Truth

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Liis pov's

-Che stai dicendo?- Liam si fece subito serio, girai appena il capo per guardarlo cercando di non sembrare mortificata, impaurita, ansiosa e nervosa, ma quando al mio silenzio tese la mascella e iniziò a respirare profondamente dal naso, capii di aver fatto una grossa cazzata. Non dovevo esporla, non potevo e non volevo, non volevo metterla in pericolo, se volevo che Liam venisse a conoscenza di nostra madre, avrebbe dovuto vederla con i suoi occhi -Liis rispondimi- sembrò quasi un ringhio, e io sapevo che Liam non era un mago nella gestone della rabbia, lo sentivo agitarsi sulla sedia e le mani stringersi a pugno.

-Liam, noi non siamo fratellastri. Noi non abbiamo in comune solo un padre. Noi siamo fratelli, gemelli per l'esattezza-, calò di nuovo il silenzio e lui restò a guardarmi.

-Noi non siamo uguali- esordì mio fratello.

-Ragazzino, hai mai sentito parlare di gemelli diversi?- Peter lo guardò con le sopracciglia alzate come a voler mettere in dubbio la sua intelligenza. E Liam, per quanto fosse strano, si calmò qualche secondo.

-Quindi stai dicendo che Jenna è nostra madre? Cioè noi siamo davvero fratello e sorella?- Jenna, nostra zia, non era davvero nostra madre -E perché farci credere di essere fratellastri quando non lo siamo?-, bella domanda Liam, come te lo spiego che nostra madre è una sirena senza esporla? -Quindi... è una sirena?-, potevo sentire Theo ridersela da sotto i baffi, avrei voluto farlo anche io, ma la verità era che stavo confondendo le idee del mio povero fratello come non mai e io non sapevo come uscirne. Perché non chiusi la bocca?

Theo mi percepiva in seria difficoltà, infatti si intromise nella discussione cercando di tirarmi fuori dalla situazione scomoda che io stessa avevo creato.

-Credo che per una rivelazione del genere vi serva del tempo per stare da soli e parlare, è una questione vostra, privata. Che ne dite se dopo andassimo a mangiare dell'hot dog così chiarite?-

-Credo... credo sia meglio così, ma sappi che non durerò molto- e Liam chiuse il discorso, in quel momento avrei tanto voluto dare un bacio a Theo per aver placato mio fratello. 

Decisi che non era il caso di parlare del libro, farlo comporterebbe esporre mia madre e fino a quando non sarei stata certa di non creare danni, non ne avrei parlato con nessuno se non con Theo e con Liam. Mi girai verso la mia borsa alla ricerca del piccolo contenitore dove tenevo le perle che mi portavo sempre dietro senza un valido motivo, uno dei tanti barattolini, e quando lo misi sul tavolo, lo allungai sulla superficie per avvicinarlo a Logan e Peter.

-Questo è uno dei primi barattolini che ho riempito di perle quando scoprii di essere quello che sono... uno dei tanti che riempii- c'era attaccata una targhetta con una data, mi sentivo molto a disagio nel mostrare quella piccola parte di me che mi metteva tremendamente a disagio, il non poter piangere tranquillamente senza creare delle stupide perle. A casa da mio padre, zio, avevo conservati centinaia di barattolini e nonostante mi facesse tremendamente male pensarci, non potevo farne a meno che conservarle.

-Possiamo guardarle?- mi chiese Logan che, dopo un mio accenno di testa in un "sì", lo aprì e si versò alcune perle sulla mano per poi passare il barattolino a Peter. Logan tirò fuori il cellulare e impostò la torcia, Peter lo seguì a ruota. In totale silenzio iniziarono a dividere le perle per colore, inutile dire che quasi tutte erano avvelenate. 

-Non oso immaginare il dolore che hai provato- Peter mi guardò con tono quasi dolce, comprensivo, sentivo i suoi occhi azzurri addosso. Sospirai profondamente alzando lentamente le spalle.

-Non piango più così spesso, anche se mi sento intrappolata in una maledizione-

Prima di andare via da quella casa, presi da parte Theo, Liam stava parlando con Peter e Logan e non sembrava molto contento, ma sentivo la necessità di parlare con lui. Liam aveva il dovere di sapere la verità.

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