•Capitolo 4•

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"Va bene signor Marchi, sarà tutto pronto per l'orario di chiusura, non si preoccupi. Arrivederci".
Il mio capo mi ha appena assegnato un lavoro da fare, oggi è il primo giorno che resto da sola in copisteria, solitamente ci sono altri due ragazzi con me. Ancora non li ho conosciuti bene ma sembrano delle brave persone, sono molto disponibili. Maria mi ha aiutato sin da subito, insegnandomi gran parte delle mie mansioni mentre con Michele non ho avuto ancora modo di rapportarmi, ma non posso di certo lamentarmi. Ho trovato un buon posto e non me lo lascerò scappare.
Mi metto subito a lavoro, così sarà tutto pronto per l'orario previsto.

È stato un pomeriggio infernale, i clienti sono stati tantissimi. Manca meno di un'ora e finalmente potrò tornare a casa, la consegna è quasi pronta sono perfettamente in riga sulla tabella di marcia.
Mentre mi appresto a sistemare delle cose dietro al bancone, entra un altro cliente.
Mi alzo e vedo lui, Lele. Entra con passo deciso, non veste elegante come al solito anzi è proprio in tenuta sportiva.
"Se sapevo di trovare te non sarei venuto" dice senza nemmeno salutare.
"Per me puoi andare via, ci sono così tante copisterie a Roma" rispondo infastidita.
Si avvicina ancora di più al bancone e mi guarda dritta negli occhi.
"Perché non sei venuta all'inaugurazione?" domanda alzando la voce.
"Ehi calmati, non ero mica obbligata" sto iniziando ad infastidirmi "non eri impegnato con il tuo amico Gio?".
"Cosa c'entra adesso Gio? Inventati qualche altra scusa" esclama incazzato.
"Vedi, nemmeno lo ricordi. Ho fatto bene a non venire" dico decisa.
Il suo atteggiamento non mi piace, non sopporto questa arroganza. Per me è uno sconosciuto e già pretende che le cose vadano come lui preferisce.
"Adesso ho capito" esclama dopo aver riflettuto per qualche secondo "riguarda la sera in cui ci siamo incontrati fuori dal locale?".
"Ora non importa più. Ti serve qualcosa? Altrimenti quella è la porta" rispondo seccata e stufa. Non ho più voglia di perdere tempo dietro a persone superficiali.
"Sei una bambina viziata e capricciosa, non hai visto che sono dovuto scappare via. Aspettavi che tornassi indietro con il cavallo bianco e ti portassi via?" dice con sorriso beffardo "credi troppo nelle favole, la vita è tutta un'altra cosa".
Le sue parole dure mi colpiscono, non comprendo il motivo di tutta questa cattiveria. Resto di sasso, senza replica alcuna.
"Ti volevo alla mia inaugurazione, ma ti dirò una cosa che forse non conosci il mondo non gira intorno a te cara Relù".
"Ma che vuoi da me Lele? Ma chi ti conosce? Non parlarmi più. Anzi vattene subito. Non sai un cazzo di me, della mia vita e ancora una volta mi giudichi. Sei un arrogante di merda, credi che tutte le ragazze devono stare ai tuoi piedi. Ma vaffanculo".
Rispondo così, senza dare il tempo alla bocca di collegarsi con il cervello. Butto fuori la rabbia ed il nervoso, tanto da fermare a fatica le lacrime.
Lui mi guarda senza fiatare, mi osserva per alcuni secondi, scruta i miei occhi e non dicendo più nessuna parola va via.

Con le lacrime che segnano il mio volto provo a calmarmi, ho bisogno di tranquillità.
Nessuno mi capisce mai, l'altra sera avevo trovato per un attimo la voglia di parlare del mio passato e lui mi ha piantata lì senza spiegazione. Ho aspettato invano il suo ritorno, pensavo fosse interessato a me, alla mia vita. Oggi arriva qui ed è lui ad essere incazzato con me per questa stupida inaugurazione. Sempre tutti a pensare a questa futilità, nessuno mai si preoccupa di come possono sentirsi gli altri.
Sono incazzata e delusa da me stessa, non devo dare mai a nessuno la possibilità di ferirmi. Non me lo posso permettere.
Bevo un sorso d'acqua prima di riprendere a lavorare. Sono ancora agitata tanto da farmi tremare le mani e così invece di poggiare l'acqua sul bancone la rovescio su gran parte del lavoro che devo consegnare.
No! Ho combinato un disastro.
Accidenti a me, sono una frana non ne combino una giusta. Provo a togliere l'acqua ma è tutto da rifare. Lo sconforto prende il sopravvento e mi abbandono in un pianto disperato.
Non so come ma devo risolvere questo problema. Non posso deludere già il mio capo. Da sola non posso farcela, ho bisogno di aiuto.

"Siamo arrivate appena abbiamo potuto" dice Lucille mentre entra nella copisteria seguita da Alex.
"Grazie ragazze" vado incontro a loro e le abbraccio forte.
"Ma cosa è successo?" domanda Alex preoccupata.
"Mettiamoci a lavoro, appena avremo finito vi racconterò tutto".

"Sono distrutta" appoggio la testa sul tavolo del bar "quanto vorrei dormire".
"Abbiamo fatto un bel lavoro, potresti assumere me e Lucille come tue aiutanti".
Scoppiamo tutte in una fragorosa risata.
"Hai ragione Alex, siamo state bravissime" esclama Lucille divertita e soddisfatta.
"Sono felice di essere riuscita a consegnare tutto, ero davvero distrutta al pensiero di non farcela" dico sinceramente.
"Bene ora è tempo delle confessioni, racconta ogni dettaglio Relù" l'entusiasmo di Lucille mi dà la spinta per iniziare il racconto.
Descrivo minuziosamente gli incontri con Lele, sia al locale che quelle in copisteria. Non mi hanno interrotto nemmeno per un secondo, hanno ascoltato con attenzione ma sono sicura che adesso che ho finito inizieranno con le loro curiosità.
"Quindi fammi capire bene, oggi è venuto a farti la scenata perché ti voleva all'inaugurazione?".
"Si Lucille, non tenendo conto che io non sono andata perché mi ha piantato in asso mentre cercavo di parlare del mio passato" dico prima di addentare il mio panino, ho una gran fame.
"Questo significa che ci teneva ad averti lì, non so per quale motivo ma ti voleva con lui" interviene Alex.
"Secondo me gli piaci, altrimenti se ne sarebbe fregato" rincara la dose Lucille.
"Basta ragazze non ne voglio più parlare, il suo atteggiamento non mi piace e non voglio aver nessun rapporto con lui" spezzo il loro entusiasmo ed entrambe mi guardano male.
"No invece ne parliamo perché già ci hai nascosto tante cose mia cara Relù, ed io come tua cugina ti impongo di dirmi cosa ne pensi di lui" dice con tono scherzoso.
"Mi conoscete bene e sapate che non amo parlare di me, non vi prometto nulla ma cercherò di tenervi sempre aggiornate" metto la mano sul cuore in segno di giuramento.
"Relù non te la cavi così, non hai risposto alla domanda di Alex. Che ne pensi di lui?" entrambe mi guardano con aria divertita ma anche con grande affetto.
"È un bel ragazzo ma è uno stronzo. Non voglio persone così nella mia vita" dico sicura.
"Io non ne sarei così convinta" risponde Alex.
"Nemmeno io" si accoda Lucille.
"Sarà il tempo a darmi ragione" esclamo cercando di sembrare più convincente possibile.
Ma non lo sono stata abbastanza perché entrambe scoppiano a ridere.

°Salve a tutti la conoscenza tra Lele e Relù incontra già i primi ostacoli, che ne pensate del comportamento di Lele?
A voi i commenti.
Kiss°

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