Il primo giorno di liceo

117 7 6
                                    


Stavo dormendo tranquillamente, quando vengo svegliata di soprassalto da un forte e fastidioso rumore di quella cazzo di sveglia, così apro gli occhi e come se non bastasse mi arriva anche tutta la luce del sole in faccia "iniziamo bene la giornata è" dico lamentandomi. Ancora mezza addormentata tasto a casaccio sul comodino per cercare di spegnere la sveglia, che non smetteva più di suonare, finalmente dopo vari tentativi riesco a zittirla. Mi tolgo le coperte , mi infilo le ciabatte e mi alzo dal letto.
"Cosa c'era di importante oggi?" penso tra me e me mentre mi dirigo verso la porta, così scendo le scale e vado a prepararmi la colazione,e trovo mio padre, che sta già mangiando. "Come mai così presto?" chiedo a lui "Dovrei chiedere io a te perché così tardi,datti una mossa che tu fai tardi a scuola e io a lavoro"
"CAZZO ECCO COSA C'ERA DI IMPORTANTE OGGI" Mio padre si mette una mano in faccia e poi finisce di fare colazione. "Allora io vado a prepararmi che sennò già da oggi mi odierà la prof" "spicciati" "eh aspetta che mi preparo" così vado di corsa in bagno e nel mentre quasi mi ammazzo salendo le scale "porca troia che giornata di merda" dico lamentandomi ancora. Arrivata in bagno mi lavo i denti, la faccia e subito dopo corro a vestirmi, apro il cassetto,ma non trovo i vestiti che avevo in programma di mettermi "che palle adesso dove cazzo stanno quei pantaloni?", così ho perso altri 5 minuti a cercare quei pantaloni e intanto che aprivo tutti i cassetti che trovavo c'era mio padre che mi urlava di sbrigarmi. " uff mi dovrò mettere dei leggins" io odiavo i leggins, erano troppo attillati e mi mettevano esageratamente in risalto le coscie e questa cosa non mi andava totalmente a genio, però purtroppo mi sono dovuta arrangiare. Mi infilo veloce i leggins, prendo lo zaino che almeno quello avevo preparato ieri sera e scendo le scale.
"È la prima è ultima volta che ti svegli così tardi il primo giorno di scuola,sei sempre con la testa tra le nuvole,hai 16 anni devi darti una svegliata non sei più una bambina. Ci siamo capiti?" dice mio padre innervosito perché stava facendo ritardo anche lui per colpa mia. "Scusa papà...." mi sentivo in colpa, mio padre già è stressato poi per colpa mia lo è ancora di più.. Ha ragione devo essere più responsabile.
"Dai sali in macchina, forza" Salgo senza farmelo ripetere due volte e entro nella vecchia panda bianca di mio padre. Mentre andiamo guardo fuori dal finestrino e alzo lo sguardo al cielo, osservo le nuvole chiare che erano in cielo e seguivo i loro movimenti con lo sguardo per distrarmi da tutti i miei pensieri negativi e da tutti i rimproveri continui di mio padre. Dopo circa 5 minuti che ero persa nei miei pensieri a guardare fuori dal finestrino sento la voce di mio padre che mi urla:"Victoria siamo arrivati,datti una mossa" "ciao papà" dico seccamente "ciao" mi risponde ancora incazzato. Uff che palle non ho la minima voglia di entrare la dentro penso fissando l'enorme liceo da lontano, guardo poi per terra e vedo che c'era un vialetto di mattonelle bianche in marmo che dirigeva dritto al liceo,così inizio a incamminarmi guardando fisso per terra e dopo un pò alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti al liceo. Vedo tanti ragazzi e ragazze che corrono di fretta e entrano, altri che erano ancora fuori a parlare e altri con dei libri in mano che evidentemente stavano ripassando. Mentre ero persa a osservare tutto quello che succedeva intorno a me sento una presenza che mi si avvicina "Hey ciao" mi giro e vedo una ragazza alta, con i capelli corti,castani con due ciocche bionde, aveva gli occhi marroni chiaro ed era vestita con dei Jeans semplici e una felpa blu. "Ciao" rispondo io un pò interdetta. "Sei nuova qui?" mi chiede lei, "si sono nuova" "faresti meglio a entrare se non vuoi fare tardi" dice ridendo un pò "si hai ragione" dico io sorridendo a mia volta. "Vuoi che ti accompagno?" mi chiede lei molto gentilmente
"No tranquilla veramente" "ok, se hai bisogno sono dentro". Mentre si allontana penso a quanto sono stata idiota a dirgli di no, ora non sapevo dove cazzo andare, però dovevo comunque darmi una mossa,ero veramente tanto in ritardo. Così mi decido finalmente a entrare, dentro era enorme e era pieno di aule diverse, la maggior parte dei muri erano bianchi, in fondo invece c'erano i bagni. Dopo che ho osservato tutto prendo un bel respiro e cerco la mia aula, mentre cammino per il vasto corridoio ho lo sguardo fisso per terra e scontro la spalla contro un ragazzo, ero di fretta quindi neanche lo guardo in faccia e vado avanti.. " Scusa è" sento che dice una voce dietro di me ma non ci faccio caso, ero troppo in ritardo e continuo a camminare in giro per il liceo nella speranza di trovare la mia aula. Cazzo non so dove andare, penso nella speranza di incontrare qualcuno che mi possa aiutare, poi mi ricordo del ragazzo che ho scontrato prima. Potrei chiedere a lui sperando sia ancora lì. Così torno di corsa indietro e prima che potessi trovarlo è lui che trova me e dice "Ue piccolè, te sei persa?" mi volto e lo guardo in faccia, aveva dei capelli marroni lunghetti e due occhi ambra, era alto e vestito in modo casual, sembrava il classico bullo, quello duro con aria misteriosa. "Ehm intanto non chiamarmi così per cortesia e poi si, mi servirebbe una mano per trovare la mia classe" "perché non potrei chiamarti piccolè?" "non è importante, ho bisogno di aiuto" "chiedimi scusa per prima e poi ti aiuto" "uff... Scusa.. Adesso mi aiuti?" "va bene, in che classe devi andare?" "nella prima a" "va bene ti accompagno, vieni seguimi" lo ringrazio e lo seguo, camminiamo fin quando non si ferma davanti ad una porta "ecco qua" dice. "Grazie davvero" gli rispondo io "figurati piccolè, ci si vede in giro" dice mentre si allontana ma lo fermo e dico "aspetta un attimo, ma tu non vai in classe tua?" "non eri di fretta?" dice lui "Madonna stavo solo chiedendo, ciao." "ciao piccolè".

Voglio sentirti miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora