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Wanda

Erano già due settimane che ignoravo i messaggi e le chiamate di Pablo, e non mi vedevo col gruppo per paura di poterlo incontrare e dover parlare con lui.

Passavo il mio tempo tra la scuola, il salone, la mia famiglia e mi concedevo qualche uscita dove vedevo le gemelle, e qualche volta Pedro, Alejandro e Ferran.

Stavo provando a sembrare forte e cercavo giorno per giorno la forza di andare avanti, e lasciarmi Pablo Gavi alle spalle. Ma quella forza non c'era o non era abbastanza, perché ogni sera quando ero libera da tutto, ed ero da sola nella mia stanza scoppiavo a piangere. Un pianto che mi prosciugava per intera e mi faceva crollare poco dopo.

Quella mattina quando mi svegliai ed entrai su Instagram mi ricordai che fosse il 14 febbraio. San Valentino. La festa degli innamorati. Ma il mio amore non si fidava di me, ed io lo odiavo.

Sentii un grosso peso sul petto, e con grande fatica mi alzai dal letto e mi fermai davanti lo specchio. Notai i miei soliti occhi gonfi per via del pianto della sera precedente, e con tutte le forze possibili mi trascinai in bagno per potermi dare una rinfrescata.

Quella mattina sarei entrata a scuola più tardi per via di un'assemblea sindacale, perciò avevo goduto di un'ora in più di sonno.

-buongiorno- sentii mia madre parlare, e non appena entrai in cucina trovai anche mia sorella ed i miei nipoti che corsero ad abbracciarmi.

-ti ho portato un cornetto- mi disse Lucrecia indicando la busta di carta sul piano della cucina.

-grazie- le baciai una guancia e recuperai il cornetto preparandomi una tazza di latte per accompagnarlo.

Proprio mentre stavo per intingere il mio cornetto alla crema nel mio latte caldo sentii suonare il campanello.

-Wanda puoi andare tu per favore? Lucrecia mi sta aiutando un'attimo- urlò mia madre dalla cucina, e così sbuffai e seguita da mia nipote Nicole andai ad aprire la porta con un'espressione ancora assonnata.

-Wanda Àlvarez?- vidi un uomo davanti l'ingresso che tra le mani reggeva un grande mazzo di rose rosse e blu.

Trattenni un grido di disperazione, e allungai le mani per prenderlo.

-si, grazie. Buona giornata- salutai il fioraio dopo aver messo una firma sul suo notebook e rientrai dentro.

-mamma, nonna, Pablo ha regalato le rose a zia Wanda per San Valentino- vidi Nicole correre in cucina e nonostante tutto l'amore che provassi per lei, in quel momento desiderai soltanto che chiudesse la bocca.

-amore ti ho già detto che Pablo e zia non stanno più insieme... forse hai ragione- Lù prese in braccio sua figlia e giunse in cucina dove spalancò gli occhi nel vedere i fiori.

-non stiamo più insieme- la corressi e dietro di lei apparve mia madre che assunse la stessa espressione.

-e allora... va bene non faccio domande- alzò le mani in segno di resa e poggiò mia nipote per terra.

-mamma puoi buttarli tu?- chiesi a mia madre. Non volevo avere più niente da lui.

-ma perché? sono così belli- la bionda li osservò ed io feci lo stesso. Erano davvero belli, ma li aveva mandati lui.

-facci quello che vuoi ma non li voglio vedere nella mia stanza per favore- parlai dopo aver ingoiato il magone alla gola che non mi faceva parlare.

-sei mia figlia e non ti andrei mai contro, però leggi almeno il biglietto. Poi puoi lanciarlo anche dalla finestra, ma leggilo- mia madre mi fermò prima che potessi fare ritorno in stanza, e mi mise il biglietto tra le mani.

Dame | Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora