarsi sulla lingua, diventando storie solo mie nella testa, di quelle che il cuore lo senti battere non solo al centro del petto ma in ogni parte di te.
E' successo all'improvviso, un giorno riuscivo a dire ciao quando incontravo gli altri bambini al parco vicino casa, e quello dopo non ne sono più stata in grado.
Mamma mi incoraggia, mi sorride sempre ma lo vedo che il sorriso non le arriva agli occhi, non adesso che finge di non aver sentito quelle battutine. Abbiamo un po' di strada da percorrere per tornare a casa da scuola, sento la sua mano stringere la mia così piccola tra le sue dita prima che inizi a raccontarmi di una principessa che aveva smarrito la voce e la cercava invano nei luoghi sbagliati senza riuscire a trovarla. Una valanga di parole non dette scivola via dalle mie labbra che rimangono mute perché quella storia mi piace, mi sento come se ne facessi parte ma non so come dirlo.
'...o forse questa principessa non ha ancora cercato dentro al suo cuore ed è lì che troverà la voce perduta' finisce di raccontare la mamma, asciuga in fretta una lacrima e riprende a camminare in silenzio. Perché stava piangendo? Ultimamente lo fa spesso, la sera quando io sono nel mio letto e lei in camera sua la sento singhiozzare. Si nasconde perché sono piccola o piange per colpa mia, questo non lo so.
Camminiamo seguendo lo stesso ritmo lento, osservo gli alberi ai quali ho dato un nome e che mi fanno sorridere anche quando le bambine si allontanano al mio arrivo, loro sono pieni di foglie che cambiano colore a seconda della stagione che stiamo vivendo, me lo ha spiegato Mat che sa davvero tante cose e le condivide con me. Sorrido a Pino e rifletto sul perché tutti perdiamo sempre qualcosa. Mamma l'ombrello quando va a far la spesa che fuori piove e torna che ha smesso, non se lo ritrova mai tra le buste piene di tutto l'occorrente per fare i biscotti che tanto mi piacciono. Io ho perso la voce. Il mio migliore amico invece ha perso la voglia di stare con gli altri bimbi e giocare con loro a quei giochi con la palla che non sembrano così divertenti. Resta quasi sempre al mio fianco, al parco o a scuola nella ricreazione. Il silenzio a lui non dà noia, per fortuna!
'Ciao piccola' un soffio di vento ed una voce che pronuncia quelle parole mi mette i brividi. Mi giro e vedo mamma sbarrare gli occhi e stringere forte la mia mano che non ha mai lasciato. Siamo quasi arrivate a casa e c'è una donna con gli occhi chiarissimi che inizia a dirle qualcosa, ma lei sembra avere fretta e non smette di camminare trascinandomi con sé. Non ho capito cosa ha detto.
Sento freddo, come se all'improvviso indossassi solo il mio costume con le ciliegie, quello che mi piace tanto e che d'estate non voglio togliere nemmeno al rientro da una giornata trascorsa al mare, e fuori piovesse a dirotto. L'acqua non c'è ma la sento scivolarmi addosso e bagnare le mie trecce che all'improvviso stringono forte intorno alla gola.
Soffoco.
'Mat' rantolo prima di aprire gli occhi e ritrovarmi sul divano di casa mia, con Ludovica che mi accarezza i capelli mentre qualcuno sullo sfondo sbiadito della stanza che non riesco a mettere a fuoco tira su col naso.
'Becca eccoti finalmente!' Mat rompe il silenzio ovattato di fondo e blocca sul nascere pensieri che non sono pronta a far entrare nella mia testa. Mi stringe la mano e sorride rassicurante come sempre 'Ci hai fatto prendere un bello spavento. Hai perso i sensi mentre eravamo a prendere una boccata d'aria ricordi?' e mi strizza l'occhio complice. Ci stavamo baciando certo che ricordo ma non possiamo dirlo a mamma lo so. Poi la vedo. Accidenti! E lei cosa ci fa qui?
'Chi sei?' mi sento chiedere con la voce spezzata fissando quelle iridi che in fondo a qualche lontanissimo ricordo so di aver già incontrato e non solo al Consultorio. Adesso ne sono certa.
Solo singhiozzi in risposta. Non solo chi è ma anche perché questa donna è qui ma non parla? Comincio a sentirmi a disagio.
Ludovica mi sorride senza convinzione e si allontana. Mat è confuso e sposta lo sguardo da me alla signora in piedi in fondo alla cucina che adesso sembra restringersi su se stessa e diventare sempre più piccola. Sento un nodo in gola e boccheggio avvertendo il panico farsi strada in me, so già che sta per ingoiarmi il buio quando quel modo tutto nostro di sopravvivere a tutto ciò che la vita ha deciso di metterci di fronte come ostacolo, si fa strada nella nebbia che avvolge ogni pensiero. 'Grigio, Giallo e Verde' è il mio migliore amico che raccoglie i pezzi di me, ancora una volta, salvandomi dall'attacco di panico. 'Forza Becca ripeti con me: Grigio, Giallo e Verde'. Lo faccio, tremante e riprendo a respirare.
'Grigio, Giallo e Verde Mat' ripeto e gli getto le braccia al collo sperando di calmare il mio cuore impazzito affondando il naso nel suo collo. E sono al sicuro. Matteo è sempre stato questo, la mia Casa, anche quando credevo di non averne affatto una nella quale sentirmi protetta. Lui è il mio porto felice, l'angolo di mondo in cui ritrovarsi dopo aver viaggiato in lungo e in largo cercando chissà cosa o chi.
'Non posso farlo mi spiace' e la porta che si chiude non è solo un rumore improvviso che blocca i miei pensieri, ma uno squarcio al cuore che fa davvero male e non so perché.
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Il pezzo che manca 🧩
RomanceRebecca e Matteo sono amici da sempre, condividono la scuola ed affrontano insieme segreti appena svelati e i mostri sotto il letto che bussano la notte alla porta aperta di un cuore al quale manca un pezzo. Tra formule matematiche e colori, sogni e...