Secondo Capitolo

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Lo sguardo era fermo sul soffitto con la testa stordita dal sonno.

Stavo dormendo, o almeno era quello che difficoltosamente stavo tentando di fare, se solo la luce che penetrava attraverso la finestra avesse smesso di colpirmi in pieno viso. Portai di getto una mano dinanzi agli occhi, ma fu inutile. A quel punto ero già sveglia.
Mi sollevai dal letto, dandomi mentalmente della stupida per aver dimenticato di chiuderle.
Scorsi un biglietto sul comodino: era di Marcel.
Sono andato a correre ti raggiungo dopo, c'era scritto.

Raggiunta la sala ristorante, notai poche persone. Afferrai una tazza e andai alla ricerca della cioccolata calda. Con un po'di fortuna forse sarei riuscita a trovarla.
Una voce estranea alle mie spalle mi fece sobbalzare.

" Posso aiutarla? " era una ragazza addetta al ricevimento. So-yoon, era questo il nome che leggevo nella targhetta attaccata alla sua divisa. Aveva un viso molto dolce. Teneva i capelli tirati con un fiocco blu, che era dello stesso colore della divisa. Era forse solo un'apparenza, ma pensai che avesse un viso socievole, uno dei quelli che vedendoli una sola volta pensavi: vorrei conoscerla e forse esserle amica.

" Bhe, stavo cercando la cioccolata calda, però non so se... " Iniziai a dire guardandomi intorno, ma mi interruppe.

" Si accomodi pure qui o nel terrazzo. Le porterò personalmente la cioccolata " disse rivolgendomi un sorriso, prima di allontanarsi.

Nel momento in cui scorsi il terrazzo ne fui totalmente attratta. Il pavimento era in parquet bianco. I tavoli avevano piani spessi in vetro, mentre le gambe erano in ferro nero. Le sedie, altrettanto in ferro, presentavano degli intrecci particolari. Nascosti fra qualche velo c'erano dei grossi vasi in coccio, dello stesso colore del parquet, adornati con orchidee bianche e viola.
Oltre la ringhiera in vetro: una vista letteralmente suggestiva.Non era solo come se tutti quei edifici intorno, effettivamente distanti, sembravano essere a pochi metri da te. Era proprio come essere a un passo dal cielo.
Percepii il vento soffiarmi in viso. D'istinto, socchiusi gli occhi. Mi sentii serena. Fu come se tutta la tensione accumulata fosse scomparsa e adesso riuscissi a vedere la realtà sotto una prospettiva più positiva. Fu come scollarmi di dosso quell'ombra nera che mi aveva accompagnato nel corso di questo viaggio tanto desiderato, ma che la paura aveva reso un incubo. Perché in fondo era questo quello che faceva la paura: trasformava le cose belle nei tuoi incubi peggiori.
Riaprii gli occhi e mi sedetti nel punto più vicino alla ringhiera, ma in quel momento, di fronte a me, incontrai di nuovo quegli occhi fermi a fissarmi. Erano gli stessi della notte scorsa. Appartenevano a al ragazzo che avevo incontrato la scorsa notte che si era frettolosamente dileguato. Sgranai gli occhi. Era seduto a qualche tavolo distante da me. La sua sedia era leggermente più indietro rispetto al tavolo, quel poco che bastava da consentirgli di accavallare liberamente una gamba. Aveva entrambe le mani nascoste nelle tasche dei pantaloni e lo sguardo fisso su di me. Deglutii a vuoto.

La voce entusiasta di So-yoon mi colse di sorpresa.
" È affascinante, non è vero? " disse spostando lo sguardo tra lui e me mentre posava la brocca d'acqua. Trattenni un sorriso notando la differenza dello sguardo che aveva rivolto a lui rispetto che a me. Lo aveva osservato ammaliata come se di fronte a sé avesse il suo più grande idolo. Era come se praticamente io avessi visto Harry Styles.

Con fare misterioso So-yoon mi fece cenno con la testa. Voleva che mi avvicinassi.
So-yoon, con la scusante di versarmi la cioccolata, si avvicinò, interponendosi tra me e lui cosicché nessuno dei potesse vedere l'altro, ma principalmente per far sì che lui non capisse cosa mi stesse sussurrando. " questo hotel è suo " disse a voce bassa.
Peccato che fosse così presa dal confidarmi quel pettegolezzo che non si rese conto di star versando erroneamente la cioccolata nella mia mano anziché che nella tazza.
Cacciai immediatamente un piccolo grido di dolore, alzandomi di scatto dalla sedia. Ero così presa dalla situazione che non mi accorsi che lui nel frattempo si era avvicinato.

Give me Love - Cosa non so di Te?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora