4 : ... la mia e la tua sono uguali (A)

55 6 5
                                    

⚔️A R E SPOV'S

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

⚔️
A R E S
POV'S

Capitolo 4
1° settembre 2019

Noi tutti siamo conviti che diventeremo il massimo.E poi ci sentiamo un po' derubati quando le nostre aspettative vengono deluse, ma alcune volte la realtà supera di gran lunga le aspettative. A volte quello che ci aspettiamo, al confronto con quello che non ci aspettiamo, impallidisce. Dovremmo chiederci perché ci aggrappiamo alle nostre aspettative. Perché quello che ci aspettiamo, ci fa restare fermi, in attesa. Quello che ci aspettiamo è solo l'inizio. Quello che non ci aspettiamo invece,                                                                                      è quello che cambia la nostra vita.
-        Grey's Anatomy

<Voci indiscrete mi hanno detto che sei andato a letto con una vice> il rumore dei tacchi di Afrodite era inconfondibile. Vestita sempre perfettamente, rivendicava al miglior dei modi lo stereotipo che tutti ci eravamo fatti su di lei : quello di una donna esteticamente perfetta e sempre in ordine. <E anche il tuo Instagram è parecchio strano. Hai eliminato la storia in evidenza che avevi con me per aggiungere delle foto con una certa Victoria punto novantatré trattino basso>

<A te che importa?> risposi chiudendo il mio armadietto <Noi non stiamo insieme> il suo sguardo persuasivo era fisso e sorridente verso di me. Era bellissima. La divisa dell'università le stava d'incanto : la gonna non era corta come quelle che indossava ad ogni serata, ma allo stesso modo, quelle gambe sode che aveva erano motivo di eccitazione per qualunque ragazzo gli mettesse gli occhi addosso, compreso me. Teneva sistemata perfettamente la cravatta rosa antico, colore che era assegnato alla sua facoltà, e la camicia bianca perfettamente stirata dalla sua governante Olga. I capelli biondi erano raccolti per metà in quel solito fiocco rosso che iniziò ad indossare dopo che le avevo detto che le stava bene. Gli occhi azzurri leggermente truccati e le labbra evidenziate da un rossetto nude perfettamente intonato alla sua carnagione rendevano il suo viso ancora più armonioso.

<Impazzisco quando la mia roba viene toccata da mani sporche e sudice> sorrise così brillantemente che per un attimo mi sembrò di esser accecato dalla luce del sole <Lei chi è? Come l'hai conosciuta?>

<Non te lo dirò. Se sei venuta qui per saperlo, hai solo perso tempo>

<Ringrazia Dio che non ho distrutto mezza città quando l'ho saputo> si poggiò all'armadietto di fianco al mio, con le braccia incrociate e un sorriso spento all'improvviso <Com'è andato l'esame?>

<30 e lode perché sono il figlio di Robert Sprouse> commentai chiudendo violentemente l'armadietto <Me lo hanno esplicitamente detto. Questa situazione non riesco più a reggerla. Sembra che tutti mi mettano il massimo solo per il suo nome. Sono stanco di questa situazione, è un circolo vizioso che parte ogni qual volta cerco di portare a termine qualcosa per me> sferrai un pugno a quell'ammasso di latta che mi trovai davanti. Rimasi immobile con la fronte poggiata su di essa e dopo pochi secondi sentii la sua presenza stringermi sempre più forte.

Truth or dare - The Raven Saga vol. 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora