Mentre si preparava per andare in facoltà non riusciva a smettere di pensare al giorno prima.
Jimin, dopo l'amplesso, era rimasto sdraiato sfinito sul letto per un po' di tempo, mentre lui non riusciva a spostare il braccio che gli aveva posato in vita dopo essergli crollato a fianco. Col passare dei minuti un leggero imbarazzo era cresciuto tra loro, entrambi consapevoli della strana sensazione che quella scopata gli avesse provocato. Perché la sensazione era proprio che non si fosse trattato di una scopata qualunque. Si erano toccati con passione ma anche con tenerezza, si erano abbracciati e parlati dolcemente durante il rapporto e questo era qualcosa che entrambi sapevano non avrebbe dovuto esserci. Non era parte dell'accordo. Era solo sesso.
Dopo un po' il biondo si era messo a sedere sul letto e allungato a prendere dei fazzoletti dal comodino, con cui si era poi grossolanamente ripulito l'addome.
Quando infine si era girato verso di lui guardandolo insicuro negli occhi, Yoongi si era istintivamente irrigidito.
Si era sentito ancor più insicuro di Jimin e, naturalmente, aveva fatto in modo di allontanarlo.
Aveva portato le mani dietro la nuca e distolto lo sguardo fissandolo al soffitto, parlando prima che potesse farlo l'altro.
"Niente male biondino, è stato bello. Credo dovresti andare ora, ci vediamo domani."
Aveva sentito Jimin trattenere il fiato come se gli mancasse l'aria. Subito dopo si era alzato senza una parola, gli aveva voltato le spalle rivestendosi in fretta ed era uscito borbottando un duro "Grazie per la lezione, Min."
Il vero significato di quelle parole gli aveva fatto contrarre lo stomaco, tanto quanto il distacco con cui erano state dette.
Distacco che si era meritato. Che aveva desiderato.
Non voleva avvicinarsi troppo a Jimin.
Dopo aver sentito la porta d'ingresso sbattere aveva sbuffato posandosi una mano sul viso e una volta visto l'orario aveva imprecato sonoramente. Era passata solo un'ora e un quarto da quando avevano iniziato. Cazzo! Si era giocato il resto del tempo con Jimin perché si era fatto travolgere dalle sensazioni che aveva provato.
Una volta pronto uscì di casa e, vista la giornata luminosa, prese le chiavi della moto. Raggiunto il garage però si fermò, un pensiero improvviso lo colse: Jimin aveva probabilmente la sacca da palestra e sarebbe stato scomodo in moto. Sbuffò seccato mentre tornava in casa a prendere le chiavi dell'auto. Mentre guidava fino all'università si disse che avrebbe dovuto andare diversamente quella sera. Non avrebbe dovuto perdere di vista l'obiettivo. Ossia scoparsi il minore per le due ore che gli spettavano senza farsi distrarre da quegli occhi che sembravano chiedergli più di quanto fosse disposto a mostrare e a dare.
La mattinata scorse lenta e Yoongi si ritrovò più di una volta a pensare alla sera precedente. Alle guance soffici di Jimin, ai suoi capelli morbidi come seta tra le sue dita, ai suoi sospiri e ai gemiti acuti che emetteva ogni volta che sprofondava nel suo corpo avvolgente. Al sapore della sua pelle, della sua intimità e delle sue labbra che aveva assaporato a lungo ma che desiderava nuovamente baciare, mordere e leccare.
Una volta in pausa pranzo si diresse al bar vicino alla facoltà nella speranza di non incontrare nessuno. Quel giorno non era dell'umore di parlare di cazzate.
Ma non ebbe fortuna. Non appena sedette al bancone su uno degli sgabelli alti sentì due mani fredde scivolargli sotto la maglia e percorrergli la schiena.
"Cazzo, Hobi!"
La risata allegra del minore lo raggiunse da dietro e un attimo dopo il ragazzo era seduto al suo fianco. Ordinò un trancio di pizza e una Sprite, poi si volse verso di lui. "Allora Yoon, che hai?"
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Seven days a week - Il Patto
FanfictionJimin ha bisogno di ripetizioni, ma le lezioni di Min Yoongi hanno un prezzo piuttosto alto da pagare. Cedere ad una richiesta tanto umiliante lo porterà a pentirsene forse, ma ne ha troppo bisogno per rinunciare. E magari, tutto sommato, quel prezz...