Capitolo 13: Nervosismo generale

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«Satoru~» cantilenò una voce acuta alle sue spalle.

Il bambino sorrise immediatamente, senza bisogno che si voltasse per capire che la sua cara amica gli stava venendo incontro.
Solo quando le sue piccole braccia esili furono attorno al suo collo lui si voltò a guardarla. Un grosso sorriso sul viso e gli occhi celesti che brillavano dalla felicità.

«Sei sempre così rumorosa, Mirai» le disse arruffandole giocosamente i capelli e sfregando la sua nuca contro di lei, proprio come farebbe un gattino in cerca di coccole.

Poco dopo arrivò anche la madre di Mirai che, dopo aver salutato il piccolo Gojo, si diresse da sua madre. Aveva una faccia tesa che celava una paura di qualche tipo, nonostante però si sforzasse di sorridere.

Era quasi arrivata l'estate e nonostante fosse ancora giugno faceva già caldo. I due bambini stavano giocando tranquilli nel parco. Allora erano spensierati. O questo era quello che sembrava. In realtà entrambi nascondevano bene i propri sentimenti.

Il piccolo Gojo per via dei suoi poteri straordinari era costantemente sotto pressione. Non solo per le alte aspettative che tutti all'interno del mondo del jujutsu avevano su di lui, ma anche per il fatto che sulla sua testa gravasse una taglia fin da quando era nato.

Nonostante le pressioni e i duri allenamenti ai quali veniva abitualmente sottoposto già dall'età di cinque anni, però, riusciva comunque a mantenere il suo lato umano. L'unico motivo che lo faceva restare quello che era, un bambino, era Mirai.

Lei era la sua luce guida, ciò che gli permetteva di non impazzire e che lo faceva stare bene. L'unica bambina che giocava con lui perché lo voleva e non per via delle mire egoistiche dei genitori. Mirai era la sua migliore amica e senza di lei non sarebbe mai stato il bambino che era.

«Sono preoccupata per Mirai» confesso Hana, la madre di Mirai, ai genitori del piccolo Satoru mentre i due correvano felici nel prato giocando a rincorrersi.

Le loro espressioni erano tese dopo ciò che la donna aveva raccontato. Non sapevano come risolvere la questione senza che diventasse un problema "pubblico".

Il padre di Satoru, Daichi, aveva anche pensato di risolvere la questione a modo suo ma la moglie Mayumi lo aveva desistito dal commettere azioni che avrebbe rimpianto in futuro.

I due bambini si erano seduti nel prato verde pieno di fiori colorati, si erano allontanati leggermente dai genitori e si stavano godendo il tepore del sole. Quando Mirai raccolse una margherita e la porse al suo amico la manica della sua maglia si alzò leggermente, rivelando un grosso livido viola sul suo piccolo braccio.

Satoru, che tutto era fuorché stupido, osservò il livido per poi guardare in faccia la sua amica che, notando il suo sguardo, cercò di nascondere velocemente il braccio.

Il bambino dagli occhi azzurri afferrò prontamente il suo polso e le alzò completamente la manica. Il suo sguardo si incupì quando vide due lividi sul suo braccio. «Chi te li ha fatti?» domandò perentorio.

Mirai, a disagio, guardò verso il basso. «Nessuno, l'altro giorno sono scivolata mentre giocavo e ho pestato il braccio sulle scale» mentí.

Aveva solo sei anni eppure era obbligata a mentire quando avrebbe solo dovuto giocare spensierata come tutti i bambini della sua età.

Yin & Yang Love          - ITA  [ Satoru Gojo X Main Character ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora