capitolo 4

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Mi sono svegliato presto quella mattina, ancor prima di Sharon. Mentre la guardavo dormire pacificamente accanto a me, ho deciso che avremmo iniziato la giornata nel miglior modo possibile. Ho pianificato di portarla al bar della scuola per fare una colazione speciale insieme.

Con cura, mi sono alzato dal letto cercando di non svegliarla e ho iniziato a prepararmi. Mentre mi facevo la doccia e mi vestivo, pensavo a quanto mi importasse di farla sorridere e di rendere ogni giorno un po' migliore per lei. La sua felicità era diventata una delle mie priorità, e volevo dimostrarle quanto mi tenesse a cuore.

Con gentilezza e delicatezza, ho svegliato Sharon e mi sono perso in quei meravigliosi occhi azzurri. Le ho detto che avevo una sorpresa per lei, che avrei voluto portarla al bar della scuola per iniziare la giornata nel modo migliore possibile.

Sharon era visibilmente felice e curiosa. Mi ha chiesto perché tenessi così tanto a lei. Ho sorriso e risposto con una sola frase, "Perché tu rendi ogni giorno migliore." Dopo quelle parole, ho visto una luce di gioia nei suoi occhi, e tutto sembrava al suo posto. Il nostro legame cresceva sempre di più, e volevo continuare a fare tutto il possibile per farla sorridere e rendere i suoi giorni speciali.

Ci siamo diretti al bar della scuola, camminando mano nella mano. Era una mattina radiosa, e la luce del sole illuminava il nostro cammino. Mentre entravamo nel bar, c'erano sorrisi e risate, e l'atmosfera era contagiosa.

Abbiamo scelto un tavolo accogliente vicino alla finestra, da cui potevamo godere della vista dei giardini della scuola. Abbiamo ordinato le nostre colazioni preferite, e mentre aspettavamo che arrivassero, abbiamo continuato a condividere conversazioni e sorrisi. Era un momento semplice ma prezioso, che ci faceva sentire più vicini che mai. In quel bar della scuola, in quella mattina luminosa, il nostro legame cresceva e si rinforzava, e mi sentivo fortunato di condividere quel momento con Sharon.

"Hai un bellissimo sorriso," le ho detto con affetto. "Come ti senti ora?"

"Benissimo, grazie a te," mi ha risposto, "ma grazie anche a questa tua allegria contagiosa. Mi serviva proprio."

Ci siamo scambiati sguardi compiaciuti, sapendo che quel momento speciale aveva reso la mattina ancora migliore. Con il nostro amore e sostegno reciproci, affrontavamo ogni giorno con entusiasmo, sapendo di avere qualcuno a cui voler bene al nostro fianco.

Durante la colazione, ho iniziato a pensare che Sharon potesse nascondere un oscuro segreto. Piano piano, mi sono reso conto che potesse riguardare il suo padrino o, forse, la sua vera famiglia e il suo vero padre. Sentivo che ci fosse qualcosa di profondo e doloroso che lei nascondeva.

Dopo aver finito la colazione in fretta, ho notato che una delle compagne di belle arti di Sharon stava parlando con qualcuno che non c'entrava nulla. La situazione mi ha colpito in modo strano, e la mia rabbia stava crescendo rapidamente. Avevo la tentazione di confrontare apertamente la compagna di Sharon davanti a tutti, ma ho capito che non sarebbe stata una buona idea e avrebbe creato tensioni con gli altri studenti dell'Accademia.

Sharon ha notato la mia agitazione e si è scusata per la situazione. Mi ha chiesto di calmarmi prima di fare qualcosa che avrebbe potuto peggiorare le cose. Ho cercato di respirare profondamente e razionalmente, ma il desiderio di scoprire il segreto di Sharon e di proteggerla era sempre più forte in me.

Grazie ai respiri profondi e alla pazienza di Sharon, mi sono calmato. Abbiamo lasciato il bar e ci siamo diretti verso il centro dell'edificio, alla ricerca dell'aula numero 17, dove avremmo seguito la lezione di storia.

La storia era uno dei nostri soggetti preferiti, e l'idea di imparare insieme e condividere questo interesse comune ci ha aiutato a concentrarci su qualcosa di positivo. Mentre camminavamo per i corridoi della scuola, ho afferrato la sua mano, sentendomi grato di avere Sharon al mio fianco in quel momento. Era una conferma del nostro legame e della forza che potevamo trovare l'uno nell'altro.

Ci siamo seduti insieme in fondo all'aula, proprio nel mezzo della stanza. Accanto a Sharon, c'era la sua amica Beatrice, che aveva conosciuto durante la lezione di belle arti. Sharon mi ha presentato a Beatrice, e ho subito notato la sua natura riservata, ma sapevo che, una volta instaurata la confidenza, poteva rivelarsi una persona piacevole, anche se nessuno poteva competere con Sharon nella mia considerazione.

Poco dopo, è entrato in aula un professore con una lunga barba ben curata, la testa completamente rasata e occhie. Ha trasmesso un senso di sicurezza e simpatia. Scherzava con gli studenti e creava un'atmosfera rilassata, priva di tensione. Mentre iniziava a spiegare alcuni concetti storici, ho avvertito un'emozione positiva nel riprendere la materia che avevo amato sin dall'infanzia. Era come se fossi tornato bambino, affascinato dalla storia e affamato di conoscenza.

Dopo la fantastica lezione di storia, Sharon ha notato il mio entusiasmo. Ma la mia felicità è durata poco, perché la prossima lezione era di matematica, la mia nemesi. La detestavo come materia, e spesso prendevo voti bassi, mentre Sharon, seppur non amandola particolarmente, se la cavava meglio di me.

Ci siamo uniti al resto dei nostri compagni nell'aula numero 24, dove una gentile e disponibile professoressa insegnava matematica. Nonostante la sua gentilezza, avevo una sorta di pregiudizio verso chiunque insegnasse questa materia, anche se non sapevo bene il motivo.

La lezione è stata faticosa, ma grazie all'aiuto di Sharon e di Beatrice, siamo riusciti a sopravvivere. Era confortante sapere che avevo il loro supporto e che potevamo superare insieme anche le sfide più difficili.

Tutti noi rimaniamo immobili, silenziosi nell'aula, perché la professoressa ci aveva avvertito che il preside sarebbe arrivato per comunicarci qualcosa di importante. L'atmosfera era carica di aspettativa e curiosità, e i volti degli studenti esprimevano una miscela di emozioni, dall'ansia all'interesse.

Aspettavamo con trepidazione il momento in cui il preside avrebbe condiviso con noi quella notizia misteriosa, pronti ad ascoltare con attenzione e rispetto per le sue parole.

Dopo circa due minuti, sono entrati i presidi, un uomo e una donna. Era una scelta giusta perché la nostra scuola era così grande che richiedeva due presidi per gestirla al meglio. Entrambi avevano uno sguardo energico e carico di determinazione, e potevamo percepire la loro determinazione nel mettere in atto cambiamenti positivi.

Il preside ci ha comunicato che il giorno successivo avremmo partecipato a un evento organizzato da un club sportivo, e dopodomani avremmo avuto una lezione di educazione fisica con un nuovo insegnante appena arrivato. Tutti eravamo entusiasti all'idea di partecipare a queste attività, e l'atmosfera si riempì di eccitazione mentre immaginavamo le avventure che ci attendevano nei prossimi giorni.

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