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Wanda

Dal pallone d'oro era trascorso circa un mesetto, ed io ero ancora incredula che Pablo mi avesse portata lì con lui per presentarmi al mondo come la sua fidanzata.

Avevo vissuto i tre giorni più belli della mia vita, e da quando eravamo tornati le cose continuavano a procedere bene. C'erano ovviamente i soliti screzi di ogni coppia, ma alla fine si faceva pace e si tornava a stare bene, nonostante in quel ultimo periodo succedeva più frequentemente, e spesso questa cosa mi faceva stare male.

-Ambar sbrigati- urlai per richiamare la mia amica che si stava ancora finendo di preparare.

Natale era passato da un po' di giorni, e il clima a Barcellona era improvvisamente cambiato, addirittura si vocifera di una nevicata nei giorni a seguire.

Ma noi stavamo evadendo dalla nostra città, per raggiungere Cuba e passare lì Capodanno. I ragazzi avevano una pausa dalle partite per il periodo delle feste, e Balde aveva trovato dei biglietti per i paesi caraibici.

Pedro e Pablo erano quasi sotto l'appartamento delle due gemelle, e la mia amica non era ancora pronta.

-eccomi ho fatto, non ti agitare- uscì dalla sua stanza e si abbottonò il piumino imbottito.

Stiamo giù

Lessi il messaggio di Pablo, e così trascinai la mia valigia fuori casa così che Ambar potesse chiudere. Inés si trovava in Marocco dalla famiglia di Ahmed, e sarebbe rimasta lì fino agli inizi di gennaio.

Uscite dall'ascensore raggiunsimo l'auto di Pedro, e caricammo le nostre valigie nel bagagliaio. Entrai in auto e mi affacciai per baciare Pablo, e quando anche Pedro fu in macchina partì verso l'aeroporto.

Il nostro volo partì stranamente in orario, e dopo un lungo viaggio di nove ore, senza alcuno scalo, atterrammo sull'isola caraibica.

Come alloggio avevamo preso dei bungalow in uno dei villaggi sul mare e quando ci affidarono le chiavi, fu una vera impresa trovarli.

Condividevamo la casetta con Ambar e Pedro, e le nostre stanze erano divise da un piccolo corridoio che portava ad una cucina privata.

Quella giornata la trascorsimo in giro per il villaggio in modo da orientarci meglio, e prima che il sole tramontasse andammo in spiaggia per il primo bagno a Cuba.

L'acqua era di una limpidezza stratosferica, e la temperatura sembrava uguale a quella di Barcellona in pieno agosto. Era surreale pensare di essere al 28 di dicembre, e avere quel clima.

Quella sera non fecimo niente di particolare, era il nostro primo giorno lì e dovevamo ancora scegliere dove passare capodanno. Tornammo nei bungalow alle tre passate, dopo che i ragazzi ebbero improvvisato una partita a calcio sulla spiaggia, a cui io ed Ambar fecimo da spettatrici.

Mi addormentai stretta tra le braccia di Pablo, emozionata per la giornata a seguire.

La mattina dopo venni svegliata da delle voci provenienti dalla casetta accanto alla nostra, dove Alejandro e Ansu si stavano come al solito facendo scherzi a vicenda, mentre Fernando si lamentava perché voleva dormire.

-non si stancano mai- sentii Pablo mugolare da sotto le coperte che lo coprivano ed io scoppiai a ridere.

-dai alzati- feci il giro del letto e tolsi gli coperte dalla testa.

-Wanda ti prego, lasciami dormire ancora- disse con voce assonnata e cercò di tirare di nuovo le coperte su di lui.

Prima che potessi provare a rimproverarlo dei rumori attirarono la mia attenzione. Era il cigolio di un letto, unito a dei gemiti. Ambar e Pedro.

Vidi Pablo aprire gli occhi per guardarmi perplesso, ed io scossi la testa divertita.

-va bene, ho capito- il mio ragazzo sbuffò e si mise a sedere sul letto per alzarsi.

Lo seguii sul piccolo portico del bungalow, e si mise di fronte a me poggiando le sue mani sulle mie guance.

-sarà una settimana intensa con quei due- parlò ed io ridacchiai quando fece riferimento ai nostri amici chiusi in stanza.

-andiamo, lasciali stare, si stanno godendo la vacanza- misi le mani sul suo petto e lui mi fece più vicina a sé.

-allora dovremmo godercela anche noi- fece scivolare la sua mano sul mio fondoschiena per poi stringere una mia natica.

-in casa ci sono quei due che si ammazzano, esco fuori e ci sono le coppiette. Io volevo un po' di riposo- sentii la voce di Fernando poco distante da noi, e quando mi voltai lo vidi sull'uscio della casetta con una faccia traumatizzata. Scoppiai a ridere e anche Pablo.

-scusa Fer- dissi e trascinai Pablo dentro, dove proprio in quel momento Ambar e Pedro erano usciti dalla stanza.

-buongiorno- Ambar venne a lasciarmi un bacio sulla guancia che ricambiai.

-non è per niente un buongiorno, qua vogliamo dormire non sentire i lamenti della tua ragazza- Pablo andò dal suo amico per tirargli un buffetto dietro al collo, ed io e Ambar guardammo la scena smarrite.

-si è svegliato così stamattina- mi voltai verso la mia amica e alzai le spalle, facendo riferimento al comportamento da bambino capriccioso che stava avendo il mio ragazzo.

Vidi Pablo lasciare in pace il suo amico, e rientrò nella nostra stanza soddisfatto.

-Wanda vieni a farmi un massaggio?- lo sentii gridare e scoppiai a ridere assieme alla mia amica.

-arrivo- risposi e tornai nella nostra camera, trovandolo a pancia in giù.

Spesso lo usavo come mia cavia per fargli le sopracciglia, oppure mi divertivo a fargli la manicure, ma sicuramente la sua parte preferita erano i massaggi. Quell'anno nel programma della mia scuola, stavamo anche imparando a fare i massaggi, così stavo sperimentando su Pablo che ne aveva piacere.

-Pablito sei nervosetto oggi?- saltai sul letto, e mi andai a sedere sulla sua schiena dopo aver recuperato un olio corpo dal mio beauty.

-mi sono svegliato storto- disse con la faccia immersa nel cuscino ed gli accarezzai i capelli.

-poverino, adesso ci penso io- gli posai un bacio sulla spalla, dopodiché presi a massaggiargli la schiena.

Ciaoo!
Non è sicuramente il miglior capitolo, ma vi avverto di preparavi per quelli a seguire 😬.
Al prossimo aggiornamento.
Bluemoon 🌙

Dame | Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora