Quarto Capitolo

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POV MARCEL

Chiusi la porta alle mie spalle, la stanza era avvolta nel buio.
Allentai il nodo alla cravatta e tirai dalla tasca il cellulare, a Boston dovevano essere circa le dieci di mattina. Aspettai di sentire la sua voce dall'altra parte del telefono " Marcel "

" Buongiorno Eleonor "

Non l'avevo mai chiamata nonna, nonostante fossi praticamente di famiglia.

" Non so se essere felice o triste della tua chiamata" mormorò inquieta e sembrò tentennare " sai che ho l'abitudine di leggere le foglie di the. E quello che ci ho visto oggi non mi è piaciuto, Ivy sta bene? "

"Eleonor " il mio sussurro si perse nel suo mormorio confuso e preoccupato " Eleonor "

Sospirò.

" ti ho già detto che in quelle foglie non troverai il futuro. Ivy sta bene " la rassicurai, poi un ghigno divertito e impaziente mi curvò l'angolo delle labbra " è solo impegnata a esplorare i meandri del peccato " buttai lì con apparente disinvoltura." chissà, magari è proprio questo, quello che volevano dirti le foglie "

" Marcel "

Usò quella voce, arguta e attenta, che usava per richiamarmi quando mi facevo beffa di lei.

" Sono certa che tu abbia chiamato per dirmi qualcosa e non per burlarti della mia età "

Risi " beccato " ammisi " hai ragione, ti ho chiamato per un motivo "

Sentii un senso di frustrazione percorrermi le gambe e costringermi a muoverle.

" Ho scoperto il nome del padre di Ivy: Lee Joon, ma ho bisogno del tuo aiuto, Eleonor. Pensavo che qualche sua amica dell'epoca potrebbe sapere qualcosa "

" Pensi che non l'abbia già fatto? " disse amareggiata " nessuno volle dirmi, reputando che fosse diritto di mia figlia parlarmene o no "

"Ma... sono trascorsi tanti anni " insistetti " forse ora saranno più propensi a parlare "

" Non saprei Marcel, ma posso fare un tentativo "

****

Alzai il braccio e quando fui sul punto di bussare, la mia mano si fermò a mezz'aria.

" Nessuno... nessuno sapeva di lui. Hanno scoperto di lui solo poco prima che ripartisse, ma non l'hanno mai incontrato. Inizio a domandarmi se Ivy non sia stata in realtà il risultato di una notte. "

La strinsi in un pugno.Fui punto dal dubbio, dalla paura che sarebbe rimasto solo un nome in una valanga di altri identici. E in questo nulla lei sarebbe rimasta ferita. Non aveva senso: il ciondolo, quelle parole. La strinsi con maggiore forza.
Avrei dovuto dirle della telefonata, ma era come distruggere il suo castello di sabbia ed io volevo essere solo il bambino accanto a lui, che l'avrebbe aiutata a renderlo più grande.

POV IVY

Ero distesa di fianco sul grande lettone della mia camera. Avevo scostato la tenda, lasciando così libera la vetrata. Il sole era in procinto di tramontare, tingendo il cielo di un caldo arancione. Da quel punto, in mezzo a una distesa d'acqua, scorgevo il ponte Mapo, ribattezzato come: il ponte della vita. Sui suoi muri erano state impresse varie frasi d'incoraggiamento che, illuminandone il tragitto, scoraggiavano ogni tentativo di suicidio.

Give me Love - Cosa non so di Te?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora