Monday

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Quel weekend Jimin aveva dormito da cazzo ed era stato nervoso al punto da essersi beccato anche una sgridata da Taehyung, seccato per il suo atteggiamento. Aveva mangiato principalmente schifezze e giocato alla PlayStation per quasi tutto sabato e buona parte della domenica. Almeno fin quando Tae e Kookie, un po' preoccupati per quel suo atteggiamento decisamente fuori dalla norma, lo avevano trascinato in un karaoke e poi al Burger King per rilassarsi e cazzeggiare un poco.

Aveva funzionato solo finché arrivato a casa non si era ritrovato nuovamente solo nel suo letto.

A chiedersi ancora una volta se non fosse impazzito. Stava davvero per vendersi per delle fottute lezioni di recupero? D'accordo, doveva essere onesto con sé stesso... Yoongi lo eccitava da morire e, se già avrebbe voluto andare a letto col corvino prima di venerdì, dopo ciò che era successo nei bagni la verità era che non vedeva l'ora di scoparci.

Dopo quel bacio infuocato, e beh... ad essere onesti non era stato un semplice bacio, Yoongi si era staccato col sorriso sulle labbra e gli aveva sussurrato "A lunedì, dolcetto." prima di uscire e lasciarlo da solo in quel bagno poco frequentato a guardarsi allo specchio. Con gli occhi lucidi, le labbra gonfie, un evidente rigonfiamento nei pantaloni e un succhiotto grosso come una noce in bella vista sul collo.

Lo aveva insultato per dieci minuti poi, accortosi dell'orario, si era precipitato fuori dal bagno arrivando comunque in ritardo a lezione.

Tae in tutto questo lo aveva pure tartassato di domande e battutine su lui e Min dopo aver visto il risultato del lavoro di bocca fattogli da Yoongi sul collo.

Cazzo!

E ora era lunedì, le lezioni erano finite e si stava dirigendo al parcheggio sul retro, dopo aver aspettato in biblioteca per un'ora che anche il corvino finisse le sue lezioni. Con l'ansia che era naturalmente aumentata a dismisura.

Forse avrebbe dovuto chiamarlo e disdire tutto! Merda!

Sì, era meglio.

Oh, cazzo! Non aveva nemmeno il suo numero di telefono! Ok, sarebbe andato all'appuntamento, lo avrebbe ringraziato e avvisato che rinunciava, che non se la sentiva, ecco.

Al suo arrivo trovò Yoongi appoggiato alla sua auto che guardava corrucciato lo schermo del suo telefonino, digitando poi qualcosa rapidamente. Era davvero bellissimo, dio santo!

Un leggero vento gli spettinava i capelli lunghi neri che accarezzavano le gote pallide e la mascella scolpita. Quando il maggiore rialzò lo sguardo, come richiamato dal suo, e gli sorrise contento il più piccolo sentì improvvisamente l'ansia diminuire. Continuò a camminare verso di lui fino ad arrivare ad un paio di metri.

Non essere codardo, Jimin, è solo sesso. Mantieni il distacco che serve e fai quel che devi, lui ti aiuterà e tu lo ripagherai. Stop.

"Ehi, piccoletto! Come va?"

"Non chiamarmi piccoletto, Min! Andiamo?" disse con tono freddo, cercando di mantenere il distacco che si era imposto.

Yoongi aggrottò le sopracciglia ma non ribatté. In macchina il silenzio non era dei più gradevoli. Il maggiore aveva temuto fino all'ultimo che l'altro non si presentasse e Jimin era decisamente nervoso. Sapeva che non c'era motivo di comportarsi come aveva fatto. Mantenere il distacco non implicava fare lo stronzo, pensò intanto che continuava a stringere forte le mani tra loro.

"Jimin se hai cambiato idea ti porto a casa tua, non ho bisogno di costringere proprio nessuno, chiaro?" la voce rauca del moro ruppe il pesante silenzio dopo una decina di minuti di quello strazio.

"No, è tutto o-ok... io... scusa, sono solo nervoso."

"Jimin, non ne hai motivo, ok? -il tono del maggiore si addolcì immediatamente, nonostante una piccola punta di incertezza non poté proprio impedirsela- È così terribile l'idea di farlo con me?"

Seven days a week - Il PattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora