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Jennifer

Arrivai a casa,mi tolsi il vestito e le scarpe,mi misi il primo pigiama che trovai e mi addormentai. La mattina seguente mi alzai e andai a scuola. Le lezioni si svolsero tranquillamente. Arrivammo all'ultima ora,quella di psicologia.
<<Benissimo ragazzi,iniziate con il progetto,alla fine dell'anno dovrete fare una presentazione riguardo a questo progetto e vi metterò una valutazione>> ci disse la prof e noi ci disponemmo a gruppi da tre. Lara si sedette insieme a Christopher e un ragazzo che non conoscevo,Susan insieme ad Adam e una ragazza di nome Grace Morel,mentre io e Meredith ci eravamo sedute insieme ad Anthony che sembrava pensieroso e guardava da tutt'altra parte.
<<Allora ragazzi dobbiamo imparare a conoscerci e magari potremmo farci qualche domanda stupida>> proposi.
<<Che ne dici magari..."Hai mai scopato con qualcuno Fox?" Potrebbe essere una domanda!>> Disse Anthony in modo ironico ma in modo da non farsi sentire da nessun'altro solo da me e Meredith.
<<Anthony!>> Lo rimproverò Meredith.
<<Ascolta Anthony,è vero non ci sopportiamo ma dobbiamo collaborare in questo progetto,non ho intenzione di prendere un brutto voto a causa tua!>>
Dissi iniziando ad innervosirmi.
<<Non hai risposto alla mia domanda Fox>>
<<Ragazzi smettetela o succederà un casino>> intervenne Meredith.
Alla fine dell'ora non eravamo riusciti a combinare niente.

Fantastico di questo passo avrei preso sicuramente un'insufficienza

Finite le lezioni salutai le ragazze,mi incamminai verso casa e quando arrivai in cucina trovai un foglietto lasciato da mia madre con scritto

Stasera a casa del mio capo dalle 18 fino alle 22:30,ecco l'indirizzo.

Lessi l'indirizzo,andai in camera mia,mi tolsi la divisa e indossai le prime cose che trovai nell'armadio ovvero una maglietta oversize e dei pantaloni della tuta. Mangiai e feci i compiti. Mi preparai alle cinque. Mi misi una maglietta blu,dei jeans e delle sneakers. Presi lo skate e mi diressi verso l'indirizzo. Quando arrivai bussai e mi aprì un uomo sui quarantacinque anni.
<<Sei Jennifer la figlia di Samantha giusto?>>
<<Sì sono io>>
<<Piacere mio,sono Cameron Miller>>

Miller!? No impossibile non poteva essere il padre di Anthony,mi sto solo facendo delle inutili paranoie,Miller è un cognome molto comune.

<<Piacere>>
<<Vieni ti mostro la casa e ti presento a Liam,tua madre mi ha detto che sai comprendere e parlare benissimo la lingua dei segni>>
<<Sì è vero>>
Ci incamminammo verso quella che doveva essere la stanza di Liam,Cameron aprì la porta è un ragazzino con i capelli castani,gli occhi azzurri e le lentiggini mi salutò con la mano
<<Liam,lei è Jennifer la tua babysitter>>
<<Ciao Liam>> mi presentai,lui mi sorrise.
<<Bene allora io vado a più tardi. Ah Jennifer se dovesse tornare mio figlio tu resta con Liam fino alle dieci e mezza ovvero quando torno ok?>>
<<Certamente, a più tardi signor Miller>>.

Liam aveva un fratello possibile che fosse? No impossibile.

Liam mi sorrise poi mi disse con il linguaggio dei segni che aveva fame e voleva mangiare dei muffin in cucina.
Mi incamminai verso la cucina poi io e Liam ci mettemmo a mangiare i muffin al cioccolato,erano buonissimi.

