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«Vittoria..»
È mia madre
Non posso crederci.
«Mamma!?»
«Come stai? È tanto che non parliamo, dove vivi adesso?»
«Sto incredibilmente bene, vivo a casa di un mio amico»
Non volevo raccontarle tutto l'accaduto di Andrea, soprattutto chi fosse e il nostro rapporto.
Non meritava di sapere niente, e non mi sarei più aperta con lei.
«Da dove arrivi?»
«Stazione centrale, ho accompagnato Mehdi perché torna a Bologna»
«Ancora con questo marocchino qui? È uscito dal carcere?»
«Si, è il mio migliore amico»
«Apri gli occhi figlia mia, è un delinquente, non andarci dietro»
Prova ad accarezzarmi il braccio ma io mi sposto rimanendo sul posto
«Non sarai tu a dirmi cosa fare!»
Ero stufa di questo suo atteggiamento fin troppo protettivo.
Ma capisco bene che ora lo fa solo per ostacolarmi e manipolarmi.
È consapevole di quanto io sia una persona estremamente attaccata alla famiglia e alle persone che amo, ma loro sono ormai un capitolo chiuso.
Non dimenticherò mai cosa mi hanno fatto, per poco mio padre non arrivava a sferrarmi un pugno.

«Ora che hai saputo abbastanza direi di salutarci»
Le dissi, rompendo questo silenzio imbarazzante
«Torna da noi, infondo siamo i tuoi genitori, non puoi negarlo»
«Sono adulta, ho il diritto di scegliere di non vedervi più.»
«Dove vorrai andare così? Hai 21 anni e fino a qualche mese fa campavi sulle nostre spalle! Non hai una tua casa, uno straccio di lavoro e neanche un ragazzo. Non farai mai niente senza di noi»
«Sono una content creator, e chi ti dice che non abbia un fidanzato?»
Effettivamente non avevo un ragazzo al mio fianco, Andrea non poteva essere definito tale, purtroppo.

«Me lo avresti detto!»
«No mamma, ormai non fai più parte della mia vita, non sei tenuta a sapere tutto, non ti daro più confidenza.
Accetta ciò per favore, come sono andata avanti io lo farete anche voi.»

Detto questo mi girai dandole le spalle e dirigendomi verso casa del moro, che a mio favore distava circa 200 metri dalla fermata del bus, visto che è pure iniziato a piovere.

Suono al suo citofono e in poco tempo il cancello del condominio era già aperto.
Arrivata davanti alla sua porta mi apre e mi accoglie con un sorriso contegioso.
Incontro il mio sguardo con i suoi occhioni verdi magnetici.
Indossa un pantaloncino nero Jordan, una maglia del medesimo colore attillata, e la sua amata collana in diamanti con scritto "Milano Ovest"

«Mi sei mancata tantissimo»
«Anche tu, tanto»
Rispondo con un filo di voce.
Si avvicina sempre di più a me portando le sue imponenti mani sui miei fianchi, che accarezza.

«Come siamo belle oggi»
Dice con un tono di voce talmente sexy da farmi sciogliere, e in un batter d'occhio sento le mie guance andare a fuoco dall'imbarazzo

«Ti imbarazzi mami?»

Si ciao, qui mi avete proprio persa.
Infatti questa sua affermazione mi lascia una scarica di brividi lungo la schiena

«Ti ostini a non parlare? Va bene, ma almeno dammi un bacio»
Mi avvicino e gli schiocco un dolce bacio sulle labbra, che lui approfondisce.
Mentre le sue dita scendono sempre di più.
Mi accarezza il ventre, infilandosi nei miei leggins, spostando il mio perizoma in pizzo e penetrandomi con un dito

«Mhh Andreah aggiungine un altro ti pregohh»
Lui fa come gli dico e continuo a gemere a contatto della sua pelle contro la mia

«Dillo»
Dice
«C-che cosah?»
Chiedo ansimando
«Dillo che sei mia»
«Mh sihh»
Ride compiaciuto nel vedermi così immersa nel piacere
«Tutta tuah»
Vengo e, dopo essermi ripresa, mi prende a mo di sposa e mi butta sul divano

«Andre.. Ho incontrato mia mamma»
Confesso
«Veramente? Cosa ti ha detto?»
Gli racconto tutto l'accaduto mentre continua ad accarezzarmi i capelli e mi guarda esterrefatto
«Infondo è la donna che mi ha messo al mondo, non riesco ad odiarla.. Nonostante tutto il male che mi ha fatto, insieme a mio padre»
«Proprio per questo devi andare avanti, pensa che hai tante altre persone al tuo fianco. Lasciali andare. Anche se io pagherei oro per riavere il mio papà qui con me..»

Vedo immediatamente una lacrima rigargli il viso e nasconde il capo nell'incavo del mio collo
«So che ti manca, ma è sempre nel tuo cuore»
Inizia a piangere, già, proprio come Med, anche lui ha perso il padre qualche anno fa.
Lo cullo tra le mie braccia come se fosse un bimbo canticchiando una sua canzone
«Ho le idee più chiare nelle notti scure, sai che puoi aprirti con me con le tue paure, sogno il retro di una Maybach solo con te, voglio appese alla parete le tue stelle»
«Sei proprio stonata, anche se amo quando canti le mie canzoni»
Dice accenando una risata
«Così mi offendo»
Scoppiamo a ridere e in men che non si dica Andre si addormenta.
Anche se sono solo le quattro del pomeriggio la stanchezza si fa sentire.
Le giornate con Med, tra discoteche, shopping e giri vari, non ho avuto tempo di dormire e riposarmi.

È proprio bello quando dorme, sembra un bambino, ha una faccia angelica.
Proprio il mio angelo, che nei momenti bui mi aiuta a rialzarmi, si è rubato il mio cuore in poco tempo.
Non so come definire il nostro rapporto, non siamo amici, ma neanche fidanzati.
Prendo in mano il telefono e guardo un po' instagram.
Controllo le mail e sono piene si richieste di collaborazione da parte di varie agenzie, ebbene si sono una content creator, o per tutti "Influencer".

Accendo la enorme Tv e riproduco un film, in attesa che Andre si risvegli per andare a mangiare da Sofi, visto che ci ha invitati insieme ad Ago, a casa sua, devono dirci qualcosa di importante, a detta loro.

un milione di volte || shivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora