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Wanda

-direi che è andata bene. Te l'ho detto che sarebbe stata una cavolata- sentii parlare Ambar mentre entrambe eravamo sedute sul divano di casa Gonzalez.

Era stata una settimana molto intensa. C'era stato il compleanno di Pablo che era diventato ufficialmente maggiorenne, e in quell'occasione mi aveva presentata a tutta la sua famiglia. Ero da subito andata d'accordo con sua sorella, e con sua madre sembrava esserci stata una grande intensa.

A discapito di ciò mi sembrava doveroso, e anche l'ora di fargli conoscere la mia famiglia, così quella domenica era stato a pranzo da me e aveva fatto ufficialmente la conoscenza di mio padre non più come calciatore della sua squadra preferita, ma come mio fidanzato. Aveva trascorso il pranzo a parlare ovviamente di calcio con lui e Derek, ma era un grande passo che non avesse già iniziato con le sue domande a raffica.

Sempre per quella settimana Pablo aveva avuto un'altra amichevole vinta nuovamente 6-0, e nei giorni in cui non era stato impegnato con gli allenamenti, eravamo stati al mare per goderci quest'ultimo mese d'estate.

-dopotutto sono contenta, poteva andare molto peggio- presi un sorso d'acqua e guardai la mia amica.

I nostri ragazzi si erano rintanati nella stanza dei due fratelli Gonzalez dedicata alla PlayStation, e avevano lasciato me e Ambar annoiate e senza nulla da fare.

La sera ci saremmo uniti agli altri in una discoteca della zona. Con l'avvicinarsi del campionato i ragazzi non potevano permettersi di avere tanto tempo libero per divertirsi, erano impegnati con gli allenamenti, le visite e le partite, perciò stavamo cercando di sfruttare quel mese al meglio.

Dopo un frustrante pomeriggio passato sul divano, raggiunsimo finalmente gli altri al locale stabilito e li trovammo al tavolo prenotato.

La serata ben presto cominciò e le persone riempirono la pista a cui non mi ero minimamente avvicinata. Ero rimasta seduta al tavolo attaccata a Pablo, fin quando lui non si alzò per salutare un gruppo di ragazze che si erano appena avvicinate.

Per l'intimità che mostravano sembrava si conoscessero, e questa cosa per quanto fosse sbagliata, mi fece ingelosire e anche tanto. Non si erano limitati a dei saluti, infatti erano già passati tre minuti da quando si erano sedute al tavolo per parlare con lui.

All'improvviso vidi Ambar tornare seguita da Pedro, e quando si accorse della situazione mi rivolse uno sguardo di confusione, feci spallucce e lei mi affiancò preoccupata.

-perchè non hai ancora fatto niente?- mi sussurrò all'orecchio sovrastando la musica reggaeton che era sparata a mille.

-che dovrei fare? È giusto che abbia delle amiche- cercai di giustificarlo ma la mia amica storse il naso.

-fidati di una che le cose le capisce subito, queste qui non sono amiche, ma delle gallinelle. Vieni con me- si alzò dal divanetto ed io assottigliai lo sguardo perplessa.

-dove? Tanto tra poco se ne andranno- dissi guardando la scena di prima. Pablo sembrava scherzare con loro, ma per fortuna c'era una certa distanza. Stavo provando a farmi andare bene tutto quello, ma mi sentivo le gambe molli che mi avrebbero fatta svenire da un momento all'altro.

-andiamo in pista a ballare. È una discoteca piena di ragazzi, perché non dovresti farteli anche tu degli amici?- mi guardò seria e mi tese la mano per seguirla, e così mi alzai anche io dal divanetto. Sperai con tutta me stessa che sentissi Pablo richiamarmi, ma nulla. Solo la musica.

-a me sembra un tantino esagerato- continuai a rimanere pacata e dell'idea che Ambar stesse prendendo la cosa troppo sul serio.

-ho tenuto Pedro chiuso fuori dal mio appartamento per almeno otto ore per via di un nostro litigio, nulla mi sembra più esagerato- commentò ed io sicuramente non avrei chiesto dettagli sulla questione. Mi facevano paura i suoi racconti.

Dame | Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora