capitolo 4^

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Il sole si stava alzando, anche se era nuvoloso la luce entrava lo stesso dentro la casa attraverso le finestre e iniziammo a svegliarci uno dopo l'altro.

Il fuoco era ormai spento e dovevamo decidere cosa fare, sarebbe stato meglio stare in quella casa per un po' o andare via? ma dove.. eravamo probabilmente diventati ricercati e se i fascisti ci avessero mai trovati ci avrebbero giustiziati al momento o portati via in prigione.

Io, Marissa e Cesare decidemmo di controllare la foresta attorno alla casa per assicurarci che non ci fossero soldati o imboscate mentre gli altri erano rimasti a casa per pulirla e renderla più accogliente se ci fossimo fermati ancora.

Trovammo delle tende di fortuna e il fuoco di quel gruppo di soldati da ieri notte, ma erano spariti. Le ceneri del fuoco erano state spente da dell'acqua e sembrava che fossero andati via da parecchie ore. Mi avevano veramente ascoltata ieri sera? se ne erano andati.. beh non è un nostro problema, dopotutto io gli avevo chiesto di non seguirci più.

Camminammo per un po', attraverso il bosco, circondando la casa e i dintorni. Non sembravano esserci tracce di soldati quindi eravamo più tranquilli. Tornammo alla casa e ci rilassammo un po'.

Passarono alcuni giorni dove recuperammo le forze, e il morale era sorprendentemente alto. Ogni tanto pensavo a quel gruppo di militari, da quella notte non li avevo più visti, erano spartiti nel nulla, come ombre, non avrei mai ammesso che della protezione ci avrebbe fatto comodo ma era vero.. di questi tempi poi.

Avevamo trovato una radio, una benedizione visto che non avevamo modo di comunicare con nessuno al di fuori dei mezzi classici di comunicazione tecnologica che avevamo, e non erano tanti.

Passammo ore a tentare di sintonizzarla nella giusta frequenza per parlare con i nostri amici che non vedevamo da un pezzo, e che non erano ancora stati scoperti; magari potevano ospitarci.

"Ah! Questa stupida radio non funziona maledizione!" Cesare borbottò mentre provava ad aggiustare la radio.

"Non possiamo uscire dal bosco perché ci sono le pattuglie.. ma non possiamo chiedere aiuto a nessuno perché non riusciamo a comunicare.. siamo come topi in trappola!" Mormorò fra se e se mentre Marissa camminava avanti e indietro nella stanza, cercando una soluzione.

"Forse quegli uomini avrebbero potuto aiutarci.. erano pur sempre militari no? E ci avevano aiutato al bar!" Disse Beatrice che stava seduta sul pavimento, guardando Cesare che smanettava sulla radio.

"Non ci possiamo fidare dei militari e voi lo sapete più di me!" Risposi

"Ma si può sapere perché li odi così tanto?! Non sono tutti uguali e questi potevano esserci utili! Devi sempre pensare a te stessa vero? Pensa al gruppo per una volta!"

Beatrice si alzò in piedi e camminó verso di me con fare non piuttosto amichevole. Feci qualche passo indietro, non volevo litigare, litigando rompevamo solo il gruppo, e dividerci era la peggiore delle idee in quel momento.

"Pensi che non sappia il bene per il gruppo? Quei tipi non mi davano una bella impressione quindi gli ho detto di andarsene."

Tutti gli altri stettero in silenzio; ci furono qualche secondi vuoti, la tensione era palpabile e l'aria si poteva tagliare con un coltello.

"Tu hai cosa?! Quindi gli hai detto tu di andarsene? E non ci hai neanche interpellato!? Hai fatto tutto da sola ma non capisci che magari eravamo contrari?!" Le sue mani serrate a pugno e la sua faccia stava diventando mano a mano più rossa.

"Beatrice calmati sono sicura che Olivia-" Marissa si avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla per provare a calmarla.

"E pure tu non toccarmi! Stai con lei vero? Sempre a difenderla!" Beatrice spinse via Marissa.

"Hey hey calmiamoci non dobbiamo litigare, dobbiamo trovare una soluzione il prima possibile, siamo un gruppo giusto?" Disse Michael che stava guardando la scena da seduto in una poltrona

"Potevano aiutarci! E li ha fatti andare via! Non vi sembra una decisione egoista?!" Sbraitò Beatrice contro di me

"Ho detto che non mi davano una buona impressione! E se ci avessero attaccati nel sonno?! La prudenza non è mai troppa!" Risposi con voce ferma, mentre accesi il fuoco nel camino.

"Ragazzi zitti!" Cesare interruppe, e tutti ci girammo verso di lui

Una voce famigliare usciva dalla radio, da quella vecchia radio che per giorni avevamo cercato di sistemare. Ormai il cibo stava iniziando a scarseggiare e se non fossimo usciti presto da quel bosco ci avremmo lasciato le penne.

"Ragazzi? Siete vivi?" La voce chiese attraverso la radio. La voce era distorta dalle frequenze, e il fatto che la radio fosse vecchia non aiutava.

"Siamo noi siamo vivi! Ci senti!? Siamo bloccati nella casa in mezzo al bosco, ma ci sono delle pattuglie fuori, se ci vedessero ci ucciderebbero" Cesare disse velocemente alla radio

"Nella casa? Quale casa? non riusciamo ad intercettarvi, state al sicuro dentro la cas-" il segnale fu interrotto bruscamente.

"Cazzo cazzo cazzo! andiamo.. almeno siamo riusciti a farla funzionare" Cesare disse facendo un sospiro di sollievo, cercando di far dimenticare la discussione avvenuta pochi minuti prima.

"Speriamo che richiamino in fretta.." disse Michael con un tono pacato.

"Tsk.. fanculo" mormorò Beatrice, camminò fuori dalla casa sbattendo la porta.

"Uh.. mi dispiace ragazzi io.. credevo fosse la cosa giusta da fare" dissi strofinandomi la fronte

"Lasciala perdere deve sbollire la rabbia, lo sai come è fatta, fra qualche ora tornerà e farete pace" disse Michael

"Lo so ma.. aveva ragione, avrei dovuto chiedervi prima di cacciare quei tipi.. è solo che non-"

"Avete ragione tutte e due, non c'è una verità unilaterale in questa situazione, non preoccuparti" aggiunse lui.

Tirai un sospiro e mi sedetti con gli altri. Le ore passarono e di Beatrice non c'era traccia. Come se non bastasse stava pure diventando buio, relativamente presto visto che era novembre, e le temperature non erano le migliori per stare fuori.

"Basta ragazzi io vado a cercarla" dissi mentre mi alzai e misi il cappotto

"È troppo pericoloso a quest'ora Olivia, sono sicura che sta già tornando, poi non può essere andata lontano, ci sono le pattuglie fuori dal bosco ricordi?" Aggiunse Astrid che stava pulendo la sua pistola

"Si ma.. le può essere successo qualcosa la fuori, non si può mai sapere" borbottai mentre mi stavo abbottinai il cappotto, infilai i guanti e uscii dalla casa.

Il vento era freddo, colpiva il mio viso e mi faceva quasi lacrimare gli occhi. Avevo preso anche la mia sciarpa, non avrei preso un mal di gola tanto facilmente.

"Bea! Esci fuori non è divertente!" Provai a chiamarla un paio di volte, ma non così forte da farmi sentire dai soldati appostati fuori dal bosco.

"Cazzo ma dove si è cacciata.. una così testarda non l'ho mai vista.." borbottai mentre cercavo di scaldarmi camminando e muovendomi.

Il solo unico rumore era il fruscio del vento, che muoveva le ultime foglie rimaste tra i rami degli alberi; con ovviamente i vari suoni dei versi degli animali selvatici che popolavano il bosco.

Improvvisamente mi fermai. Sentivo.. voci?! Voci di chi scusa..? Eravamo tutti in casa..
Risate e chiacchiere, rumori sfocati dalla distanza, non riuscivo a capire cosa stessero dicendo.

Impugnai la mia pistola e mi avvicinai piano. Man mano che mi avvicinavo vedevo anche una luce fioca, come di un fuoco o meglio, un accampamento.

Fiducia  \  Simon "Ghost" Riley x fem readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora