Il Patto

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"Che vuoi in cambio, Min?"

"Te. Una lezione, una scopata. Pagamento a lezione finita senza se e senza ma."


Yoongi aveva inteso dirlo con tono derisorio, facendogli capire che si trattava di uno scherzo, ma aveva involontariamente finito col parlare con una serietà ed intensità che non si era aspettato nemmeno lui. E la reazione del biondo fu istantanea.

Vide le guance di Jimin andare in fiamme, spalancare gli occhi boccheggiando, tirare ulteriormente indietro il busto, appoggiando le piccole mani sul banco alle proprie spalle mentre deglutiva più volte a vuoto.

Il biondo rimase come paralizzato per alcuni secondi bloccato tra il banco e il corpo del corvino, non poteva credere che gli avesse appena fatto una proposta simile. L'avrebbe presa come una delle battutine del cazzo che evidentemente tanto lo divertivano se solo avesse avuto l'espressione derisoria e strafottente che aveva praticamente sempre stampata in faccia mentre parlava.

Eppure non riusciva a prenderlo come uno scherzo, visto quanto era serio in volto. Deglutì nuovamente a vuoto poi si decise a parlare "N-non sei divertente, Min." cercò di mantenere la voce il più pacata possibile ma gli uscì solo un sussurro basso e teso.

Yoongi si chiese perché non lo avesse direttamente mandato a fanculo. E perché dovesse avere quella voce così morbida e sottile. Insomma aveva già capito che il ragazzo aveva un bel caratterino, eppure sembrava quasi stesse cercando di capire se parlava sul serio o no, ma non pareva incazzato come avrebbe dovuto teoricamente essere. Ovviamente non aveva comunque intenzione di dargli lezioni e sapeva che Park non avrebbe mai accettato una cosa del genere. Però ancora non lo aveva fatto e voleva sapere fin dove poteva spingersi ancora con la provocazione, prima che il biondino finisse con l'incazzarsi per davvero.

Un piccolo sorriso gli incurvò un angolo della bocca mentre annullava la poca distanza rimasta tra i loro corpi premendosi in maniera molto leggera contro il bacino di Jimin e allungandosi leggermente in avanti fino a coprire con le sue mani quelle più piccole posate sul banco dietro le gambe del ballerino.

Sentì il respiro di Jimin mozzarsi e inconsapevolmente Yoongi si passò la lingua sul labbro inferiore fermandola poi di lato per qualche istante mentre fissava lo sguardo sulla bocca apparentemente morbidissima a pochi centimetri dalla sua. Cazzo gliel'avrebbe voluta divorare in quel momento.

Riportò lo sguardo in quello castano più chiaro. Aveva grandi occhi allungati, espressivi e sensuali di quelli per cui perdere la testa "Non scherzo affatto, piccoletto. Due ore di lezione, e per le due ore successive sei mio e posso farti quello che mi pare."

Nel vedere Jimin sbiancare e spalancare gli occhi quasi nel panico si sentì un po' una merda. Voleva provocarlo non di certo fargli paura "Naturalmente non ti farei mai del male, ragazzino, e tranquillo che non sono uno stronzo, ti assicuro che piacerà anche a te. Farò in modo di farti impazzire. Sempre." finì col sussurrargli a pochi centimetri dalle labbra. In quel momento non sapeva più neppure Yoongi dove finisse lo scherzo e dove iniziasse a fare sul serio. "Allora, ci stai? Se ti va bene iniziamo lunedì prossimo."

Quando Jimin abbassò lo sguardo sulla sua bocca, mentre i loro respiri caldi si incrociavano, il corvino sentì una scarica di eccitazione percorrergli il basso ventre fino a raggiungere il membro che si tese contro i pantaloni e andò a premere di conseguenza contro quello del minore.

Jimin trattenne il fiato e si agitò a disagio cercando di spingersi contro il banco alle sue spalle. Inutilmente. Ottenne il solo effetto di fare eccitare di più il moro con i suoi movimenti e di risvegliare la sua stessa erezione, già semi dura, che prese a gonfiargli i jeans sempre più, cozzando così contro quella di Yoongi.

Seven days a week - Il PattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora