Jimin si svegliò con molta lentezza quel mattino, strofinò piano gli occhi che sentiva gonfi e si rigirò tra le lenzuola. Si accorse di essere tra i suoi due migliori amici nel loro letto e un piccolo sorriso gli sollevò gli angoli delle labbra pallide. Si chiese come avrebbe fatto senza quei due e si rannicchiò contro il petto di Taehyung.
La sera prima era finita con Jimin che piangeva raccontando ai suoi amici quanto stupido fosse stato nel confessare i suoi sentimenti in quel modo, ben sapendo che non erano corrisposti e mettendo il maggiore in una posizione difficile.
Peggio di tutto Yoongi aveva pensato che ce l'avesse con lui e volesse fargliela pagare. Davvero lo vedeva in quel modo, così infantile e meschino?
I due ragazzi avevano cercato di fargli capire che non aveva colpe ma il ballerino non poteva fare a meno di pensare che aveva davvero sbagliato tutto.
A quel punto Tae gli aveva chiesto di raccontargli meglio com'erano andate le cose e soprattutto perché si era sentito all'improvviso talmente sopraffatto dalle emozioni da decidere di dirglielo, visto che fino a quel momento non aveva avuto intenzione di farlo, ben sapendo del passato del maggiore e di ciò che pensava riguardo l'amore.
Allora Jimin gli aveva raccontato del picnic, delle risate e degli abbracci, delle coccole e dei baci dolci quasi a fior di labbra, che lo avevano riempito di felicità e gli avevano alla fine reso impossibile trattenersi oltre.
La confessione gli era uscita con facilità, come un respiro che troppo a lungo aveva trattenuto e alla fine era semplicemente uscito in un soffio dalle sue labbra.
E poi gli aveva parlato della tensione che ne era scaturita, dell'impossibilità di Yoongi di rispondergli e del proprio essere praticamente scappato dalla conversazione e da quella situazione come un codardo.
I suoi due amici si erano scambiati uno sguardo complice, come se sapessero qualcosa che a lui era sfuggito, poi gli avevano solo detto che gli sarebbero stati vicino e che sarebbe andato tutto bene.
Lo avevano praticamente costretto a dormire tra loro e lo avevano stritolato in un doppio abbraccio e coccolato finché non si era addormentato, sentendosi protetto e al sicuro.
Si riscosse dai suoi pensieri nel rendersi conto di una mano che gli carezzava i capelli e fece un piccolo sorriso "Ciao Kookie." sussurrò, cercando di non svegliare il castano.
"Ciao hyung, come va?" rispose alle sue spalle il minore con la voce impastata dal sonno.
"Uhm, meglio."
"Hai dormito almeno?" bofonchiò nascondendo il viso tra i capelli di Jimin e annusandoglieli. Era una buffa abitudine di Jungkook che fece ridacchiare divertito il biondo. "Sì, Kookie, tranquillo."
"Uhm... ok..." rispose con voce assonnata il corvino.
"Ne sono felice anch'io, sgorbietto, ti voglio bene e sono certo del fatto che tutto si risolverà per il meglio. Ora però, biscottino, se non levi la faccia dal collo del mio migliore amico stasera ti apro in due, chiaro?" la voce roca di Taehyung li interruppe e fece ridere entrambi di cuore.
Sì, Jimin era davvero fortunato ad avere quei due per amici.
***
Contattò Yoongi dopo più di mezz'ora passata a fissare lo schermo del cellulare guardando la loro chat e i pochi messaggi che si scambiavano di solito per accordarsi sugli orari. E passata a chiedersi con chi stesse parlando, visto che era da altrettanto tempo che gli risultava fosse online.
Si diede dello stupido idiota, non erano affari suoi, e si decise a comporre un rapido messaggio, non diverso dai soliti.
STAI LEGGENDO
Seven days a week - Il Patto
FanfictionJimin ha bisogno di ripetizioni, ma le lezioni di Min Yoongi hanno un prezzo piuttosto alto da pagare. Cedere ad una richiesta tanto umiliante lo porterà a pentirsene forse, ma ne ha troppo bisogno per rinunciare. E magari, tutto sommato, quel prezz...