Donna in rosso

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Uscito dalla galleria recuperai il mio mezzo e mi diressi direttamente a casa.

Entrato dal cancello, attraversai il vialetto alberato per arrivare direttamente sotto la cucina e da li all'ingresso della casa.

Stavo per salire le scale che portano all'ingresso, quando mi vidi spuntare una donna davanti alla porta dai capelli rossi fisico asciutto, con un corto vestitino nero fin poco sotto l'inguine.

Una donna sulla trentina, che mi guardò con aria interrogativa.

- E tu chi sei - mi disse.

Rimasi interdetto. - Il giardiniere - risposi, continuando a camminare e cercando di guadagnare l'ingresso.

- Chi ti ha assunto? - continuò.

- La padrona di casa ovviamente - ribattei io. - E lei chi è? -

- Una amica della padrona di casa - mi rispose.

Non riuscivo a capire, ma non volevo perdere lo scontro così continuai a intepretare la mia parte.

Entrai cercando un qualcosa che avvalorasse la mia posizione, così mi diressi verso lo sgabuzzino, ricordavo che c'erano, almeno nella mia realtà, degli attrezzi e delle tute da lavoro.

La signora entrò nello sgabuzzino che ero intento a infilarmi la tuta. Mi trovò con il culo al vento e il pisello ciondolante.

- Ero passata dalla piscina, ci vorrebbe una spazzata - mi disse

- Eh già ero proprio li che stavo andando - risposi.

Uscito dallo sgabuzzino andai sul retro della casa sa recuperare una ramazza e una paletta, poi mi diressi alla piscina e cominciai a spazzare.

Stavo al gioco cercando di buttare l'attenzione a dove fosse quella donna.

"Chi potrebbe essere? Una ladra? Qualcuno passata attraverso lo specchio? Possibile ci siano più specchi?  E se fosse mia madre?"

Mentre cercavo di darmi delle risposte, arrivò la donna, con un telo in mano, spostò una delle sedie a sdraio sotto il sole e sfilandosi il vestitino rimase nuda.

Potevo ammirare un bellissimo corpo asciutto dai colori rossi, un ciuffo di peluria rossa li sotto. Quasi mi bloccai. La donna continuò nel suo, sistemò il telo e si sdraiò.

Continuai a spazzare rimanendo però imbambolata sul suo sedere e quel batuffolo di pelo.

Scomparvi dalla sua vista, entrai in casa alla ricerca di acqua. Ero tentato di salire in camera e saltare alla mia realtà ma qualcosa mi frenava.

Raccolsi dei sacchi di immondizia che stranamente trovai nel retro della casa e li portai all'esterno, facendomi palesemente vedere.

Poi andai a recuperare il sacco di foglie fatto vicino alla piscina a li portai davanti al cancello.

Tornando indietro, decisi di giocare così mi diressi di nuovo in piscina e ad un tubo di gomma vicino al capanno.

Tolsi la tuta e mi feci una bella doccia. Poi nudo com'ero e col pisello barzotto mi tuffai in piscina cercando di schizzare il più possibile.

La donna che forse si era quasi assopita sussultò a quello schizzo e mi guardò in piscina.

- E' così che lavori? - mi puntò.

- Così mi fa lavorare la padrona - risposi secco.

Appoggiandomi al bordo le chiesi di fare il bagno. La signora che si era già alzata, si avviò verso la piscina nel punto dove mi trovavo io e si tuffò saltandomi.

Riemerse all'altro capo della piscina e li si fermò.

Mi spinsi sott'acqua, nuotai fino a lei e le riemersi accanto. Non persi tempo - Sa cosa mi fa fare la padrona? - Non la feci finire, la baciai stringendola sul bordo piscina.

Lei reagì infilando la lingua nella mia bocca, cominciò un morbido ballo tra le nostre lingue, poi afferrandomi per il collo, saltò sui miei fianchi aggrappandosi con le gambe.

Sentivo la peluria che mi solleticava l'addome, il pisello in erezione pulsava appoggiandosi alla sua fessura.

Avevo un istinto naturale maschile, infilai la mano sotto di lei e presi a massaggiarle le labbra.

La stimolazione durò poco, il pisello in erezione, massaggiando pure lui, scivolo dentro in un colpo.

Sentivo la sensazione della fica attorno al pisello, lo strusciare della cappella dentro lei, una eccitazione infinita. 

La donna prese a baciarmi con più intensità prima in bocca poi sul collo, poi ancora mi abbracciò e poggiando le braccia sulle spalle, cercava di saltellare sul mio palo. Cominciò a gemere a inarcare la schiena, poi aggrappandosi e stringendosi a me lo sfilò.

Faci qualche passo indietro, poi lavato il viso mi sedetti sul bordo piscina.

Lei mi raggiunse, tirò forte la pelle per fare uscire ccompletamente la cappella e lo prese in bocca.

lo leccò dapprima solo con la lingua dalla cappella fino alle palle; raccolse le palle in bocca, le succhio provocandomi un leggero eccitante dolore, poi risalì alla cappella, la leccò la bacio e infilò il palo in bocca.

Totlto dalla bocca riprese a segarlo, poi me lo afferrò invitandomi a tornare in acqua.

Fu lei a quel punto che si allontanò nuotando fino ai tre gradini, vi si appoggiò mostrando il suo culo rotondo.

Salì su di lei con le gambe ai lati, presi il pisello e appoggiando la punta provai un paio di volte ad entrarle dietro.

Sputai su quel buchetto un paio di volte, ma non ne volle sapere di scorrere. Poi vidi a terra vicino alla sdraio la crema da sole della donna, la usai sul buchetto e spinsi, una, due volte, fino a che la cappella non entrò.

La donna strozzò un gemito e io proseguii. Un altro colpo un secondo e un terzo ed entrò pian piano tutto. Spinsi allora il mio arnese, lo sfilai e lo reinfilai tutto, la donna godeva, ansimava, gemeva sentivo quel buco stretto pressare sul mio attrezzo, quando stetti per venire, lo tirai fuori velocemente, lei si volto prendendolo in bocca.

Scoppiai nella sua bocca, uno due fiotti; il terzo molto lento, scivolò sulle sue labbra, la lascia il a pelo d'acqua a riprendersi.

Nonostante avessi bisogno di riprendermi pure io volli approfittare di quel momento per scomparire.

Nudo girai attorno alla casa, mi infilai in cucina e da li salì al piano superiore una volta davanti allo specchio, diedi una occhiata dalla finestra per assicurarmi che la donna fosse effettivamente ancora in piscina e saltai lo specchio.

Giunta alla mia realtà, tornata al mio corpo, mi infilai l'accappatoio di mia madre trovato sulla poltroncina di fronte allo specchio e mi infilai in bagno.

Tornai in camera e trovai mia madre che guardava dietro la poltrona.

- Che fai qui mamma? - dissi io.

- Niente - farfugliò lei - Stavo sistemando la biancheria ma faceva caldo e sono rimasta nuda, ero tornata a riprendere l'accappatoio... ma vedo che cel'hai tu.-

Feci un cenno con la testa, poi le chiesi se le andava di fare merenda insieme.

Scesi in cucina e preparai il tutto, lei arrivò poco dopo.

- Allora raccontami - iniziò - Come sta andando questa nuoa vita? -



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