Capitolo 6

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Fare la stronza mi diverte

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Fare la stronza mi diverte.

Non mentirò affermando il contrario, potrei semplicemente dire che mi comporto in questo modo per autodifesa, ma non sarebbe del tutto vero.

La verità è che sì, lo faccio perché questo tipo di comportamento tiene la gente alla larga da me, il che non guasta, perché è proprio ciò che voglio. Ma lo faccio anche perché mi diverte e non poco, a dirla tutta.

Se fare la stronza fosse un mestiere, quindi, probabilmente sarei una delle più brave nel settore.

In questo momento però lo sto facendo perché i miei genitori mi mancano, anche se non lo dimostro, e perché non so che farmene di queste stupide videochiamate fatte una volta al mese per aggiornarci sulle nostre vite, non contano niente per me.

Quindi mi sembra alquanto lecito che non sia tanto contenta di starmene seduta qui insieme ai miei fratelli, sul divano della nostra villa enorme, ad ascoltarli parlare dei fatti loro.

Schiocco per l'ennesima volta la lingua contro il palato e alzo gli occhi al cielo, convinta che tanto in mezzo a tante persone non si accorgeranno di me, ma non va come speravo.

«Que pasa, cariño mío?» mi chiede papà, interrompendo la conversazione con Nerea riguardante il basket. (Che succede, tesoro mio?)

«Nulla, stavo ascoltando le vostre avventure alla Robinson Crusoe e Dora l'esploratrice», rispondo. Mamma mi guarda di sottecchi, come se cercasse di capire se sono ironica o se sto semplicemente facendo la stronza di proposito.

Per la cronaca, la risposta giusta è che sto facendo entrambe le cose. Faccio la stronza con ironia.

Rouge, Amethyst e Arden trattengono una risata.
Royal ascolta con attenzione ciò che gli sta dicendo nostro nipote Dorian, ignorando quindi tutto il resto. Ophelia sembra sentirsi in difficoltà al posto mio. Doralia sta cullando Clara, suo marito non è ancora arrivato. Indigo si fa gli affari suoi come sempre ed è questo uno dei tanti motivi per cui lo adoro. A Nikla la conversazione non potrebbe interessare di meno dato che non riguarda lei e Nerea è infastidita dal fatto che ora la completa attenzione di papà è rivolta a me.

Darius, invece, mi guarda e scuote la testa, rassegnato. Ecco, mio fratello non ha bisogno di guardarmi di sottecchi o di studiarmi per capirmi, lui mi conosce alla perfezione. Questo perché a differenza loro, lui è presente in ogni momento della mia vita.

«Non hai detto una parola da quando abbiamo iniziato la videochiamata», mi fa notare papà, come se non lo sapessi. «Non hai fatto altro che sbuffare, alzare gli occhi al cielo ed emettere versi scocciati».

Colpevole, vostro onore.

«È così che comunico», rispondo, facendo spallucce. No, ovviamente non è vero. Parlo tanto, forse anche troppo a volte. «Le parole sono sopravvalutate».

Ira - Cuori di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora