Quarto capitolo Alessandra

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Ero seduta a tavola con Bridget godendoci la cena. Il mio pensiero però era rivolto all'accaduto di oggi. L'ansia mi sta trafiggendo il petto e la stanchezza si fa sentire. Ho cercato di ricostruire tutto nella mia mente, ma non riesco a trovare una spiegazione logica. Mi sento in colpa, anche se non so esattamente per cosa. È come se stessi prendendo decisioni sbagliate dall'inizio alla fine della giornata. Mi sento una madre abbastanza responsabile, purtroppo però svolgo un lavoro che mi tiene occupata più del tempo richiesto. È possibile che Bridget si senta esclusa? Ed è per questo motivo che, anche se ha sedici anni, combina guai a prescindere dalle situazioni? Molte volte comprendo questo suo comportamento. Joseph non è mai presente, mentre io la maggior parte del tempo, sono chiusa dentro un laboratorio a fare esperimenti su nuove creature o animali in via di estinzione.

<<Bridget, dobbiamo parlare. Sono molto preoccupata per te. Dopo quello che hai detto riguardo a quella creatura che molto probabilmente ti ha seguito fino a casa, non riesco a togliermi questa preoccupazione. Ogni volta ti devo dire cosa devi fare! Perché Bridget? Hai mai pensato un solo momento che, le mie preoccupazioni nei tuoi confronti hanno sempre una ragione?>>

<<Mamma, ti ho già chiesto scusa. Ora, non voglio pensare all'accaduto di oggi. Voglio solo mangiare questo piatto di pasta senza che il mio pensiero rivolga attenzione all'orribile sensazione che ho avuto, mentre fissavo quegli occhi. Ho tanta paura mamma ma, non puoi costringermi di stare dentro una campana di vetro. Prima o poi dovrò cadere e farmi male.>>

<<Queste parole dimostrano che, ancora non hai capito la gravità della situazione. Ti rendi conto che la creatura in questione non è mai stata vista da nessuna parte? Oltre a essere un rompicapo per me e il mio laboratorio, sta divorando gli umani come se fossimo carne pronta al macello. Magari nel bosco ti è andata bene. Non ti ha ucciso Bridget! Ti ha seguita, ha fiutato il tuo odore. E ora? Sarai tu la sua prossima preda? O me? O tuo padre? Ti sei cacciata in un guaio ben più grosso di quanto possa sembrare. Ci hai messo in pericolo Bridget. >>

<<Mamma, lo so! Mi dispiace davvero tanto. Non pensavo che questa creatura fosse in agguato nel bosco! Guarda caso, proprio nel momento in cui stavo passando. Scusa mamma, davvero.>>

<<Bridget, amore. Va bene, ho capito. Scuse accettate. Promettimi che da questo momento in poi stai più attenta. Devi promettermelo Bridget!>>

E proprio in quel momento, mentre stavo abbracciando Bridget, un rumore improvviso interrompe l'atmosfera. Un ringhio famelico risuonò nell'aria, facendoci rabbrividire. Guardammo tutto intorno, confuse, poiché sapevamo che nessuno oltre a noi si trovava dentro casa. Poi, l'impensabile accadde. I vetri della finestra in cucina caddero a pezzi, spruzzando frammenti taglienti in ogni direzione. Per istinto ci ritrovammo abbassati a terra, cercando riparo sotto al tavolo. Era come se un tornado fosse passato attraverso la cucina. Guardai Bridget, i suoi occhi spalancati dalla paura, mentre cercava di capire cosa diavolo fosse successo. I nostri sguardi si incrociarono, e lessi solo terrore. Nel momento in cui alzai lo sguardo la vidi. La creatura. Un'ombra terrificante fece il suo ingresso nella stanza attraverso i vetri frantumati della finestra. La luce della luna filtrava attraverso il suo corpo distorto, rivelando occhi bianchi e luminosi ma, terribilmente affamati. Il terrore ci paralizzò mentre rimanevamo accovacciati sotto al tavolo, impotenti. Il suo respiro pesante e gutturale riempiva l'aria. Non era solo quello. Nel momento in cui la creatura si avvicinò, ho visto chiaramente che non si trattava di un animale comune. Questa creatura era mostruosa. È un'aberrazione dell'immaginazione, una visione di terrore incarnato. Il suo corpo deformato e contorto è rivestito da una pelle squamosa di colore verde scuro, ricca di fori dove sgorga un liquido verde e viscoso, come se fosse costantemente in decomposizione. I suoi occhi, privi di pupille, sono completamente bianchi. La bocca è piena di denti aguzzi, affilati come rasoi, pronti a strappare carne e ossa. Gli artigli, terrificanti e affilati come pugnali, si estendono dalle sue zampe, pronti a sventrare qualsiasi vittima si avvicini troppo. Quando la creatura si è avvicinata, ho visto con orrore che, aveva occhi solo per Bridget. Nel modo in cui la fissava era inquietante e mi ha riempito di un'ansia profonda. Bridget era il suo obiettivo. Mentre cercavo di proteggerla con il mio corpo, i pensieri correvano a velocità disumana. Cosa faccio? Come mi comporto? Non ho nulla in questo momento con cui difendermi! Ero paralizzata dalla paura, senza alcuna idea su come comportarmi di fronte a quella creatura che sembrava uscita da un incubo. Gli occhi bianchi puntavano ancora Bridget, come se potessero contare i suoi battiti cardiaci. La mia mente era un vortice di confusione e terrore, e ogni possibile azione poteva scaturire un disastro. Mi chiedevo se saremmo sopravvissute. All'improvviso, la creatura si è ritirata, voltandosi verso la finestra frantumata da cui era entrata. Con una velocità impressionante, si è lanciata fuori dalla stanza. Il suono del suo corpo che colpiva il suolo fu come una liberazione. Ancora incredule, ci abbracciammo più forte. Lacrime di preoccupazione scivolano copiose sul mio viso, atterrando sulla testa di Bridget. Dopo pochi secondi, mi resi conto che stavamo piangendo tutte e due. Strinsi il suo corpo ancora, come se fosse la mia fonte di sicurezza. Non so quanto tempo sia passato da quando la creatura è fuggita. In quel momento m'interessava Bridget. Lei era ancora intatta, ma quella notte avrebbe lasciato un segno indelebile nelle nostre menti.

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