Datemi qualsiasi cosa con il cioccolato e vi giuro potrei anche sposarvi

Ad un certo punto,Liam mi indicò di salire al piano di sopra con lui e io accettai. Liam aprì la porta di una stanza,molto probabilmente quella di suo fratello,rimasi stupita. All'interno della stanza c'erano pochi disegni, soprattutto di paesaggi e di volti incompleti. Liam mi spiegò che suo fratello aveva smesso di disegnare quando aveva 12 anni quando la loro madre li aveva abbandonati, adesso ogni volta che provava a disegnare qualcosa lo lasciava sempre incompleto, infatti notai molti disegni incompleti.
<<Fox!? Che diavolo ci fai qui!?>> disse Anthony incavolato nero.
<<Sono la babysitter di tuo fratello>> risposi rimanendo impassibile.
<<Non mi importa,esci da camera mia! Non avresti mai dovuto entrarci!>> urlò arrabbiato.
<<Tuo fratello è voluto entrare qui>>
Liam uscì dalla stanza di corsa e sia io che Anthony lo guardammo.
<<Bravo,hai fatto scappare tuo fratello>> lo rimproverai
<<Se tu non fossi entrata qui,ora sarebbe tutto a posto>> disse cercando di placare la sua ira.
<<Scusa ok!? Non lo sapevo>> cercai di restare calma. <<Perché non vuoi nessuno qui?>> Ebbi il coraggio di dire.
<<Perché questi disegni rappresentano il vero me e io voglio nasconderlo,lo faccio da sempre>>
<<Perché nascondi sempre il vero te?>>
<<Non sono affari tuoi>>
Mi disse avvicinandosi sempre di più a me,le nostre labbra erano pericolosamente vicine.
<<Sai che c'è,non mi importa>> dissi
<<Posso chiederti perché?>>
<<Ognuno convive con dei mostri dentro di sé e io non posso obbligarti a mostrare i tuoi>>
<<Perché dici questo? Tu non sai cosa significa>> esclamò allontanandosi da me ma tenendo lo sguardo fisso su di me.
<<E se lo sapessi invece?>>
<<Certo una che ha la sua famigliola felice sa cosa significa!>> Disse freddo.
<<Giudichi troppo le apparenze Anthony>>
<<Che vuoi dire Jen... Emh Fox>>
<<Mi giudicheresti e rideresti di me>>
<<Non lo farò lo prometto>>
<<Quando avevo otto anni stavo tornando a casa con mio padre,quel giorno mi aveva portato al parco e mi aveva insegnato a fare rimbalzare i sassi in acqua. Ad un certo punto,una macchina ci è venuta addosso. L'autista era ubriaco,la nostra macchina è uscita dalla strada,io sono caduta in un cespuglio, lì vicino perché la portiera si era spaccata,mio padre mi aveva slacciato la cintura in tempo,io mi feci qualche graffio non troppo grave e mi ruppi una gamba. La macchina con mio padre dentro precipitò più in basso, lì c'era un piccolo precipizio,mio padre aveva evitato che ci cadessi. Poi la macchina prese fuoco,io non riuscivo a muovermi per colpa della gamba rotta. Non mi resi subito conto dell'accaduto, pensavo che mio padre fosse riuscito a salvarsi ma poi vidi il suo corpo privo di sensi e pieno di bruciature>>.
Le lacrime iniziarono a scendermi sul viso,Anthony non fiatò,rimase serio e pensieroso. Mi porse un fazzoletto.
<<Ce la fai a continuare?>> disse in tono gentile,io annuii.
<<Io non facevo altro che urlare: Papà!, Papà! Mi portarono all'ospedale,mi curarono le ferite,poi mia madre corse da me abbracciandomi tra le lacrime e mi disse che papà non ce l'aveva fatta. Piansi per qualche giorno,mia madre dopo il funerale aveva smesso di mangiare, così decisi di farmi forte e non mostrarmi triste,passai con lei molto del mio tempo cercando di farla stare meglio. Cercavo di farla ridere e ben presto mia madre smise di essere triste. Io invece nascondevo la mia tristezza per non farla stare male e piangevo in silenzio di notte. Ora certe volte la notte sento nella mia testa quei stramaledetti rumori di quel giorno e mi torna in mente il corpo privo di sensi di mio padre>>.
Mi asciugai le lacrime poi ad un certo punto Anthony mi abbracciò e io mi lasciai abbracciare.
<<Scusa se ti ho giudicata Jennifer>>
<<Grazie per non avermi giudicata,magari come stramba>>
<<Non lo farei mai dopo aver sentito la tua storia,sei una ragazza forte e coraggiosa che ha sofferto tanto. Se mi permetti ora vorrei raccontarti la mia storia>>
<<Ed io sono pronta ad ascoltarti>>.

_____________Spazio autrice_______________

Ebbene sì il prossimo capitolo sarà il pov di Anthony. Bye ❤️

Un'eclissi indimenticabile Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora