•Capitolo 15•

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Lele's pov

Sono alcuni minuti che l'aspetto, me ne sto qui appoggiato sulla portiera della mia auto e mi godo l'ultimo tiro della mia sigaretta mentre attendo con ansia di rivederla.
Quanto è stato bello stanotte stringerla tra le mie braccia, sentire il suo caldo respiro sulla mia mano, il battito lento del suo cuore. Lei è complicata, enigmatica ma forse è proprio questo che la rende così attraente ed interessante ai miei occhi. Scorgo in lontananza la sua figura, cammina a passo svelto come se avesse fretta. Più si avvicina a me, più sento il battito del mio cuore accelerare.
"Buongiorno Relù" esclamò quando è a pochi passi da me.
"Buongiorno Lele" risponde con poco entusiasmo.
Afferro delicatamente il suo braccio e l'attiro a me lasciando sulle sue labbra un tenero bacio che lei quasi non contraccambia.
"Non sei felice di vedermi?" domando preoccupato, prendo la sua mano e la stringo nella mia "io non aspettavo altro che averti con me" confesso con grande sincerità.
La guardo ma i suoi occhi sono rivolti verso il basso come se volesse dirmi qualcosa ma non trova il coraggio per farlo.
"Si che sono felice di vederti" esclama e finalmente i nostri occhi si incontrano. Occhi dentro occhi, l'uno difronte all'altro. Il suo sguardo è così forte, potente ma i suoi occhi sono spaesati quasi impauriti.
"Ma ho un problema Lele, qualcuno ha rubato i miei primi soldi dello stipendio" dice con delusione e rabbia.

"Cosa? Chi è stato?" domano stizzito, la rabbia inizia ad impossessarsi di me.
"Non lo so Lele, non lo so" stacca la sua mano che era ancora stretta nella mia ed inizia a passeggiare nervosamente.
"Appena uscita dal lavoro sono corsa subito a casa a preparare la cena, quindi sono sicura di non averli persi prima" la sua agitazione continua ad aumentare "perché capitano tutte a me? Perché?" il tono della sua voce diventa più acuto, come a rimarcare ancora di più la sua disperazione.
"Ehi, ehi fermati" dico prendendola per le braccia, poggio la sua schiena delicatamente sulla mia auto e mi posiziono davanti a lei.
"Guardami" la obbligo a volgere il suo sguardo verso di me "stai tranquilla, dimmi quanti erano che sistemo tutto io".
"Non voglio questo, voglio sapere solo chi è stato. È qualcuno che ieri era a casa mia, qualcuno di cui mi fido. Necessito di sapere chi farebbe mai un gesto così sporco e vile" butta fuori i suoi pensieri velocemente.
"Quindi pensi che a prendere i tuoi soldi è stato uno tra me, Gio e Lucille?" domando infastidito guardandola negli occhi.
"Non lo penso Lele, è stato sicuramente così".
Le sue parole sono come una lama nel petto, mi feriscono e bruciano come fiamme.
"Ma cosa cazzo dici Relù? Ma ti ascolti quando parli? Non ti farei mai del male" mi allontano bruscamente da lei, non posso credere a quello che sta accendendo. Passeggio davanti a lei che mi segue con lo sguardo.
"Lele la verità è questa, io ho portato i soldi a casa ieri sera e stamattina erano spariti. Lucille è come una sorella per me, mi fido ciecamente di lei quindi...".
"Quindi sono stato io Relù giusto?" non le lascio il tempo di finire la frase perché la rabbia ormai si è impadronita di me quindi i pensieri fluiscono velocemente senza darmi il tempo di pensare.
"Non ho detto questo, ma come ogni volta la vita mi riserva sempre queste brutte sorprese" la sua voce è rotta dal pianto, la guarda e le sue guance sono segnate dalle lacrime.
Non posso vederla così, mi fa male.
Mi avvicino e la stringo tra le mie braccia, lei si lascia andare completamente a me, si abbandona in un pianto disperato.
"Perché piangi?" sussurro baciandole i suoi capelli lisci e profumati.
"Perché tutti mi deludono Lele, tutti. Non posso mai essere felice".
"Non dire così, io voglio stare al tuo fianco e renderti felice. Troveremo chi è stato e si sistemerà tutto, di me ti puoi fidare".
Le sue braccia si stringono ancora più forte a me "Quanto vorrei crederti" pronuncia a bassa voce "ma non posso Lele, non posso".
Ritorna a singhiozzare per la disperazione ed io mi trovo in difficoltà, vorrei urlare contro di lei per le accuse pesanti che sta muovendo verso me e Gio ma dall'altra parte il mio cuore non potrebbe sopportare l'idea di trattarla male in questo momento così delicato.
"Senti Relù" dico allontanandola quel giusto che serve per guardarla in faccia "io ti giuro che non ho toccato nemmeno un euro dei tuoi soldi, ma se tu non riesci a credermi io scoprirò chi è stato e ti riporterò indietro tutto ok?".
"Lele" i suoi occhi sono pieni di lacrime e le parole escono a fatica "apprezzo il tuo impegno e credimi se ti dico che vorrei che i miei dubbi sparissero all'istante. Ma penso che per un po è meglio se non ci vediamo, non voglio ferirmi ancora, non voglio stare male" conclude con tristezza.
"Sai perché stai male Relù? Perché allontani tutti dalla tua vita, ti isoli e non riesci più ad affezionarti alle persone. Non lamentarti se poi i rapporti finiscono e le persone ti deludono ma la colpa è anche tua" dico con fermezza.
Mi fa incazzare il suo arrendersi senza voler provare a vivere qualcosa di bello, senza lasciarsi andare.
"Non sai un cazzo della mia vita Lele" esclama alzando la voce "non sai niente".
Si avvicina a me il suo viso è a pochi centimetri dal mio, il suo malessere si è trasformato in ira, come se si fosse scatenata in lei una tempesta.
"Non ti permettere mai più di giudicare me e i miei modi di fare" mi punta un dito sul petto e continua "non ti permettere più capito?". Urla con tutta la voce che ha in corpo guardandomi dritto negli occhi "quando qualcuno della tua famiglia ti abbandonerà, ti tradirà, poi potremmo riparlarne".
Mi volta le spalle e si incammina "Relù aspetta" provo a chiamarla.
"Vaffanculo Lele" è l'ultima risposta che ottengo.
Sono un cretino, sono un emerito cretino.

°Salve a tutti, i Lelù (ormai nome della ship) affrontano un nuovo problema.
Sarà stato davvero Lele a rubare i soldi?
A voi i commenti°

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